
Bivacco Grisetti in Moiazza
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 24-07-2016
Cima: Moiazza (non raggiunta)
Gruppo Montuoso: Moiazza
Cartina: Tabacco Foglio 025 Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine
Segnavia: CAI 578
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1600 m. s.l.m.
Quota raggiunta: 1980 m s.l.m.
Dislivello: 380 m.
Tempi di percorrenza*: 5 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: Rifugio C. Tomè , Rifugio San Sebastiano entrambi al passo Duràn
Acqua, sorgenti: no (una piccolissima sentiero tra il Bivacco e ruderi Casera Moiazza)
Località: Passo Duràn
Parcheggio/i: sì
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
questa descrizione fa parte di due giorni trascorsi ad inseguire tracce cime e sentieri che hanno percorso i nostri amici, quelli che vanno sempre in montagna.
Dal passo Staulanza raggiungiamo Dont in val di Zoldo e con la provinciale 347 il passo Duràn.
Bivacco Grisetti in Moiazza.
la partenza del “Sentiero Angelini” che vogliamo intraprendere si trova al passo Duran nei pressi del rifugio San Sebastiano. Attraversiamo una paludosa prateria e raggiunta la strada sterrata che porta al Rifugio Bruto Carestiato la attraversiamo e proseguiamo sul sentiero (segnalato) nel bosco (in questo tratto si perdono 100 m di quota). Ci alziamo di poco fino al bivio con il sentiero che sale dalla provinciale 347 con vista sui paesi di Chiesa di Goima, Molin, Gavaz, Le Vare, sulle cime del Pelmo, dell’Antelao, di San Sebastiano Tamer, del Bosconero, attraversando alcuni ghiaioni e tratti ricoperti di mughi. A quota 1500 il sentiero da pianeggiante diventa ripido e si inizia a guadagnare quota, abbiamo camminato per un’ora su un falso piano salendo e scendendo ma adesso arriva il conto da pagare: si sale brutalmente dentro un canale friabile ma sicuro. Qui i raponzoli di roccia ci guardano dall’alto della loro posizione, guadagnata senza sforzo apparente. Il sentiero non accenna a diminuire di pendenza e continuando arriviamo ad un altro bivio “Il Buràngol”: prendiamo il sentiero di sinistra e la salita continua ripida sul Sentiero Angelini (da qui il “troi” è un ripido canale di scivolo delle acque, quando piove tanto quindi ci vuole un po’ di attenzione).

Arriviamo infine in un immenso e meraviglioso anfiteatro chiamato “Vant de la Moiazza” a 1985 m. (non 2100 come riportato sulla targa al bivacco). Firma d’obbligo sul registro del bivacco, classico “bidone rosso” con sei posti letto. Riposiamo e ammiriamo il panorama che si apre su una sventagliata di cime, valli e monti vicini e lontani. È giunta l’ora di scendere, prendiamo il sentiero 559 che porta ai ruderi di casera Moiazza passando per l’unica sorgente, un flebile fiotto d’acqua e raggiungiamo i resti della malga. E’ incredibile pensare oggi alla dura vita che doveva svolgersi in questi luoghi.

Da qui seguiamo le indicazioni per il passo Duran, dobbiamo risalire un po’ per riprendere il sentiero 578 e ritornati al bivio del Buràngol il sentiero riprende quello fatto in precedenza e quindi la discesa (o il saliscendi) fino al passo Duran. Sosta al rifugio Tomè con meritata birretta, due chiacchiere col titolare Soro Dorotei (famoso alpinista) che con tutta la famiglia gestisce questo simpatico e molto ospitale Rifugio. L’atmosfera è rilassante, non c’è traffico come al passo Staulanza e nel prato adiacente pascolano tranquilli un cavallo, un’asina e le due piccole asinelle figlie di quest’ultima. Tranquille ma testarde come appunto i muss/muli: abbiamo visto con che difficoltà la signora Ornella, anche lei con un passato notevole di alpinista, ha dovuto convincere la più piccina a portarsi sul pascolo! Ci dispiace dover lasciare questo posto, dove fra l’altro la notte scorsa abbiamo potuto ammirare un cielo splendente di stelle (e due stelle cadenti) e ritornare a casa, ma ci ritorneremo senz’altro.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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