
al Passo di Forca Rossa
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 29-09-2019
Cima: Passo di Forca Rossa
Gruppo Montuoso: Marmolada
Cartina: Tabacco foglio 06 Val di Fassa e Dolomiti Fassane
Segnavia: strada sterrata e tracce, parte del sentiero CAI 694
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1.808 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2.490 m.s.l.m
Dislivello: 682 m.
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: A/R
Punti di appoggio: Rifugi in zona
Acqua, sorgenti: sì
Località: Passo San Pellegrino
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì sulla strada del Rifugio Flora Alpina
Partecipanti: Mirta, Waltraud, Paola, Pier Mario, Silvano, Salvatore.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
per questa domenica è previsto un meteo variabile ma il tempo dovrebbe tenere, ci associamo con entusiasmo all’escursione proposta dall’amico Cecconetto S. , Cima Forca Rossa e, forse, Col Becher. Da Belluno, che oramai è la sede di partenza per tante escursioni, partiamo in cinque più Lulù, la cagnolina di Mirta.
Raggiungiamo Falcade e saliamo verso il Passo San Pellegrino, prima di raggiungerlo voltiamo a destra per il Rifugio Flora Alpina.
al Passo di Forca Rossa
Parcheggiamo l’auto in uno degli spiazzi prima del rifugio, dove ci aspetta il sesto bipede, Pier Mario. Compagnia al gran completo! Imbocchiamo la stradina per la Valfredda, siamo al confine tra il bellunese e il trentino, tra i comuni di Falcade e quello di Soraga. In breve raggiungiamo i prati e i boschi, poi quasi per magia sbuchiamo in mezzo ai “Casoni” di Valfredda, ben tenuti, da qui ammiriamo la corona dei monti illuminati dal sole del mattino! Passiamo in mezzo alle baite ristrutturate e vicino alla chiesetta dedicata al beato Pier Giorgio Frassati. Risaliamo il solco della Valfredda, che è ancora in ombra, l’aria è piuttosto fresca, come promette il nome.

Guadiamo il torrente e saliti sull’altra riva, trascuriamo il sentiero a destra che va a Malga i Lach e andiamo a sinistra, sul sentiero che ci porta a toccare Val di Forca, m. 1.991 e poi al bivio “Anter le Aive” m. 2.088 s.l.m. dove le scelte sono “di qua” o “di là”. Ruscelli tumultuosi scorrono a valle. Siamo nel regno delle marmotte. Noi andiamo di là, salendo fino al crocefisso che ci aspetta in alto e raggiungiamo il Pian de la Schita. Poi seguiamo semplicemente Pier Mario, bolognese di Bologna, che questi posti li frequenta e conosce oramai meglio di noi. Abbiamo lasciato, infatti, il sentiero (cartello “Forca Rossa”) più diretto, ma più scosceso e compiamo un largo giro sull’altopiano ondulato e sassoso, con vari saliscendi, su una comoda e panoramica mulattiera. Camminiamo nel territorio delle marmotte, ci sono tane ovunque, ma le padrone di casa fiutano la nostra mascotte Lulù e se la filano nei loro rifugi.

Le pareti che ci sovrastano sono stupende, Pizzo Le Crene, Formenton, Sasso di Valfredda, ma altrettanto belle sono le cime che ci lasciamo alle spalle, la Catena del Focobon, Mulaz, Pale di San Martino, Col Margherita, Juribrutto e Bocche… Raggiungiamo Forca Rossa, a quota 2486 m.s.l.m con un’ultima salita, il tempo è cambiato e si è rannuvolato, riusciamo a intravedere, affacciandoci alla forcella, Malga Ciapela nel vallone in mezzo alle nebbie. Peccato non vedere le meravigliose Cime d’Auta, completamente nascoste. Saliamo fino alla vicina elevazione, ma rinunciamo al Col Becher, fa freddo e tutto è oramai immerso nella nuvolaglia, ci abbassiamo velocemente e troviamo un riparo in mezzo alle rocce per il nostro frugale pranzo al sacco. Riprendiamo la marcia, invece di fare lo stesso itinerario di andata prendiamo il sentiero a destra e ci dirigiamo verso Fuciade, saliamo un bel ghiaione e poi ci abbassiamo gradatamente, raggiungiamo il bivio per il Passo de le Cirele (Jigolé m. 2.224) e continuiamo a scendere: in mezzo al vallone sassoso riusciamo a scorgere altre marmotte che si danno alla fuga, così fanno anche alcuni caprioli per niente propensi a incontri ravvicinati.

Arriviamo a Fuciade (o Fuchiade, m. 1.972) che è pieno di gente, facciamo rifornimento d’acqua nella bella fontana e poi scendiamo per la stradina che ci riporta al parcheggio e alle nostre auto. Ci congediamo a Falcade con il consueto giro di birre (alcuni aggiungono una deliziosa Paulowa) ripromettendoci altre belle giornate in questo ambiente meraviglioso.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
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Correzione testo di Paola G.
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