
Laghi di Monticolo e le rovine di Castelchiaro
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 16-03-2019
Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Mendola
Cartina:
Segnavia: n. 20 -19 -18
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico Turistico: (T) o turistico, Itinerario di ambito locale su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico – ricreativo (nella scala di difficoltà CAI è classificato T – itinerario escursionistico – turistico).
Quota partenza: 216 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 576 m. s.l.m.
Dislivello: m. 348 Caldaro Laghi del Monticolo + 200 per Castelchiaro
Tempi di percorrenza*: 5 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Caldaro, Monticolo, aree ricreative in percorso
Acqua, sorgenti: no
Località: Caldaro (BZ)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì a pagamento a Caldaro
Partecipanti: Daria, Paola, Salvatore
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
questo itinerario si può dividere in due parti, la prima da Caldaro per la Valle della Primavera e giro dei laghi di Monticolo, la seconda dalla Valle alle rovine di Castelchiaro e ritorno. Noi oggi, partiti col proposito di fare una passeggiata tranquilla tra i vigneti, i boschi e le acque dei laghetti, dell’Alto Adige finiamo per compiere un percorso più articolato perché lo allungheremo per visitare le rovine della fortezza che domina dall’alto la piana di Caldaro.
Laghi di Monticolo
partiamo da Trento e prendiamo l’autostrada per Bolzano, vogliamo fare un’escursione ai Laghi di Monticolo. Usciamo a Egna-Ora lasciando la Valle dell’Adige per andare in direzione di Appiano. Siamo sulla Strada del Vino, come possiamo notare dai vigneti che si estendono ovunque da una parte e dall’altra della strada. Raggiungiamo la sponda ovest del Lago di Caldaro, a circa 40 km da Trento, lo specchio d’acqua più esteso dell’Alto Adige, molto frequentato dai turisti, infatti non mancano alberghi, ristoranti e camping. Il paese di Caldaro è a pochi chilometri, situato sotto il Gruppo Montuoso della Mendola, ma lo visiteremo un’altra volta. Lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento nei pressi del Ristorante Geier e seguiamo le indicazioni, per la Valle della Primavera “Frühlingstal” sentiero n. 20. Il percorso, molto ben segnalato, incomincia in mezzo a vigneti e frutteti, dopo una decina di minuti raggiungiamo uno stradone che dobbiamo attraversare per proseguire su una forestale (cartelli) verso sinistra addentrandoci nel bosco di Monticolo. A destra è indicato il sentiero n. 18 per i “Ruderi di Castelchiaro”, inutile dire che la torre che svetta sul Monte di Mezzo ha già attirato la nostra attenzione e ci proponiamo di fare una deviazione per visitarla al ritorno. Procediamo per il nostro sentiero (cartelli con avviso presenza di zecche, divieto di circolare in bici, gli altoatesini sono precisi in tutto!) che si snoda in mezzo agli alberi, il sottobosco è ricco di cespugli di pungitopo che troveremo quasi dappertutto e poi proseguiamo nella Valle della Primavera. Questo luogo merita il suo nome, un bel ruscello, il Rio Angola, scorre nel mezzo e ai lati fioriscono migliaia di bianchi campanellini e anemoni blu, una vera meraviglia. Arriviamo a all’incrocio con un altro sentiero dove su un enorme albero di Ontano è apposto un cartello: “Quellbaum Horch an meinem Wurzeln”. Grazie ad una gentile signora tedesca, sappiamo che invisibile sotto le sue poderose radici c’è una sorgente, appoggiando l’orecchio al tronco la si sente scrosciare. Poi continuiamo per il nostro sentiero salendo alcune scalette di legno e proseguendo nella bella valle fiorita arriviamo ad una radura con un posto di ristoro. E’ troppo presto per fermarci e andiamo avanti, il bosco misto di ontani, faggi, carpini resta al nostro lato destro, a sinistra vediamo il piccolo paese di Monticolo e i vigneti che degradano fino a lato del sentiero.

