
Anello delle Tre Cime di Lavaredo
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 23-06-2013
Cima: Tre Cime di Lavaredo
Gruppo Montuoso: Dolomiti Ampezzane Dolomiti di Sesto
Cartina: Tabacco foglio 010 Dolomiti di Sesto
Segnavia: CAI 101 – 105 (alta via 4)
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 2320 m.s.l.m
Quota da massima: 2454 m.s.l.m
Dislivello: 134 m.
Tempi di percorrenza*: 5 ore in giornta
Giro: Circolare, Anello
Punti di appoggio: i rifugi in loco in periodo di apertura
Acqua, sorgenti: non osservate
Località: Auronzo di Cadore, Misurina
Copertura cellulare: sì parziali
Parcheggio/i: sì a pagamento
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
le Tre Cime di Lavaredo sono un richiamo irresistibile e anche se l’itinerario classico è fin troppo frequentato, non potevamo mancare di fare il giro completo ai loro piedi. Salvatore le ha a lungo desiderate dopo averle viste solo da lontano, Paola ci è stata più volte, ma ci ritorna ogni volta con entusiasmo.
Anello delle Tre Cime di Lavaredo
da Belluno raggiungiamo Auronzo e poi Misurina, m. 1754 s.l.m. E’ ancora presto e ne approfittiamo per ammirare il lago che la leggenda vuole nato dalle lacrime versate per la sua bambina morta dal Re Sorapiss, trasformato in montagna. Dopo circa due chilometri vediamo l’altro bellissimo specchio d’acqua, il lago d’Antorno, da dove partono numerosi sentieri: verso il Monte Piana, i Cadini, il Sorapiss e le stesse Tre Cime. Poco dopo troviamo una sbarra: la strada continua a pagamento, il pedaggio è piuttosto oneroso (il Comune di Auronzo lo aumenta di anno in anno) l’alternativa più economica è salire a piedi per il sentiero 101 decidiamo di sostenere l’economia locale e proseguiamo con l’auto e dopo circa 6 chilometri di strada asfaltata in ripida pendenza arriviamo al parcheggio e al vicino Rifugio Auronzo, m. 2320 s.l.m. sono le 8 del mattino, il sole splende e la vista sui Cadini di Misurina è splendida. Incominciamo a camminare sulla comoda stradina sterrata, segnavia 101, ai piedi delle imponenti torri delle Tre Cime, i turisti sono ancora poco numerosi e possiamo goderci il panorama in pace. Dopo 15 minuti superiamo la cappella dedicata a S. Maria Ausiliatrice, alla nostra destra su un pianoro prativo, disseminato di massi scorgiamo la stele dedicata a Paul Grohmann, il primo salitore della Cima Grande di Lavaredo cui è dedicata anche l’Alta Via n. 4. E’ naturale alzare gli occhi verso le pareti alla nostra destra, sopra i ghiaioni ecco la Cima Ovest, la Cima Grande e finalmente la Cima Piccola, due alpinisti, piccoli come puntini, stanno scalando una delle famose e innumerevoli vie tracciate su queste bellissime cime. In mezz’ora siamo al Rifugio Lavaredo m. 2344 s.l.m. proprio sotto il famoso Spigolo Giallo della Piccola di Lavaredo. Continuiamo sul sentiero 101 verso sinistra e saliamo a zig zag i circa 100 metri che ci separano dalla Forcella Lavaredo 2454 m.s.l.m. E’ da qui che oltre alla visione delle pareti nord delle Tre Cime, che si alzano come tre possenti dita di dolomia, abbiamo la vista della Croda Passaporto e del Paterno, del Sasso di Sesto con ai piedi il Rifugio Locatelli, il Teston di Rudo, la Torre dei Scarperi, la Torre di Toblino…

Non ci stancheremmo di guardare, ma alla fine scendiamo verso il rifugio tra due alti muri di neve di accumulo, nei piccoli spazi liberi dalla neve sono spuntate le prime soldanelle, è ancora troppo freddo per le fioriture dei gialli papaveri e di tutti gli altri fiori che più avanti copriranno le rocce con i loro cuscinetti colorati. La vista sulle Cime e sui monti intorno a noi è sempre più bella, in particolare ci attrae il Paterno con le sue guglie, abbiamo sempre in tasca il proponimento di percorrere il sistema di gallerie di questo monte. Tutta questa zona è stata uno dei teatri della I^ Guerra Mondiale, qui correva il confine tra lo stato italiano e quello tedesco e le testimonianze sono ancora evidenti. Dopo la discesa una breve salita ci porta al Rifugio Locatelli, m. 2405 s.l.m. che raggiungiamo verso le 9.40. Facciamo una breve sosta sempre attirati dalla splendida vista delle montagne e anche incuriositi dalla presenza di una rievocazione storica, soldati con le uniformi della prima Guerra salgono appesantiti da zaini, obici e munizioni l’ultimo strappo che porta al rifugio. Poi scendiamo nella valle sottostante per aggirare le cime verso nord-ovest, la neve non è molta e sui magri prati bagnati si formano piccole pozze d’acqua. Tutto il pianoro è punteggiato da scritte formati con i sassi: nomi, date, cuori, frecce, simboli, moltissime persone hanno pensato di lasciare un segno sotto queste incomparabili cime che ci accompagnano imperturbabili durante tutto il percorso. Prima di risalire nuovamente abbiamo la sorpresa di trovare alcune marmotte che posano per noi tra le chiazze di neve, sembrano un po’ perplesse: siamo in pieno Giugno ma quassù pare di essere in Febbraio. Saliamo fino al Col Forcellina m. 2232 s.l.m. e poi raggiungiamo il Ristoro Langalm (Capanna dei Pastori) verso le 12.00 dove decidiamo di fermarci con le gambe sotto al tavolo davanti ad un bel piatto di canederli.

Un’ora dopo usciamo per fotografare un po’ i dintorni, con le gambe stranamente pesanti dopo la graditissima sosta. Raggiungiamo alcuni laghetti da dove nasce il fiume Resia, che poi scende lungo la Valle di Landro, impossibile non fotografare ancora e ancora le Tre Cime da ogni angolatura e i cuscini di fiori anemoni, genziane, soldanelle che troviamo ovunque. Poi riprendiamo il cammino lungo il sentiero 105, oramai vediamo solo la Cima Ovest del Gruppo alla nostra sinistra. Attraversiamo un ghiaione e in seguito arriviamo alla Forcella de Col de Mèdo m. 2315 m.s.l.m. Anche qui il panorama è vasto e stupendo: in basso il lago di Misurina sovrastato dal Sorapiss, a sinistra i Cadini e a destra il Cristallo e il Piz di Popena. Dopo un ultimo sguardo non ci resta che raggiungere il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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Che meraviglia! Noi abbiamo da poco fatto un giro tra i laghi ghiacciati di Auronzo, Misurina e Braies, ma siamo rimaste così incantate che non vediamo l’ora che arrivi la primavera per concederci più tempo per scoprire queste zone! Sicuramente l’anello delle Tre Cime di Lavaredo sarà nella lista! 😉
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ciao e grazie per l’intervento… così poi puoi segnalarmi eventuali errori o particolari importanti dimenticati… la zona è comunque molto, molto bella
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sono contenta che questa escursione sia piaciuta, le Doloniti sono una meta affascinante. Potendo fermarsi due-tre di giorni è possibile, pernottando in uno dei rifugi, fare più di un’escursione in questa zona: Tre Cime, Pian di Cengia, Rifugio Comici, Croda de Toni (tuoni), Rifugio Carducci, Misurina, Monte Piana, Rifugio Fonda Savio e Cadini di Misurina. Ogni itinerario offre scorci bellissimi sulle montagne!
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Grazie mille @artepaolablog per le escursioni suggerite, me le sono annotata 😉 Vi terremo aggiornati sui nostri trekking in alta quota! 😉
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