Data: 4/5-8-2009
di Salvatore Stringari,
Alta Via del Granito (AVG)
Escursione nella stupenda isola granitica del Lagorai.
Il giorno 4 agosto ’09 parto per realizzare questo progetto. Dal ottobre 2007, data in cui è apparso sulla La Rivista del CAI, sto sognando di farlo. Anche se è da qualche tempo che faccio escursioni in questo gruppo oggi voglio realizzare il mio progetto.

Scheda Tecnica Riassuntiva
Alta Via del Granito,
Cima: Col Verde, Cima Orsera, Cima d’Asta, Cima di Rava
Gruppo Montuoso: cima d’Asta Lagorai
Cartina: Kompass 626 1:25000
Segnavia: 327, 380, 360, 332, 328,
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1450 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2516 m.s.l.m Passo di Soccede
Dislivello: 1 girono: 1064 + 718 m.
Dislivello: 2 giorno: 1318 + 645 m. da aggiungere il rientro 1065 m.
Tempi di percorrenza:* 1^ giorno 5 ore, 2^ giorno 7 ore, il rientro ore 2.30
Giro: Anello
Punti di appoggio: Malga Sorgazza 1450 m.,, Rifugio Caldenave1450 m., Rifugio O. Brentari 2476 m.,
Acqua, sorgenti: sì, ma portarsi acqua
Località: Val Malene, Malga Sorgazza,
Copertura cellulare: non rilevato
Parcheggio/i: sì Malga Sorgazza Gratuito
Tappe del percorso: 1° giorno: (ore 3) partenza del trekking a malga Sorgazza 1450 m., fino al rifugio Ottone Brentari 2476 m., con variante di salita (facoltativa) alla cima d’asta
2° giorno: (ore 6) partenza dal rifugio O Brentari per arrivare al Rif. Caldenave passando per il passo di Soccede (m 2516) scavalcando poi forcella magna valico importante teatro di scontri della grande guerra (bunker, postazioni, trincee, ecc.)
3° giorno: (ore 4) partenza Malga Sorgazza al rifugio Caldenave per sentiero si sale alla forcella Ravetta m 2219 affacciandosi su Vallon di Rava e arrivando al lago grande di Rava giungere al Forzellon di Rava la cima di Rava e poi discesa a malga Sorgazza passando dal lago di Costa Brunella. Ovviamente l’alta via del Granito è fattibile anche in senso inverso.
Partecipanti: autore in solitaria
Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico-pratica. È importante avere conoscenza dell’ambiente alpino. Anche la capacità di progressione, movimento e orientamento in ambiente alpino è fondamentale.
L’escursione in dettaglio:
Alta Via del Granito
Descriviamo brevemente questo itinerario di 3 giorni. Si cammina su sentieri antichi ed ex strade militari risalenti alla prima guerra mondiale. L’itinerario tocca gli unici due rifugi del gruppo Lagorai Cima d’Asta. Rava, i due punti d’appoggio sono il Rifugio Malga Caldenave e Cima d’Asta “O. Brentari”. Questo Sentiero è stato realizzato circa 5 anni fa. Si tratta di un giro ad anello che transita sempre in quota sopra i 2000 metri.
Da Trento percorro la strada statale 47 della Valsugana fino all’abitato di Strigno. Da qui mi dirigo verso l’altipiano del Tesino fino a Pieve Tesino. Ad un incrocio si trovano indicazioni per la val Malene. Percorro tutta la valle fino a raggiungere malga Sorgazza. Comodo e ampio parcheggio gratuito.
Punti di appoggio:
Rifugio Caldenave, Rifugio O. Brentari e Malga Sorgazza offrono mappe dettagliate del percorso. Sono disponibili per due euro. Lo stesso vale negli altri punti di appoggio. Punti di informazione e di ricezione: Malga Sorgazza si trova a quota 1450 m. s.l.m. punto di partenza e appunto informazioni. Questa antica malga ristrutturata è anche un ristorante tipico. I gestori Carla e Maurizio sono pronti a fornire informazioni sull’alta via del granito. Sono anche pronti a deliziare il vostro stomaco con un’ottima cucina con specialità locali. L’alta via del granito è percorribile in due sensi antiorario e orario. Un giro ad anello che transita quasi sempre attorno o sopra i 2000 metri di quota. È per me la prima volta che percorro un Alta Via… Qui la descrivo in senso orario.
Alta Via del Granito (A.V.G.)