Il campanile comincia a suonare il mezzodì e ce lo ricorderà per un quarto d’ora. Più avanti il paesaggio si fa palustre, siamo oramai vicino al Lago Grande di Monticolo. Troviamo con nostra sorpresa alcuni tratti del lago vicini alla sponda ancora completamente ghiacciati, d’inverno pare che sia possibile, anche se vietato, pattinare sulla superficie. Ci incuriosisce molto anche una costruzione in pietra simile ad un piccolo castello nordico, chiusa e di proprietà privata. Proseguiamo per fare il Giro dei Laghi, camminiamo in senso antiorario sulla riva orientale del lago, il gioco della luce e delle ombre sull’acqua crea effetti bellissimi. Compiuto metà giro, dove le basse sponde da erbose diventano più alte e formate da rocce levigate, proseguiamo per il Lago Piccolo (Kleiner See), di forma semicircolare e completamente circondato dal bosco. Anche questo laghetto, come il primo, è di origine glaciale e balneabile nella bella stagione, ci sono vari “trampolini” artigianali da cui i turisti possono tuffarsi: pioli sui tronchi degli alberi protesi sulle acque e corde che penzolano dai rami. Sono invece proibite le imbarcazioni sia a vela che a motore, vengono offerti a pagamento canoe e mosconi a remi. Compiamo il giro del lago e poi torniamo al Lago Grande, sponda occidentale, dove si trovano alcuni stabilimenti balneari provvisti di scivoli, piscine e altre attrazioni. Arriviamo alla passerella che attraversa il lago poco prima del paese di Monticolo e passiamo sul lungo pontile tornando ad incrociare il nostro sentiero per la Valle della Primavera. Adesso scendiamo nella Valle fino al posto di ristoro dove facciamo una sosta con un Krapfen e una birretta, sono ormai le 15 e ce li meritiamo. Da qui invece di scendere verso Caldaro per lo stesso percorso fatto in mattinata, prendiamo a sinistra il segnavia n. 19 salendo prima per una stradina asfaltata e poi seguendo la forestale che scende gradatamente in una valletta circondata da un bosco con alcuni enormi castagni, ognuno segnalato da un cartellino come “Albero Monumentale”. Sbuchiamo nei pressi di Kreither (Novale al Varco), poco sotto il valico che collega Caldaro a Vadena e alla Valle dell’Adige. Nel piccolo parcheggio a lato strada troviamo la segnaletica “n. 18- Denti di Cavallo-Rovine di Castelchiaro”.
e le rovine di Castelchiaro
Nonostante siano quasi le 17 Salvatore e io decidiamo di salire, la fortezza rotonda del Castello è in alto davanti a noi e ci attrae come una calamita. La bella mulattiera è tutta in salita, in alcuni tratti è ancora lastricata e le pietre portano i segni delle ruote dei carri. Percorriamo un lungo giro attorno alle pendici del Monte di Mezzo, cerando vanamente la scorciatoia, menzionata in una relazione, che dovrebbe salire più ripida e corta verso il culmine del monte. Dopo una buona mezz’ora arriviamo al perimetro della cinta di mura e poi ai ruderi del Castello, costruito poco dopo il 1200 probabilmente su fondamenta ancora più antiche.

Castelchiaro (Leuchtenburg) è posto su uno sprone roccioso e domina sia la valle verso Caldaro e Appiano che la Valle dell’Adige, una vera fortezza che doveva incutere timore. Visitiamo prima l’esterno, una grande torre rotonda, senza aperture dal lato est/sud/ovest e poi saliamo all’interno da una porticina a nord, salendo da una scaletta in ferro appoggiata al muro. La piccola scala precaria è l’unico elemento non proprio da “sicurezza altoatesina” che incontriamo oggi. Dentro sono rimaste le mura di alcuni edifici e i resti di un affresco scolorito, forse uno stemma. Il maniero dopo un uso di secoli fu abbandonato nel 1610 e in parte restaurato un paio di decenni fa, sul posto sventola la bandiera altoatesina. Usciamo e ammiriamo dall’alto tutto il paesaggio sottostante, scorgiamo anche il piccolo parcheggio da cui siamo partiti, i masi Kreither e, un poco sotto il varco, i ruderi di un’altra fortificazione, Castelvarco. Il sole sta tramontando e la nostra amica ci aspetta, per fortuna scorgiamo poco sotto la cinta, lato nord, una traccia che scende nel bosco e la seguiamo.

E’ la famosa scorciatoia, il troi che scende ripido e sassoso sul versante che guarda verso il varco. In pochi minuti guadagniamo il primo tratto della mulattiera fatta in salita e capiamo perché non l’avevamo visto: un cartello nero con scritta bianca “UNGESICHERTE RUINE ACHTUNG LEBENSGEFAR ZUTRITT VERBOTEN” ci aveva dissuaso dal considerarlo. Le sole parole Achtung e Verboten erano state sufficienti ad immaginare un accesso privato difeso da mine antiuomo. Potenza della lingua tedesca (e della nostra ignoranza della stessa). Raggiungiamo la nostra amica e insieme scendiamo, sempre per il sentiero n. 18 che raggiunte le prime case diventa stradina e si congiunge alla ciclabile n. 20 portandoci verso il lago di Caldaro e il Ristorante Geiger. Un giro molto lungo che ci ha soddisfatti pienamente! Concludiamo la giornata, una volta giunti in terra trentina, accomodandoci al tavolo di una pizzeria in comune di Faedo.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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