
Dintorni di Carve
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 20-02-2019
Città: Belluno Carve di Mel (BL)
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico Turistico: (T) o turistico, Itinerario di ambito locale su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico – ricreativo (nella scala di difficoltà CAI è classificato T – itinerario escursionistico – turistico). carrarecce, strada
Tempi di percorrenza*: 2 ore
Giro: anello
Quota partenza: 539 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 600 m.s.l.m.
Dislivello: 60 metri…
Parcheggio/i: sì
Acqua, sorgenti: sì fontane sul percorso
Tappa del percorso: Carve di Mel, Zelant, Pellegai, località Frende, Pellegai Samprogno, Carve di Mel
Partecipanti: Cristina e Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
oggi io e la mia amica Cristina decidiamo di fare una passeggiata tanto per tenerci in forma. Abbiamo poco tempo a disposizione perché alle 15 vogliamo partecipare a una conferenza (tema la presenza del lupo nei nostri territori); per fortuna la nostra meravigliosa provincia ci permette di avere bellissimi itinerari anche a due passi da casa.
Dintorni di Carve
parto da Belluno alle 9.40, tutta la Val Belluna è sommersa da una spessa coltre di nebbia che si dilegua solo poco prima del bel paesetto di Carve, dove abita la mia amica. Ci avviamo per un breve tratto in salita in direzione di Zelant, poi giriamo a sinistra imboccando una stradina innevata che s’inoltra nel bosco. Il paesaggio, immerso nel silenzio, è fiabesco. Gli alberi spogli ci permettono di guardare lontano, verso il Visentin, la Schiara, il Pizzocco e la Val Belluna, tutta la pianura del Piave è sommersa dalla nebbia mentre il sole splende ovunque sopra i 500 metri. Passiamo vicino a una casa rurale abbandonata, come oramai tante nel nostro territorio. Scendiamo dolcemente, ma con attenzione perché il percorso è ghiacciato, verso il paese di Pellegai che raggiungiamo facendo un ultimo tratto su strada.

Siamo su un vasto pianoro soleggiato e bianco di neve, cosparso da case isolate, il centro del paese è dietro un piccolo rilievo collinare alla nostra sinistra, vediamo però, anche da lontano, lo snello campanile della chiesetta che ci dà il benvenuto. Proseguiamo a lato strada arrivando in località Frende, la piana è molto bella, davanti a noi a est abbiamo il Visentin, tutt’intorno poche case (non manca un agriturismo), ampi prati e campi coperti di neve con dolci colline che si alzano a sud ovest verso Zelant. Gli alberi da frutto sono spogli ma sono “addobbati” dal vischio, qualcuno ha una ventina di questi cespugli sui rami.

Torniamo indietro prendendo una stradina che ci porta prima a Pellegai e poi a Samprogno, un altro piccolo borgo dalle origini molto antiche, purtroppo anche qui, accanto a qualche casa nuova o ben ristrutturata vedremo molte case in abbandono. Nel percorso non ci stanchiamo di ammirare ancora la Val Belluna, dal Tomatico alle Vette Feltrine, ai Monti del Sole e via via fino ai monti dell’Alpago, passando per prati ben tenuti vicino a boschetti di betulle, frassini e faggi. A Samprogno passiamo davanti alla Chiesetta della Santissima Trinità con accanto il piccolo cimitero, posto al sole: nei nostri paesi si usava riservare ai propri cari defunti il posto migliore! Adesso non ci resta che ritornare a Carve su strada, poco trafficata, in tempo per il pranzo dell’una che Cristina prepara per me e i suoi familiari
in poco tempo e con la solita bravura, sono fortunata ad avere una cara amica che è un’ottima cuoca!
Alle 15 ci rechiamo a Mel (uno dei borghi più belli d’Italia) al Palazzo delle Contesse per seguire l’intervento del Dott. Stefano Vendrami sulla controversa presenza del lupo in territorio bellunese. L’incontro è stato molto interessante, il problema è molto sentito e la sala era gremita. Il relatore ha illustrato con chiarezza la provenienza, i percorsi e le presenze dei piccoli branchi di lupo arrivati nei nostri territori, smontando molte false credenze apparse sulla stampa e sui social.
Bel fine serata, a dimàn come dice il nostro amico Vito.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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