
Gruppo della Schiara: Talvena Piccola
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 14-03-2019
Cima: ante-cima della Talvena Piccola
Gruppo Montuoso: Schiara
Cartina: Tabacco, foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: m. 512 CAI
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 704 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1520 m.s.l.m.
Dislivello: m. 816 m.
Tempi di percorrenza*: 5 ore
Giro: A/R Punti di appoggio: “bivacco” a m. 1300
Acqua, sorgenti: no
Località: Pascoli – Bolzano Bellunese
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì pochi posti
Partecipanti: Amy, Cristina, Silvano, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
le alte pareti della Schiara sono la visione che contemplo per prima ogni mattina aprendo la finestra. Davanti a queste, meno attraenti ma più accessibili, vedo la sagoma arrotondata della Piccola Talvena e quella più articolata e alta del Terne. Oggi propongo ai miei amici proprio l’escursione alla Talvena, sono passati diversi anni dal Febbraio 2011 quando Salvatore ed io eravamo saliti fino alla cima, è ora di tornarci.
La Talvena Piccola
partiamo da Belluno alle 8 di mattina, lasciamo un’auto a Vezzano in un ampio spazio a bordo strada e con l’altra ci dirigiamo verso la frazione di Bolzano Bellunese, poco distante. A lato della chiesa una stradina asfaltata sale fino alla località Pascoli (segnalata), proseguiamo di poco fino a arrivare a case Tovena, quota m. 704 e parcheggiamo davanti a una fontana di fronte alle abitazioni. Un cartello indica la direzione da prendere, il sentiero CAI 512, una bella mulattiera che sale abbastanza ripida nel bosco, nella stessa direzione anche l’itinerario “Pian de Neve-Zoppa-Tisoi”. Salendo possiamo vedere come un tempo questi luoghi fossero molto frequentati e sfruttati, queste pendici ora ricoperte da abeti e arbusti una volta erano pascoli per il bestiame. Arriviamo a Case Stalìch, tutte diroccate, le piante intorno indicano l’antica presenza di alberi da frutto: vecchi ciliegi e meli frammisti ai faggi e ai castagni. Continuiamo a salire, il sentiero si fa più ripido e non molla mai, il bosco sembra non dover finire. Finalmente a quota 1300 usciamo allo scoperto, un cartello ci indica, oltre alla quota, a destra il sentiero di salita alla cima e, a sinistra, quello che scende verso Casera Zoppa, sopra il paese di Barp. Per curiosità percorriamo pochi metri a sinistra fino a una tettoia, il “Ricovero Gèch De Biasi” tanto per ammirare il panorama su tutta la Valbelluna sotto di noi, ancora pervasa da una nebbiolina. Ritorniamo al piccolo bivio e riprendiamo il nostro sentiero che ora procede in cengia, un po’ esposto ma sicuro, sul fianco occidentale della Piccola Talvena.

E’ una traversata molto bella, davanti a noi abbiamo il gruppo del Pizzocco, le Vette Feltrine, i monti del Sole, vediamo la vetta del Peròn con la croce e, più in basso, la chiesetta di San Giorgio. Ben presto torniamo a salire per tornanti il costone erboso, per nostra fortuna il terreno è ben asciutto e i piedi poggiano senza scivolare. Arriviamo a una bella conca erbosa, nella loppa è rimasta una chiazza di neve. Un minuto di sosta per ammirare il panorama perché da qui cominciamo a vedere da nord-est a ovest: il Monte Serva, i monti dell’Alpago, il Visentìn e le Prealpi giù fino al Cesena, al Tomatico e al Grappa.

Nella Val Belluna aleggia ancora una leggera nebbia, ma scorgiamo tutti i paesi, il corso del Piave e del suo affluente Cordevole che lo raggiunge a Bribano. Seguiamo il sentiero che sale in mezzo alla loppa e, come avevamo notato Salvatore ed io anni fa, vediamo proprio ai lati della traccia alcune cavità seminascoste dalla vegetazione di arbusti, eriche ed erbe secche. Una delle buche è molto profonda, nelle altre tocchiamo il fondo con la racchetta, secondo noi costituiscono un pericolo e dovrebbero essere segnalate, basta un passo fuori sentiero e per caderci dentro rompendosi, se va bene, una gamba. Saliamo gli ultimi metri fino alla sommità, la cima vera e propria è pochi metri più a nord, una traccia tra i mughi conduce ad alcune roccette e alla punta, dove è stata posta una piccola croce. Noi ci accontentiamo di essere arrivati all’anticima, il panorama è ugualmente spettacolare e il posto un po’ più largo!

Dopo aver ammirato Burel, Schiara e tanta altra roba (cit. Gino Da Vià) scendiamo fino alla conca erbosa per fare la pausa-pranzo al sacco al riparo dal vento. Scendiamo per lo stesso sentiero di andata, superate le Case Stalìch continuiamo fino a trovare, sulla sinistra, l’indicazione per Schirada. Prendiamo questa direzione e il bel sentiero che scende nel bosco ci porta fino a un gruppo di case, una è stata ristrutturata mentre le altre sono in parte abbandonate. Riporto un episodio curioso: proprio in questo piccolo borgo io e mio padre, negli anni ’70, incontrammo un anziano abitante del luogo. Scambiando due chiacchiere ci confidò di essere stato “In città, a Belluno, solo una volta o due per andare al mercato”. Poi era sempre vissuto lì e si ricordava di quando, da giovane, lui e la sua famiglia andavano a fare il fieno fino ai prati sommitali della Talvena. Ritorno al presente: da Schirada ci avviamo per la stradina dove troviamo una bella fontana e altre ne troveremo sul percorso, l’acqua che manca in alto sgorga a questa quota. Proseguendo notiamo su un muretto a secco una lapide che ricorda due partigiani uccisi dai tedeschi. Arriviamo a un bivio, a sinistra si stacca il sentiero “Troi de la Madona de le Polse” che porta ad alcune case, a un capitello e alla sottostante Val Medòn. Noi continuiamo diritti. Da qui torniamo in breve a Case Tovena e alla nostra auto, Amy ci offre le fette di una buonissima torta opera sua e facciamo volentieri una pausa golosa. Ringrazio i miei amici per la bella giornata e anche i volontari che hanno provveduto a tagliare gli alberi caduti e a tenere libero questo bel percorso.
l’altra descrizione: 133 Cima Talvena
Autore/i: Paola Marini Gardin
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Pubblicato da Salvatore Stringari
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