150 Cima del Monte Dolada m. 1940 s.l.m.




Data: 21-10-2012

di Salvatore Stringari e Paola Gardin,

Cima del Monte Dolada m. 1940 s.l.m.

Il sentiero non è segnato molto bene. Il numero appare solo nel cartello posto alla partenza del nostro itinerario ed è classificato EE. La classificazione per escursionisti esperti si deve a due brevi punti critici. Uno, di 5 m, si trova appena superata la sella a 1750 metri di quota. L’altro punto si trova sulla cresta che porta alla cima, poco prima del ripetitore. Quest’ultimo è esposto per altri 4/5 metri.

Scheda Tecnica Riassuntiva

cima del Monte Dolada 1940 m. s.l.m.

Cima: Monte Dolada
Gruppo Montuoso: Prealpi Bellunesi
Cartina: Tabacco foglio 012 Alpago Cansiglio Piancavallo Valcellina
Segnavia: Traccia
Tipologia sentiero e difficolta: * Sentiero Alpinistico: (E.E.). Sentiero Escursionistico per Esperti (E.E). Il sentiero si sviluppa in zone impervie. Ha passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna. Sono necessarie tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota di partenza: 1500 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1940 m. s.l.m.
Dislivello: m. 440
Tempi di percorrenza: * 3 ore solo andata
Giro: A/R
Acqua/Sorgenti: no portarsi acqua
Punti di appoggio: sì rifugio Dolomieu al Dolada
Copertura cellulare:
Località: Pieve d’Alpago, Plois, Rifugio Dolada
Parcheggio/i:
Partecipanti: Autori

Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica. Anche dalla conoscenza dell’ambiente alpino. La progressione e il movimento in ambiente alpino richiedono capacità di orientamento.

Escursione in dettaglio:

Monte Dolada

oggi scegliamo come punto di partenza per questa escursione il Rifugio Dolomieu al Dolada a 1500 metri di altezza sulla splendida Conca dell’Alpago e con vista sul lago di Santa Croce.

Il sentiero ha inizio della piazzola di lancio dei parapendii, moderatamente ripido, sale per circa 50 metri entrando in una bellissima e fresca faggeta, si percorre il sentiero fino a poco prima di uscire dal bosco, girando decisamente a destra. Qui prestiamo un po’ di attenzione perché non ci sono cartelli che indicano la direzione da prendere. Il segno bianco rosso si trova su un faggio, che è cresciuto, e ora l’indicazione si trova in alto fuori dalla vista. Non si percorre quindi la traccia che taglia orizzontalmente il versante “col Brusà”. Saliamo ora una dorsale erbosa con il sentiero in alcuni tratti scavato dall’acqua. Raggiungiamo così una sella a 1750 metri s.l.m. che scendiamo leggermente sulla traccia fino a incontrare un facile e breve salto di roccia da superare in arrampicata (qui ci troviamo davanti anche una parte di sentiero franato ci sono altre tracce che passano un po’ più in alto) è questo il primo breve tratto esposto da superare. 

Ci  troviamo ora su un’erbosa pala ripida che  risaliamo fino a vedere il verticale versante della Val Gallina. Altro breve tratto di sentiero da superare in arrampicata facile sempre col vuoto da entrambe le parti. Percorrendo il vertiginoso ma facile crinale in breve si raggiunge il ripetitore e proseguendo l’ambita cima. Il panorama da questo ottimo punto di osservazione è fantastico si possono toccare le cime con un dito. Il Pelmo che troneggia sopra tutte le cime, la gran bastionata del Civetta, la Schiara con la sua “Gusela”, i monti del Cadore, dell’Alpago, dell’Agordino, il Lago di Santa Croce… il rientro lo effettuiamo percorrendo a ritroso il sentiero di salita il tutto in circa 3 ore.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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