
Ferrata del Burrone Tullio Giovanelli
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 07/02/2011
Cima: monte di Mezzacorona
Gruppo Montuoso: (Paganella)
Cartina: Tabacco foglio 067 Altopiano della Paganella, L. di Tovel, C. Brenta, Trento
Segnavia: S.A.T 506
Tipologia sentiero e difficoltà*: (E.E.A) Escursionisti Esperti Attrezzati Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbrago e dissipatore E.E.A – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura. Poco difficile – PD = tracciato più articolato con canali e camini, con passaggi verticali e a tratti esposto; normalmente attrezzato con cavo o catena, con pioli e/o scale metalliche fisse.
Tempi di percorrenza*: in giornata
Quota partenza: 248 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 918 m.s.l.m
Dislivello: m. 670
Giro: Anello
Acqua, sorgenti: no
Località: Mezzacorona Mezzolombardo
Punti di appoggio: a valle e al monte di Mezzacorona
Copertura cellulare: si parziale
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Paola e Salvatore
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
ho già fatto altre volte questa ferrata, questa volta invece la faccio per farla conoscere a Paola. Da Trento raggiungiamo Mezzocorona dove lasciamo la macchina alla partenza della funivia che porta al monte di Mezzocorona (indicazioni in loco). Lasciata la macchina ci informiamo sugli orari della funivia e poi iniziamo i preparativi. Poi vi raccontiamo il perché lasciamo la macchina qui. Ci dirigiamo a piedi all’attacco della ferrata passando per il paese di Mezzocorona e davanti alla centrale idroelettrica imbocchiamo una stradina comunale a destra e raggiungiamo un parcheggio con area per il picnic. Da qui ci inoltriamo nel bosco e incontriamo un cartello della SAT che riporta il numero del sentiero il 505 arriviamo dopo pochi minuti ad un altro bivio che superiamo dirigendoci verso il torrente. Oltrepassiamo il ponte in legno e ferro, appena oltrepassato il ponte si risale un leggera dorsale in direzione di un altro cartello della S.A.T. che indica il burrone. In un piccolo spazio indossiamo l’imbrago e il casco.
L’escursione in dettaglio:
Ferrata del Burrone Tullio Giovanelli
Attraversando il torrente si raggiunge la prima scala con a fianco una cascatella e in breve superiamo le prime due scale verticali e da li sul sentiero (attenzione ripido) seguendo i molteplici segni rosso bianco rosso raggiungiamo il vero canyon con un passaggio con la roccia bassa aiutati dalle corde metalliche di sicurezza entriamo nel canyon. Altra scala, una scala piccola ci porta dentro il torrente, lo attraversiamo fino alla parete sinistra e con dei pioli ci alziamo a una cengia (madonna e cassetta di soccorso ad uso del soccorso alpino) in uno spettacolo dantesco con le rocce che sembrano inghiottire il rio continuiamo a camminare nel acqua arrampicando sui sassi.

Siamo ora in un stretto canyon con le pareti che in cima quasi si toccano seguendo in salita il rio si arriva ad un’altra scala lunga su roccia liscia che ci permette di guadagnare quota. Risalendo ancora il rio, (torrente) ora le pareti si allargano, arriviamo ad un’altra scala con cordino di sicurezza. Dopo breve risalita si arriva ad un altro sasso che superiamo con l’aiuto delle staffe e del cordino di sicurezza risaliamo e arriviamo nel bosco.

Qui finisce la ferrata. Seguiamo quindi il sentiero e raggiungiamo il Baito dei Manzi dove facciamo una pausa pranzo (al sacco). Riprendiamo ora la stradina forestale che ci porta al Monte di Mezzocorona piccolo villaggio antico con moderne case. Qui facciamo un giretto e ammiriamo il panorama sulla val d’Adige. Con la panoramica funivia del monte di Mezzocorona scendiamo a valle e alla macchina che dista pochi metri. eccovi svelato il perché lasciamo l’auto alla funivia e raggiungiamo a piedi l’attacco della ferrata. I tempi di percorrenza: sono 2 ore, 627 metri di dislivello in salita, ma noi abbiamo impiegato molto di più ma ci siamo fermati ad ammirare molte volte la natura che sembra modellare a suo piacimento tutto quello che ci circonda persino le cascate di radici dei tassi e i faggi l’acqua la roccia… d’altronde siamo a casa sua.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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