Il primo giorno
Parto da malga Sorgazza. Lascio l’auto nel grande parcheggio. Qui prendo l’inizio del sentiero 328. Ci sono evidenti tracce di mulattiera. Il sentiero si alza nel bosco sopra la malga Sorgazza. Ci sono tornanti ripidi fino ai prati dell’ex malga Val di Lago 1800 m. Qui, infatti, si vedono i ruderi della malga nel mezzo di un prato. Il sentiero sale ancora ora fuori dalla vegetazione. Raggiungo il lago di Costa Brunella alle ore 12. Questo lago si trova a quota 2021 m.s.l.m. ed è un lago ad uso dell’ENEL, infatti, una diga impedisce il normale deflusso delle acque. Proseguendo raggiungo in circa un’ora forcella Quarazza 2275 m.s.l.m. detto anche Forezlin dei Partigiani che raggiungo alle 13.00. Faccio una breve pausa e proseguo verso il Forzellon de Rava sotto Cimon de Rava. Qui il sentiero 332b perde quota in un vallone. Questo mi porta alla successiva forcella di Ravetta. Scendo la val di Ravetta. Questo percorso mi conduce al primo punto di appoggio della tappa, il rifugio Malga Caldenave.

Questo è il mio primo punto di appoggio sulla alta via del granito. Il rifugio è anche raggiungibile da Tedon per la Val Caldenave. Il percorso dura circa 2 ore. Il rifugio si trova nella omonima piana del Caldenave ed è un’antica malga ristrutturata tra il 2003 e il 2004. Costruita su di un promontorio domina parte della val di Caldenave. Il rifugio aperto dal 20 giugno al 20 settembre è gestito da Enrica e Elio. Qui si trova silenzio. Si possono ammirare panorami unici. Molto importante è anche la buona cucina dalle esperte mani di Enrica, ottima cuoca. I dolci sono specialmente deliziosi, il tutto condito da un’ottima ospitalità. Trascorsa la notte al rifugio il mattino alle 7.30, faccio un’ottima colazione. Lascio a malincuore questa oasi di pace. Riprendo il cammino felice di poter proseguire la mia alta via del granito.
Il secondo giorno:

A questo punto, ho già raggiunto i laghi d’inferno in una precedente visita a questi luoghi. Oggi apporto una modifica al giro classico. Invece di salire ai laghi d’inferno sentiero 360, come dice la descrizione del percorso. Seguo il sentiero suggerito da Enrica e Elio. Mi dirigo verso la Val Orsera. Questo sentiero non è segnato sulle carte topografiche. Tuttavia, è ottimamente tracciato con i classici segni bianco rosso della SAT / C.A.I. Il sentiero conduce alla forcella Orsera e incrocia il sentiero 373. Mi consente di riprendere quota in poco tempo e salgo rapidamente sopra i 2000 metri. Entro in questa bella, sconosciuta e selvaggia valle. La percorro fino in fondo. A questo punto il sentiero sale la parte sinistra delle due pareti che chiudono la valle. Attraverso un costone erboso e scosceso. Il percorso è intervallato da un breve tratto con cordino per maggiore sicurezza. Raggiungo la forcella Orsera. Infine, arrivo a delle postazioni di guerra. Su comodo sentiero militare aggiro la cima Orsera fino a portarmi ai piedi di facili pendici e salgo sulla cima. Il gestore Elio del Caldenave mi aveva detto che sulla cima Orsera trovavo i resti di una trincea. Vi erano anche postazioni militari ancora abbastanza ben conservate. Riprendo il cammino e mi dirigo verso la forcella di Buse Todesche, passando sotto la cima delle Buse Todesche. A questo punto tralascio il sentiero 360 che scende in Val Vendrame. Continuo sul sentiero 373 a sinistra attraversando una lunga cresta fino a forcella Magna. Passo ai piedi del monte Cengello e cima dei Lasteati. Poi, arrivo al ricovero tenente Cecchin e al baito Lasteati. Qui ci sono resti della grande guerra. Anche qui si osservano la montagna scavata, le trincee e muri costruiti in pietra a secco. Queste strutture sono giunte fino ai giorni nostri. Scendo al lago di forcella Magna. Qui faccio un’altra pausa. Sono circa le 13 quando riprendo il cammino. Dopo circa 15 minuti, scendo alla forcella. Qui decido una seconda variante al giro. Avrei potuto continuare sul sentiero 380 per scendere la valle a sinistra. Sarei poi arrivato al sentiero 380 bis e al passo di Soccede 2516 m s.l.m. Decido per la ferrata Gabrielli. Non è una vera e propria via ferrata ma un sentiero attrezzato. È necessario affrontarlo con passo sicuro e assenza di vertigini. Ci sono 30 staffe. Inoltre, un lungo cordino aiuta a superare una parete. Questa mi separa dalla cima Col Verde 2560 m.s.l.m. Per raggiungere la ferrata, seguo le indicazioni per Cima d’Asta e ferrata su sentieri militari. Un secondo bivio mi invita a scendere il Bualon di cima d’asta, ma salgo a sinistra. Arrivo all’attacco della ferrata. Un cartello riporta che il proseguimento è consigliato solo per Esperti Alpinisti con attrezzatura, ovvero casco e imbrago. Inizio e arrivo su di una cresta verdeggiante. La percorro e in un attimo giungo al primo tratto di ferrata con un cordino di sicurezza. La supero e raggiungo i piedi di punta Soccede. Salo e scendo ancora per vari canali fino ad arrivare alla “ferrata”. Riesco a superarla senza problemi anche qui.

