
Arca di Fraporte e Malga Platz
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 18-11-2018
Cima: Gruppo Montuoso: Brenta Meridionale
Cartina: Tabacco Foglio 053 Dolomiti di Brenta
Segnavia: S.A.T. 346 – 346/A – 347
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 667 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1390 m.s.l.m.
Dislivello: m. 723
Tempi di percorrenza*: 4.30
Giro: anello
Punti di appoggio: Malga Platz in stagione
Acqua, sorgenti: sì
Località: Stenico – Val Laone
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì in paese
Partecipanti: gli autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica,conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
ci siamo incuriositi leggendo, per puro caso, ciò che scrisse Cesare Battisti, che oltre ad essere un patriota e un giornalista era geologo, descrivendo l’Arca di Fraporte: ”Presenta all’occhio uno spettacolo stupefacente. Un’ardita arcata congiunge due elevate pareti che si prolungano per una trentina di metri, nel fondo precipita da due cascate un torrentello. La seconda cascata è alta circa 15 metri e sopra di essa uno spiraglio di luce indica che nel soffitto della grotta vi è in quel punto una fessura di due o tre metri. Strani riflessi di luce illuminano l’acqua che balza tra le rocce”. Come resistere alla tentazione di andarci di persona?
Arca di Fraporte e Malga Platz
partiamo da Trento e percorriamo la strada verso Riva del Garda per la bella valle dei laghi, alle Sarche svoltiamo a destra e saliamo in direzione di Comano-Madonna di Campiglio fino al Ponte dei Servi che attraversa il torrente Sarca e ci dirigiamo verso Molveno, a Villa Banale svoltiamo a sinistra e raggiungiamo Stenico 667 m.s.l.m., dove parcheggiamo vicino alla chiesa. Indossati gli scarponi, seguiamo il segnavia 346 per la Val Laone salendo per la stradina asfaltata in mezzo al paese e poi per la breve mulattiera che porta in località “La Cros” dove c’è un altro parcheggio vicino a un capitello e alla Croce che dà il nome al posto con due sole case. Continuiamo per la strada forestale Platz, sentiero 346, che s’inoltra nel bosco. Un cartello ci avvisa della possibile presenza dell’orso, noi in verità vedremo solo un camoscio e alcuni volatili. Giungiamo a un masso con sulla cima due croci, una di ferro e una di pietra con incisa la data 1902, e appena dopo ad un bivio: lasciamo la forestale e prendiamo sulla destra il sentiero 346 A che si inoltra sempre in mezzo ai boschi lungo la Val Laone, percorsa da un vivace torrentello. Sulla via troviamo il “Bus delle Contesse”, dotato di cucina economica e tavolino, un piccolo ricovero che ispira simpatia anche se angusto perché ricavato nello spazio sotto un masso. Al bivio successivo proseguiamo per il nostro sentiero, trascurando il 346/B verso il Capitello della Spina, e ci addentriamo nella Val Laone accompagnati dal rumore del ruscello. Salvatore è già stato qui più di una decina di anni fa e trova il percorso un po’ cambiato, non ci sono più la sorgente e il masso a forma di dado, certamente deve esserci stata qualche slavina o qualche piena che ha mutato il luogo. Per Paola è tutto nuovo e bellissimo. La valle si restringe e davanti a noi le alte pareti rocciose dei monti formano una muraglia che ci sbarra il percorso, oramai manca poco, un ultimo tratto roccioso e siamo davanti all’Arca di Fraporte, una grotta carsica il cui “soffitto” è in parte crollato creando un grande ponte naturale. Dalla fenditura scorgiamo i monti e un pezzo di cielo azzurro, sotto scorre il ruscello che forma due cascatelle continuando nella sua millenaria opera di erosione.
L’Arca è alta una cinquantina di metri e larga 25-30 e si trova a circa 1180 m.s.l.m. Anche le pareti che si alzano ai lati della Val Laone sono “bucate” da caverne e antri dando al luogo un aspetto antico e misterioso.
Abbiamo raggiunto la nostra meta in meno di un’ora e decidiamo di salire al Capitello della Spina, torniamo sui nostri passi ma senza arrivare sino al bivio prendiamo una “scorciatoia” sulla destra, un stretto sentiero sommerso dalle foglie di faggio che in breve raggiunge un bivio più in alto. Da una parte si scende verso Stenico, noi continuiamo a salire per la larga forestale con segnavia 346 alzandoci per tornanti sulla destra orografica della Val Laone. Il nostro sguardo è attirato dai monti dall’altra parte della valle,bellissimi vasti pascoli sormontano le rocce, sono i Prati di Valandro, una nostra prossima meta! A una curva notiamo alla nostra destra un bel sentiero, non segnato, che perché più ripido e “sulla spina del colle” ci pare possa portarci più velocemente al capitello. Abbiamo ragione: in breve raggiungiamo il piccolo manufatto, 1386 m.s.l.m., costruito in posizione panoramica. Ci soffermiamo un poco affacciandoci sulla valle sottostante, a sud scorgiamo il paese di Stenico, a nord est i Prati di Valandro, l’omonimo monte e altre cime di cui ignoriamo il nome. Purtroppo raggiungere i Prati sarebbe troppo lungo per questa stagione, lasciamo il sentiero 346 e seguiamo il segnavia 347 verso Malga Platz, sempre sulla destra orografica della valle ma in direzione opposta a prima per fare un ampio giro ad anello. Dopo un piccolo tratto in salita il sentiero prosegue in costa in mezzo al bosco, camminiamo speditamente anche se con un po’ di attenzione: il viottolo, ricoperto di foglie, taglia un versante boscoso molto ripido che scende fino al fondo della valle. Troviamo anche qualche tratto con pareti rocciose dove è presente una fune metallica, necessaria solo in presenza di neve o ghiaccio, qui la cengia è abbastanza ampia. Finalmente dopo circa mezz’ora aggiriamo il colle andando decisamente verso ovest e dall’alto vediamo i pascoli dove sorge Malga Platz.

Scendiamo sempre in mezzo al bosco di latifoglie fino a raggiungere i prati, alcuni bellissimi alberi di faggio dominano il pianoro. Malga Platz o Malga Prato di Castello si trova a 1390 m.s.l.m. ed è aperta solo nella bella stagione, da qui possiamo vedere alcune cime innevate del gruppo dell’Adamello, il Carè Alto e più a nord il Brenta. Facciamo un breve giro nei paraggi fino a un’altra graziosa costruzione di legno, poi scendiamo verso la Baita dei Cacciatori e prendiamo la carrareccia che torna in direzione est verso Stenico. Sono in corso lavori per cementificare la stradina sterrata, per quanto sia una bruttura, è indispensabile per raggiungere la malga.

Un’altra ora di cammino e raggiungiamo il paese, senza toglierci gli scarponi facciamo il giro delle belle fontane in pietra e poi andiamo a visitare il maestoso Castello che domina con la sua mole Stenico e il circondario.
Se ci seguite, racconteremo la visita in seguito a Stenico merita una visita, oltre al Castello, il percorso “Bosco Arte Stenico” e la vicina cascata del Rio Bianco.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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