
Zimon del Terne
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 15-2-2019
Cima: Terne
Gruppo Montuoso: la Schiara
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: C.A.I. 508 (mulattiere)
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico in Ambiente Innevato. Escursionisti Esperti (a tratti esposto)
Quota partenza: 694 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1794 m.s.l.m.
Dislivello: m. 1100
Tempi di percorrenza*: 6.30 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: nessuno superate Case Bortot
Acqua, sorgenti: sì fontana a Case Bortot ma portrsi acqua
Località: Gioz (Bolzano Bellunese)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì località Case Bortot
Partecipanti: Diella, Gino, Massimo, Paola, Sal
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
le cime sono un richiamo irresistibile per un escursionista che vuole perdersi nell’infinito delle Dolomiti Bellunesi. Sto guardando dalla finestra l’alta e magnifica muraglia della Schiara e le vette che le fanno da corona pensando a qualcosa da fare in questi giorni, visto che sono in ferie. Oggi il Terne spicca davanti a me mezzo verde e mezzo bianco. Penso: non l’abbiamo mai raggiunto d’inverno! breve giro di telefonate… e così accettiamo l’invito di Gino e ci aggreghiamo alla piccola compagnia.
Zimon del Terne
da Belluno ci dirigiamo verso Bolzano Bellunese da dove la strada prosegue in discesa per la frazione di Gioz. Passato il ponte sul torrente Mèdon, la stretta strada asfaltata ritorna a salire per tornanti fino in località Case Bortot, 694 m.s.l.m. Parcheggiamo l’auto nello spiazzo poco sopra la Locanda e qui ci raggiungono gli amici Gino, Diella e Massimo.
Partiamo da Case Bortot e seguendo le indicazioni “Zimon del Terne” saliamo a destra (variante per Mione verso sinistra) per una ripida strada che, lasciate le ultime case, diventa una mulattiera che sale sempre ripida e a tornanti in mezzo ai boschi. Siamo sulla costa del Prà de Terne. Al primo bivio andiamo a sinistra, innestandoci su un largo sentiero, continuiamo a salire fino a incrociare un sentiero che si stacca sulla destra (cartello) e che prendiamo, lasciando il nostro che porta a casera Laronch. E la salita continua, sempre nel bosco misto, la neve è assente sui pendii, questo versante è rivolto a sud e ben soleggiato, troviamo i primi tratti innevati solo nelle radure in mezzo agli abeti. Raggiungiamo un altro bivio, c’è anche un piccolo spiazzo con panchina da cui possiamo ammirare la Val Belluna e il corso del Piave. Dopo una brevissima sosta prendiamo la mulattiera di mezzo che sale diritta, segnalata da un piccolo cartello “Zimon del Terne” su un tronco tagliato, infatti, qui troviamo diversi abeti stroncati dal tornado-tempesta Vaia (ottobre- novembre 2018). Qualcuno ha già provveduto a sistemare e tagliare le piante spezzate dalla furia del vento per cui il sentiero è libero. Continuiamo a salire fino a raggiungere un riparo di fortuna, una piccola baracca di sassi, dove prendiamo verso destra (segnale) e continuiamo a salire, il bosco si fa meno fitto e i faggi sostituiscono gli abeti. Cominciamo a vedere senza troppi impedimenti la Talvena piccola sull’altro lato della valle del Medòn, la Pala Alta e la Pala Bassa con la forcella che le unisce.

Scontato il pensiero di aggiungere alla nostra lista le due Pale, alla Talvena siamo già saliti anni fa. Il sentiero corre sotto i pendii del versante ovest, superiamo una breve cengia attrezzata con una fune metallica e proseguiamo fino a uscire definitivamente dal bosco. Ora saliamo a zig zag una ripida pala erbosa fino a raggiungere i pendii innevati che sono solo l’inizio della lunga salita in cresta fino alla cima del Terne. Sappiamo che la nostra fatica sarà compensata dalla vista di panorami sempre più vasti. Facciamo una breve sosta al Prà de Camp su alcune roccette che emergono dalla neve.

Da qui affrontiamo l’ultimo interminabile tratto ripido che segue tutta la cresta e ci porta a quota m.1648, un’ante-cima del Terne ma ci sono ancora circa 100 metri di dislivello per raggiungere la vetta, i più esposti e panoramici. I nostri amici battono la traccia che in alcuni punti corre quasi sul bordo dei precipizi che guardano la Schiara: alla nostra sinistra degradano i ripidi prati innevati, alla nostra destra precipitano le verticali pareti rocciose. Dopo un ultimo strappo ripido, dove però la cresta è più larga, arriviamo alla cima che, a dire il vero, non è molto spaziosa. Finalmente possiamo ammirare tutto il gruppo della Schiara che si staglia contro il cielo blu intenso: Pala Bassa, Pala Alta, Tiron, Schiara, Gusela, Pelf, Serva. Più lontani vediamo i Monti del Sole, il Pizzocco, le Pale di San Martino e poi tutta la pianura del Piave e le Prealpi che la contornano. Non vorremmo scendere, sono solo le 11,30 ma dobbiamo sbrigarci, la neve sui pendii potrebbe cedere e non vogliamo rischiare. Scendiamo fino a raggiungere nuovamente le roccette e qui facciamo la nostra sosta-pranzo al sole, completamente in pace. La discesa sarà un ripetersi di emozioni e panorami sullo stesso sentiero di salita.
il parcheggio in località Case Bortot è il punto di partenza per il sentiero che porta al Rifugio VII Alpini, 1504 m.s.l.m., sotto le bellissime pareti della Schiara, la meta più classica per i bellunesi (circa 3 ore). Costituisce anche il punto d’arrivo dell’Alta Via n. 1 dal Lago di Braies a Belluno. Dal Rifugio è possibile effettuare numerose escursioni e diversi percorsi attrezzati, è presente anche una palestra di arrampicata su roccia;
a Case Bortot è presente l’omonima locanda; poco dopo Gioz in via Prà de Luni 4 c’è il Ristorante al Mulino con un’ottima cucina che varia a seconda dei prodotti della stagione, personale accogliente e cortese.
il borgo denominato “Case Bortot” è un piccolo agglomerato di case rustiche che merita una visita, andrebbe maggiormente valorizzato;
dallo stesso parcheggio è possibile effettuare altre escursioni, al Bus del Busòn (una antichissima forra), alle casere delle pendici del Terne, alla Val Medòn, alla Forcella Monpiana, alla casera dei Pez e molte altre; appena più a valle dalla frazione di Vial (cappella sulla strada) si può visitare l’orrido del Pont de la Mortìs.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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