
Villa Manin a Udine
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 04-01-2020
Città: Passariano Udine
Provincia: Udine
Regione: Friuli Venezia Giulia
Tipologia: in viaggio, Musei
Punti di appoggio: Camper
Località: Passariano (UD)
Copertura cellulare: sì
Aree di Sosta o Parcheggio/: sì area sosta vicino alla villa per 8 Camper (senza corrente e acqua il giorno della nostra visita, il 4 gennaio)
Partecipanti: Autori
in Viaggio:
Villa Manin
fine settimana leggero e riposante: l’Epifania, che tutte le feste porta via, ci regala una buona occasione per viaggiare col nostro camper per ben tre giornate e ne approfittiamo per visitare un pezzetto di Friuli Venezia Giulia, abbiamo tanti progetti in sospeso… Partiamo da Belluno in direzione di Codroipo, l’antica Quadruvium fondata dai coloni romani che qui trovarono una zona ricca di risorgive, già insediamento abitativo fin dall’età del bronzo. Nella zona ci sono varie ville, musei e parchi da visitare, Codroipo era un ambito luogo di residenza per le famiglie patrizie venete e friulane che qui dalla metà del Cinquecento costruirono sontuose e scenografiche dimore. Scegliamo Villa Manin, nel vicino paese di Passariano, un grandioso complesso costruito tra il 1675 e il 1685, immerso negli ampi spazi di verde prati e parchi alberati che la circondano.

Arriviamo nel primo pomeriggio di sabato 4 gennaio, parcheggiamo nella sosta camper adiacente alla villa, siamo fuori stagione e non ci sono servizi, in cambio non si paga alcun ticket. La villa è grandiosa e armonica, spicca bianca sulla piazza prativa quadrata, chiusa ai lati dalle barchesse e delimitata da tre portali collegati da esedre. Guarda verso la successiva piazza rotonda, anch’essa a prato, circondata dai porticati che finiscono con due torri. Questo era l’accesso principale, con la strada che arrivava da sud, da qui la vista sulla Villa, dimora di rappresentanza della Famiglia Manin, è di grande effetto. Non mancano le peschiere, le vasche con i pesci, una delle ultime realizzazioni architettoniche del complesso, con sistemazioni e abbellimenti compiuti fino al 1750. Il corpo centrale della villa è chiuso per restauri, un peccato non poter visitare i grandi saloni affrescati e la sequenza di stanze che hanno ospitato personaggi illustri, Napoleone Bonaparte nel 1797, Re Vittorio Emanuele nel 1915/16, il Kaiser nel 1917, ma possiamo visitare gratis l’attigua Cappella di San Michele, le ex-scuderie con le storiche carrozze, il grandissimo parco, la mostra fotografica “Il kaiser e le oche” e la mostra dei presepi. La mostra fotografica è ospitata nella barchessa di levante e offre un centinaio di fotografie inedite che narrano episodi del Novecento, un secolo drammatico per gli eventi bellici, ma anche ricco di piccole storie paesane. Le immagini di fine Ottocento ci danno la visione della villa nel suo splendore, con le statue e i coronamenti delle facciate ancora integri; seguono le fotografie della sosta di Re Vittorio Emanuele III allo scoppio della Guerra per passare a quelle tragiche dei soldati italiani e dei profughi in fuga, dopo Caporetto.

Poi ecco le foto e i filmati dell’occupazione austriaca, la visita del Kaiser che passa in rassegna le truppe. In contrasto, le immagini della vita paesana quotidiana, i vecchi contadini al lavoro, gli animali da cortile, i bambini che portano al pascolo le oche nel grande prato davanti alla villa e sotto i porticati che mostrano i danni subiti dalla guerra. Dopo il 1918 la villa ha un periodo di pace, vi sono custodite anche le opere d’arte provenienti da tutto il Friuli-Venezia Giulia, ma la Seconda Guerra Mondiale colpisce duramente il complesso, i soldati accampati nel parco bersagliano per gioco le teste e gli arti delle statue, riempiono di sporcizia le sale, affreschi, alberi e sculture fanno le spese dell’inciviltà delle truppe. Nel dopoguerra la villa è lasciata a se stessa, con crolli e sgretolamenti progressivi, le fotografie documentano la situazione indecorosa, finché dal 1962 iniziarono i lavori di restauro, a cura dell’Ente per le Ville Venete, che restituirono a tutto il complesso la dignità perduta. Alcune foto ci mostrano i discendenti della famiglia Manin negli anni 1920/30 con i vestiti eleganti in occasioni di feste e matrimoni, una famiglia ricca e rispettata che però ha dissolto l’enorme patrimonio accumulato nel passato. Visitiamo il grandissimo parco retrostante la villa, 18 ettari di terreno recintati da alti muri con lunghi viali, statue, vasi, boschetti, ampi prati, specchi d’acqua e 4 collinette artificiali con gruppi scultorei mitologici. Purtroppo resta poco dell’impianto originario, progettato da grandi architetti, giardinieri e scultori, le invenzioni che strabiliavano i visitatori del passato, le statue di eroi, dei e ninfe sono state distrutte o sfregiate e soltanto in parte recuperate. Resta l’incanto di poter passeggiare in un luogo pieno di fascino, una volta interdetto a noi comuni mortali, tra gli alberi maestosi e i frammenti di epoche passate. Per ultima visitiamo la mostra dei presepi, ce ne sono tantissimi realizzati con materiali diversissimi, tutti molto belli e artistici.

Monte Lussari
Il sole sta tramontando, regalandoci un cielo arancione stupendo, ci rimettiamo in viaggio alla ricerca di un campeggio che troviamo a Gemona, sarebbe chiuso, ma i gestori gentilmente ci lasciano sostare per un importo minimo. Ci fermiamo qui perché data la bassa temperatura non vogliamo pernottare troppo in alto al gelo, ma l’indomani vogliamo arrivare fino a Camporosso al Tarvisio.
Seguiteci ancora perché saliremo al santuario di Monte Lussari…
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi.
bel post,lo condivido da me!
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Buon giorno e grazie olgited vado a vedere…
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fra 2 ore l’ho programmato
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Quando risaliamo da mio figlio ( ha sposato una veneta che, però, si sente friulana) metto in agenda anche questo Splendore…
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una Veneta che si sente Friulana? ma sta sul confine?
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