160 al bivacco Margherita Bedin




Data: 26-27/06/2015

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin,

al bivacco Margherita Bedin

oggi da Belluno per la strada Statale 203 Agordina raggiungiamo Cencenighe e Pradimezzo, da qui lasciata l’auto raggiungiamo malga Ambrosogn e il Bivacco Margherita Bedin che sorge sulla Prima Pala di San Lucano su una incredibile piattaforma erbosa a picco sulla conca Agordina, in posizione meravigliosamente panoramica; la piccola struttura dispone di 9 posti letto e di una bellissima veranda con vista sul Civetta e non solo.

Scheda Tecnica Riassuntiva

Bivacco Margherita Bedin

Gruppo Montuoso: Pale di San Lucano 
Cartina: Tabacco Foglio 022 Pale di San Martino 
Segnavia: C.A.I. 764 765 
Tipologia Sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati. 
Quota partenza: 870 m.s.l.m. 
Quota raggiunta: 2210 m.s.l.m. 
Dislivello: m. 1340 
Tempi di percorrenza:* 8.00/h 
Giro: A/R 
Punti di appoggio: Malga Ambrosogn Bivacco Margherita Bedin 
Acqua/Sorgenti: prima di malga Ambrosogn e alla malga e 20 minuti prima del bivacco, portarsi acqua 
Località: Cencenighe Agordino Pradimezzo 
Parcheggio/i: si posti limitati 
Partecipanti: autori 

Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica. È importante la conoscenza dell’ambiente alpino e delle capacità di progressione. Essenziale anche il movimento in ambiente alpino e la capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

alla malga Ambrosogn e al bivacco Margherita Bedin

dal parcheggio, si consiglia di lasciare la macchina nei parcheggi sotto il paese, e non in paese dove parcheggiano i residenti,

raggiunta la piazza del piccolo paese si trovano indicazioni per bivacco “Bedin” e casera “Ambrosogn”, vicino alla fontana del 1885 si imbocca uno stretto viottolo tra le case, quindi ci si lascia alle spalle le ultime case di Pra di Mezzo percorrendo un viottolo per poi trovare, sulla destra, percorsi un centinaio di metri la tabella con il segnavia n° 764 con indicazione per “Ambrosogn”.

valle del Torcol

Per buon sentiero si sale ripidamente lungo la valle del Torcol fino a Casera Torcol 1382 m.s.l.m, immersa, quasi fagocitata, da una lussureggiante radura ricca di felci. Si continua sempre nel bosco su terreno meno ripido guadagnando quota, fino a raggiungere una recente frana e attraversata si percorre il piccolo ponte di legno dopo aver attraversato una cascatella, la bella conca di casera Ambrosogn 1700 m. Da qui si imbocca il sentiero n° 765, passando a fianco della stalla, ora con percorso assai piacevole, si sale molto bene di quota fino a raggiungere le ripide ghiaie che scendono da forcella Besausega. La traccia sale ripida passando proprio sotto le pareti delle cime di Ambrosogn, si arriva quindi ad un primo evidente pulpito erboso, e poco sotto alla nostra destra la forcella. Magnifico è il colpo d’occhio sullo spettacolare precipizio del Boral di Besausega.

e al Bivacco Margherita Bedin

Il sentiero, continua con percorso spettacolare, una meravigliosa e appunto spettacolare cengia attraversa in piano tutto il versante sud della Prima Pala di San Lucano, passando davanti alla sorgente, e poi si raggiunge il bivacco. Un ultima breve salita e appare magnifico il bivacco. Il panorama a 360 gradi… non è impossibile se si è allenati, con l’ultimo tratto leggermente esposto e i suoi 1300 metri di dislivello.

Lascio ora ad ognuno di quelli che raggiungeranno questo magnifico e incantato luogo descrivere le emozioni… e se vi va anche nei commenti

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Un pensiero riguardo “160 al bivacco Margherita Bedin

  1. che bei ricordi, siamo saliti il venerdì e discesi sabato. Fortunati per avere il posto tutto per noi in solitudine, fare cose semplici come andare a prendere l’acqua alla sorgente ritornando sulla cengia, vedere il tramonto… La cosa più bella è stato il risveglio al bivacco. La visione dell’Agner all’alba, le nuvole che si alzano…dobbiamo tornarci

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