
Lago Morto in Val Lapisina
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 14-09-2019
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: CAI 1044
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico facile passeggiata
Quota partenza: 280 m.s.l.m
Quota massima da raggiungere: 319 m.s.l.m
Dislivello: non rilevante
Tempi di percorrenza*: 1 h più le soste
Giro: anello, attorno al lago
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: no
Località: Borgo Piccin 280 m.s.l.m. Val Lapisina
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Salvatore Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
siamo al termine del nostro lungo viaggio in Italia centrale e in vista del Passo del Fadalto, per staccarci dolcemente dalle ferie, ci riposiamo in riva al lago in Val Lapisina e finiamo con una passeggiata, abbiamo sentito parlare dei “laghetti blu” e li andiamo a cercare.
Il Lago Morto e laghetti Blu…
ultimo giorno di ferie, prima di fare rientro a casa ci fermiamo in Val Lapisina, sulla spiaggetta del lago Morto, triste nome per un grazioso specchio d’acqua che promette sì un po’ di pace, ma non l’eterno riposo… La Val Lapisina è la breve vallata che oramai neanche consideriamo passando veloci sui viadotti dell’autostrada che la sorvola, negandoci la bellezza particolare del luogo. Noi stavolta ci fermiamo in questa conca che, con i suoi tre laghi, s’incunea da Vittorio Veneto fino ai piedi delle Prealpi Bellunesi, sotto la Sella del Fadalto. I laghi sono il Lago Morto, il lago del Restèl (Restello) con la torre medioevale di San Floriano e il Lago di Negrisiola.

Sono laghi artificiali, sfruttati per la produzione di energia elettrica, ma l’abbondante presenza di acqua indica che la zona in tempi remoti era lacustre, antichi bacini formatesi dal ritiro del ghiacciaio, del resto poco lontano c’è la sorgente del fiume Meschio e più in là si trovano i bei Laghi di Revine. Il lago Morto è quello più a nord, quota m. 274, ed è il più grande. Il suo nome funesto non ci deve ingannare, si chiama così perché non ha né immissari né emissari visibili, le vene d’acqua che lo alimentano sono sotterranee, ma è un bel posto che rende poetica anche la vista dei piloni dell’autostrada, raddoppiati perché si riflettono nelle sue acque. Lo raggiungiamo uscendo da questa allo svincolo di Vittorio Veneto Nord, proseguendo brevemente sulla Statale di Alemagna, a Nove svoltiamo a sinistra, scendiamo per la stradina e parcheggiamo il nostro camper in uno spiazzo erboso. Ci sono alcune abitazioni (località San Rocco), un punto di ristoro, un parco giochi per bambini, un bel prato dove passare tranquillamente qualche ora e una piccola spiaggia sassosa.
In stagione si può fare il bagno o noleggiare “mosconi” e barchette a remi. Dopo esserci rilassati un po’, prendiamo a destra il sentiero 1044, molto facile e panoramico, che scorre in riva al lago tra la vegetazione e i boschetti, regalandoci begli scorci sullo specchio d’acqua. L’autostrada è proprio sopra di noi da questo lato, ma non è un elemento di disturbo. Raggiungiamo dopo una ventina di minuti un bivio e seguiamo le indicazioni per i “Laghi Blu” salendo a destra per una stradina e raggiungiamo il Parco, una bella oasi a fianco della Centrale Idroelettrica, una costruzione di notevole pregio architettonico.

I laghetti sono veramente blu e i viadotti dell’autostrada ci si specchiano dentro, il prato è ben curato e molti alberi ombreggiano la zona pic-nic. Il posto è raggiungibile in auto dalla Statale di Alemagna, appena fuori dal parco c’è un vasto parcheggio. Proseguiamo passando per un piccolo abitato, “Borgo Piccin”, con la sua chiesetta, la fontana e, sorpresa, un’area sosta camper in costruzione.

Appena fuori dal borgo continuiamo il giro del lago per il sentiero che si snoda sotto le pendici del Col Visentìn, a un bivio prendiamo la strada sterrata verso sinistra e arriviamo prima sotto “Borgo Seoi” che intravediamo tra la vegetazione con le sue case diroccate, poi alla “Casa Rossa” una bella costruzione ancora abitata. In breve completiamo l’anello intorno al Lago Morto e ritorniamo al punto di partenza, è ormai il tramonto e la vista del lago è veramente incantevole.
il Lago Morto è sbarrato a nord dalla frana del Fadalto (che in epoche remote si dice abbia impedito il corso del Fiume Piave che da allora scende in Val Belluna) e a sud dalla frana di Nove. Riceve acqua da una condotta forzata dal Lago di Santa Croce, ma anche da infiltrazioni sotterranee, da sorgenti carsiche e dallo scarico della centrale di Fadalto. Il lago del Restello, ricavato sbarrando la forra rocciosa di San Floriano, riceve l’acqua dallo scarico della centrale di Nove e da diverse sorgenti, il Lago di Negrisiola, a sua volta, è alimentato dagli scarichi della centrale di San Floriano e da una sorgente di acqua, usata anche per gli acquedotti, che scorga alla temperatura sempre costante di 12°C.
Nelle vicinanze si possono visitare il Santuario di Santa Augusta, la cittadina di Vittorio Veneto, i Laghi di Revine o compiere innumerevoli escursioni sulle pendici delle Prealpi.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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