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Rifugio Tissi © Copyright By Paola Gardin

Dal Rifugio Vazzoler al  Rifugio Tissi

di Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Data: 31-07-2019 

Cima: Col di Rean 
Gruppo Montuoso: Civetta Moiazza 
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza 
Segnavia: C.A.I 555-560 
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). Percorso lungo! 
Quota partenza: 1135 m.s.l.m 
Quota da raggiungere: 2281 m.s.l.m 
Dislivello: m. 1166 
Tempi di percorrenza*: in giornata, 10-12 ore circa 20 km 
Giro: A/R + anello verso Malga Pelsa al ritorno 
Punti di appoggio: Capanna Trieste, Rifugio Vazzoler, Rifugio Tissi, Malga Pelsa. 
Acqua, sorgenti: sì, ma portare acqua 
Località: Listolade, Belluno Strada Regionale 203, 
Copertura cellulare: sì 
Parcheggio/i: sì 
Partecipanti: Waltraud e Paola 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

oggi siamo in due ad affrontare questo itinerario “classico” che tocca due bellissimi rifugi, il Vazzoler e il Tissi, sotto le torri e le guglie della Civetta. L’ambiente è vario e affascinante con ruscelli, prati, pascoli, boschi, ma sono soprattutto le magnifiche cime ad attirare il nostro sguardo. 

Dal Rifugio Vazzoler 

da Belluno percorriamo in auto la statale Agordina, passiamo Agordo e Taibon e raggiungiamo Listolade, qui prendiamo, proprio in mezzo alle case, la stradina asfaltata che s’inoltra in Val Corpassa, parcheggiamo nel grande piazzale davanti a Capanna Trieste. Passiamo il torrente Corpassa sopra un ponticello e incominciamo a salire per i tornanti della lunga strada sterrata, sentiero C.A.I. 555, ai lati, dopo le sassaie, ci sono abeti, larici e tantissimi mughi. Il nostro sguardo è attirato dall’imponente Torre Trieste, una colonna di pietra alta 800 metri e dalle pareti della Moiazza che ci fanno sentire piccole piccole. A una svolta troviamo una minuscola casera “Capanna Dottor Ginetto” vicino a una bella cascatella, lungo il percorso torrenti e altre cascate fanno da contorno e ci distraggono dalla monotonia della strada. A ogni tornante, su di un sasso, è riportata la quota, meglio non guardare quanti metri e quante svolte ci separano dalla meta, è preferibile ammirare, man mano che ci s’innalza, il panorama sulla Val Corpassa che ci lasciamo alle spalle, lo sguardo si spinge lontano, fino a vedere le Pale di San Martino. La strada sale gradatamente il pendio del Col Negro, arrivate ai piedi della Torre Trieste, al Pian de le Taie, diamo un’occhiata al sasso segnavia: 1524 metri, almeno 9 tornanti passati. Proseguiamo e giungiamo a un bivio, la nostra stradina 555 prosegue a sinistra verso ovest, a destra il sentiero 558 porta alla Val de le Sasse e alla Civetta, al nido d’aquila del Rifugio Torrani (un sogno per ora). Continuiamo seguendo la nostra strada sterrata e arriviamo al Rifugio Mario Vazzoler, in cima al Col Negro, a quota 1724 metri.

Bivacco Vazzoler © Copyright By Paola Gardin.

Ci sono tre costruzioni immerse nel bosco di abeti: il rifugio vero e proprio, una piccola cappella e una casetta-dormitorio che sembra una casa da bambola, pietra bianca, legno e imposte rosse, un cartello rassicura

“se sentite rumori, non sono i topi, ma i ghiri”.

C’è anche un bel Giardino Botanico, da visitare a maggio – giugno, adesso siamo in ritardo anche se sui prati di Pelsa troveremo una bellissima fioritura di garofani selvatici e sulle rocce di Col di Rean rododendri e altri fiori. Non ci fermiamo perché la strada è ancora lunga, continuiamo per la sterrata in mezzo al bosco, giungiamo a un bivio, un cartello indica a destra il bivacco E. Tomè a ore 4.30. Gli alberi qui sono tutti abbattuti (tempesta Vaia del 2018) e possiamo vedere la Torre Venezia, altra colonna di roccia alta 500 metri e tutto il susseguirsi di guglie e pinnacoli che già avevamo ammirato da lontano. Proseguiamo in mezzo al bosco, poi lasciamo la stradina 555 e prendiamo a destra il sentiero C.A.I. 560 per il Rifugi Tissi e Coldai. Trascuriamo le deviazioni a sinistra per Malga Pelsa e Case Favretti, avanzando verso la Sella di Pelsa, m. 1954 s.l.m.