Raggiungo piano, piano la cima di Col Verde. Un fantastico panorama sul lago di Cima d’Asta mi attende. Successivamente, calo sul passo di Soccede a 2516 m.s.l.m. Il mio secondo punto d’appoggio; il rifugio O. Brentari 2476 m s.l.m. alla cima d’asta. In breve raggiungo scendendo dal passo di Soccede anche questo rifugio e sono le 16.00. Mi prendo il tempo di una meritata birra e un buon panino. Termino qui il giro del alta via del granito. Cancello la stanza che avevo prenotato. Poi scendo al Sorgazza per il Bualon di cima d’Asta. Taglio per le placche di granito sul sentiero 327. Arrivo alla Malga Sorgazza in tempo per la cena. Compilo un questionario e ricevo lo stemma dell’Alta Via del Granito.

Conclusione,
Nota, commenti personali, Io ho percorso questo giro in due giorni. Questo perché la descrizione ufficiale prevedeva come ultimo giorno la salita allo Zimon. Questa salita sarebbe la cima d’Asta che ho tralasciato perché avevo già fatto.
Inoltre la discesa è consigliata per la via Campagnassa sentiero 386 panoramico e lungo. Un cordiale ringraziamento va ai gestori della malga Sorgazza, ai signori Carla e Maurizio. Li ringrazio per la loro accoglienza e i primi consigli su come affrontare questo giro. Non di meno, per la loro cordialità. Un altro ringraziamento va ai signori Elio e Enrica per tutta la loro disponibilità, cordialità. Disponibilità che è difficile da trovare in quei rifugi a turismo commerciale. Io li chiamo cosi. Ma questa è un’altra storia. Ultimo ringraziamento per la birra. Anche per il mega panino che ho mangiato con gusto al rifugio Cima d’Asta O. Brentari. Qui dovevo fermarmi per passare la notte. Non mi sono fermato a dormire perché c’era troppa gente. Una comitiva di 29 ragazzi più altre piccole comitive mi ha fatto desistere dal fermarmi. Mi sarebbe piaciuto, ma per esperienza so che queste comitive sebbene portino tanta allegria, causano anche qualche piccolo disagio. Che dire per concludere? Percorrete questa Alta Via del Granito perché merita. Se siete appassionati o dilettanti come me, vi aspetta qualcosa di speciale. Anche i professionisti storici troveranno molta storia. Questa è impressa nelle viscere della montagna e nelle trincee. Anche nelle postazioni o nei ricoveri scavati nella roccia. Nel scrivere questa relazione posso aver fatto degli errori, omissioni, scrivete qui sotto nei commenti. Lascio un link: (Alta Via Del Granito) Buona montagna a tutti.
una raccomandazione:
Per chi effettua l’escursione qui raccontata, voglio dire che la montagna presenta sempre dei pericoli, oggettivi e soggettivi. Quindi la relazione esposta può presentare delle imperfezioni. Queste sono ovviabili rivolgendosi a degli esperti. Le guide alpine sono i veri maestri della montagna.
Buona montagna a tutti.
Autore/i: Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi
