
Cima Sasso Bianco 2407 m.
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 18-08-2013
Cima: Sasso Bianco
Gruppo Montuoso: Marmolada
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza
Segnavia: tracce e sentieri non numerati breve tratto del 682 al rientro
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1.256 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2.407 m.s.l.m
Dislivello: m. 1.151
Tempi di percorrenza*: 9 ore comprese soste e riposi
Giro: Anello
Punti di appoggio: Rifugio Sasso Bianco 1840 m.s.l.m.
Acqua, sorgenti: sì nei pressi delle casere lungo il percorso
Località: Caracoi Agoin
Copertura cellulare: Parziale
Parcheggio/i: sì pochi posti in paese
Partecipanti: gli autori e due coppie di amici.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Escursione del 2013 ve la raccontiamo…
oggi è una giornata magnifica, scegliamo un itinerario a torto poco frequentato se non dagli escursionisti che amando i luoghi lontani dai percorsi di massa ne apprezzano la bellezza e la serenità.
Cima Sasso Bianco
da Belluno raggiungiamo Alleghe, superato il paese e il lago attraversiamo il torrente Cordevole in località Le Grazie e seguiamo le indicazioni per la frazione di Caracoi Agoin, dove parcheggiamo. E’ un’assolata giornata di luglio e siamo in sei, tre uomini e tre “ragazze”. Da Caracoi m. 1256 s.l.m. seguendo le indicazioni per Bramezza ci incamminiamo su per stradina che passato il paese diventa un sentiero, ci sono due fontane lungo il percorso. Superiamo un torrente, il Ru’ de Molin, e proseguiamo fino a incontrare una forestale (cartelli) in mezz’ora raggiungiamo Bramezza, m. 1450 s.l.m. un piccolo villaggio con una prima magnifica vista sulla valle e sui monti circostanti. Le caratteristiche case in pietra e legno ci appaiono al momento disabitate, ma ben curate, una bella fontana-abbeveratoio ci permette di rifornirci di acqua fresca. Seguendo le indicazioni “Malga Bur, Cima Sasso Bianco”, prendiamo a sinistra il sentiero nel bosco che ci conduce in mezz’ora scarsa fino a Casera Bur, m. 1632 s.l.m. costruita in mezzo ad una bella radura da dove si gode un altro bellissimo panorama. Non incontriamo anima viva, a parte alcune pecore e un agnellino che brucano seminascosti in mezzo ai mughi. Adesso la salita si fa più ripida e faticosa, sempre nel bosco fino a sbucare presso i fienili di Tabiài Forca, in rovina. Un altro cartello ci indica a sinistra il Rifugio Sasso Bianco e l’omonima cima, proseguiamo sotto il versante sud del Monte Forca attraversando ripidi prati, accompagnati dalla vista del Piz Zorlet e di altre cime, sotto di noi scorgiamo il Rifugio Sasso Bianco.

Giunti a un’ampia sella prativa troviamo numerosi cartelli e decidiamo di dividerci in due gruppi: noi due e i due uomini proseguiremo diritti per la cima, le due donne scenderanno al Rifugio e ci aspetteranno lì. In quattro avanziamo decisi continuando sul sentiero che aggira la sommità del Sasso Nero (di origine vulcanica) fino a un’insellatura sassosa. Ci fermiamo un momento prima di affrontare l’erta salita fino alla cima (veramente le cime sono tre) approfittando della sosta per ammirare il panorama sulle pareti della Civetta e del Pelmo. Continuiamo per tracce salendo il ripido pendio a tratti roccioso, fino a raggiungere una forcella e poi seguendo gli ometti e i segni sui sassi raggiungiamo finalmente la cima principale, m. 2407 s.l.m. La vista dalla vetta merita tutta la fatica, a sud la parete nord ovest della Civetta ci appare in tutta la sua grandezza, girando lo sguardo poi cogliamo tutte le più belle cime delle Dolomiti, Tofane, Croda Rossa, Cristallo, Antelao, Pelmo, Marmolada…

A malincuore scendiamo e raggiungiamo le due amiche al Rifugio Sasso Bianco, m. 1840 s.l.m. dove facciamo una pausa per mangiare qualcosa e bere una birra. Questo luogo merita una sosta, è un belvedere magnifico sulla Civetta e la vista sui prati sottostanti, punteggiati da bei fienili, ispira una tranquillità che rende il posto fiabesco.

Dal rifugio risaliamo fino alla sella con i cartelli e per la discesa scegliamo un percorso ad anello più lungo prendendo il sentiero in direzione Giardogn, non sappiamo come ma ad un certo punto scendiamo per una “scorciatoia” scomoda piena di salti, mughi e sassi ma alla fine arriviamo alla valletta prativa dove sorgono i bei fienili di Giardogn. Stanchi della “variante Satana” ora proseguiamo più comodamente per la stradina sterrata, ignorando altre tracce, scendendo a lungo e con svolte ripide verso Caracoi Cimai. Prima di raggiungere il paesetto prendiamo a destra un sentiero che attraversando prati e boschi ci conduce sulla strada per Caracoi Agoin e alle nostre auto. Un bellissimo, lungo itinerario che ci ha donato panorami meravigliosi e la serenità dei luoghi poco frequentati dal turismo della domenica.
il Rifugio e la Cima Sasso Bianco sono raggiungibili anche per altri sentieri con partenza dalle frazioni di Piaia o Costoia del comune di san Tomaso Agordino;
dalla cima principale del Sasso Bianco si possono raggiungere avendo un po’ di tempo le altre due cime meno elevate;
Il Rifugio Sasso Bianco in località Tabiài de Ciamp offre un’ottima cucina tradizionale Agordina, posti letto e cuccette. Tel. 0437 598003 infodolomiti.it
Nota storica: nel villaggio di Bramezza sono tuttora visibili alcuni curiosi camini di foggia ottomana, in questi luoghi infatti la Repubblica di Venezia deportò i prigionieri turchi per farli lavorare nelle miniere. Il termine “Caracoi” è simile al turco “Kara Koy” (Kara = villaggio Koy = nero)
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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