al  Rifugio Tissi

E cominciamo un lungo saliscendi per le praterie del Pelsa, dove pascolano le mucche, pacifiche e ruminanti, salvo qualcuna che si incuriosisce al nostro passaggio. Wally ha un modo tutto suo di parlare con le bestie, le mucche la capiscono e più tardi ci accorgeremo che ci hanno seguito per un pezzo, fino ai pascoli sotto Col Rean, dove scorre l’acqua.

vicino al Rifugio Tissi © Copyright By Paola Gardin.

Numerosi macigni segnano il percorso, in alcuni piccoli incavi della roccia qualcuno ha messo un’immagine sacra, io ci aggiungo un fiore di legno, scolpito da mio papà, in ricordo di tutte le volte che siamo arrivati insieme fra questi monti, ammirato questo paesaggio selvaggio eppure tranquillo, mangiato i mirtilli e le fragole… Sulla Sella di Pelsa il segnavia 567 porta a sinistra verso il Bivacco Col Mandro, noi proseguiamo sul nostro 560, scendiamo di un centinaio di metri sulle belle praterie percorse da rivoli d’acqua della Val Civetta, in lontananza ci appare il Rifugio Tissi, quasi un miraggio. In mezzo ai prati c’è ancora un laghetto residuo, il terreno è tutto intriso d’acqua e allontanandoci dal sentiero ci impantaniamo un poco, niente in confronto a una sfortunata escursionista, planata su una “torta” fresca appena deposta da una vacca. Passiamo vicino ai ruderi del Cason di Col Rean, m. 1889 s.l.m. e poi riprendiamo a salire, trascuriamo l’indicazione a sinistra “direttissima Casera Casamatta”, la pendenza del nostro sentiero ci basta e avanza, fino a trovare l’ultimo bivio: a destra il sentiero prosegue per il Rifugio Coldai, a destra si va al Tissi. Interrompiamo per un attimo la salita, la vista delle pareti della Civetta, un susseguirsi di torri, guglie, cime che sembrano proseguire all’infinito ci toglie il fiato.
Arranchiamo con coraggio fino al Rifugio Attilio Tissi, metri 2250 s.l.m. e proseguiamo fino alla cima che ormai è a due passi, il tempo sta cambiando, le nuvole nere hanno coperto il sole, vogliamo arrivare alla Croce di vetta prima che piova!

al rifugio Tissi e la parete del Civetta © Copyright By Paola Gardin.

Eccoci sul colmo del Col di Rean, m. 2281, ci affacciamo sulla parete strapiombo, Alleghe e il suo lago sono 1300 metri di sotto, il panorama è magnifico: Sasso Bianco, Marmolada, Sella, Tofane, Cristallo, Cima Coldai, CivettaCi fermiamo al Rifugio per un buon pranzo annaffiato da due birre, i titolari sono molto ospitali, ascoltiamo il consiglio del gestore e lasciamo passare il peggio del temporale. Ne approfittiamo per parlare e pensare, ognuna immersa nei propri ricordi. Io penso a mio padre, a tutti le montagne che abbiamo salito insieme e a un amico d’infanzia che è precipitato da queste parti, nello scendere lasciò gli amici e il sentiero sicuro per fare una variante. Forse Casamatta, forse la Ferrata Fiamme Gialle, non ricordo. Dopo cominciamo la discesa, prima sotto una lieve pioggia e poi, per fortuna, nuovamente col sole pieno. Il cielo sereno dopo la pioggia ci fa apprezzare ancora di più la visione affascinante delle pareti della Civetta che cambiano di colore e prospettive con le ore che passano e sono magnifiche al tramonto. Il ritorno ci sembra interminabile, facciamo a ritroso lo stesso percorso dell’andata con un’unica deviazione per Malga Pelsa che tuttavia, dato che la sera si avvicina, non raggiungiamo, tagliando per i prati dove, tra i sassi, vediamo bellissime sassifraghe fiorite. Passiamo vicino a Case Favretti e ci ricongiungiamo con la stradina 560 poco prima del Rifugio Vazzoler. Questa volta facciamo una sosta scolando un paio di birrette per sostentamento, poi torniamo alla nostra auto e alle nostre case, abbiamo fatto tardi, siamo due felici, vecchie ragazze giramondo! 

Autore/i: Paola Marini Gardin 
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