505 ai Piani di Dubiea e Casera del Sofio

Piani di Dubiea Casera Sofia
Piani di Dubiea Casera Sofia © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Piani di Dubiea e Casera del Sofio

di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 19-01-2020

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Bosco Nero Croda de Cuz 
Cartina: Tabacco foglio 016 Dolomiti del Centro Cadore
Segnavia: Non censito CAI.
Tipologia sentiero e difficoltà*: mulattiere e forestali
Quota partenza: 527 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1060 m.s.l.m.
Dislivello: m. 533 
Tempi di percorrenza*: in giornata
Difficoltà*: Facile
Giro: Anello parziale
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: no (ruscelli)
Località: Perarolo di Cadore – Casera Sofia
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Tappe del percorso: Perarolo Piani di Dubiea Tabià del Bel, Casera Sofia e ritorno
Partecipanti: Giuliano DM, Silvano, Roberto, Gino, Marinella, Paolo, Wally, Giuliano C, Paola, e Salvatore

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Oggi Giuliano Dal Mas propone una meta che non conosciamo, i Piani di Dubiea e la Casera del Sofio, nome che ci attira solo sentendolo pronunciare. Ci ritroviamo in dieci in questa fredda mattina di gennaio nella piazza di Perarolo, il nostro itinerario parte da qui, segnalato dal cartello “Dubbiea”.

da Perarolo e Dubiea

dalla piazza di Perarolo imbocchiamo il viottolo che sale dietro alla chiesa di San Nicolò (chiesa, che ha bisogno di grossi lavori di restauro che consigliamo di votare tra i vostri luoghi del cuore) tra due muretti muschiosi, ci alziamo sopra i tetti osservando la frana del Monte Zucco che incombe sul paese dalla sponda opposta del torrente Boite. Ben visibile anche il viadotto di Ponte Cadore, che supera la valle del Piave risparmiando i tornanti della Cavallera, incubo degli automobilisti in passato. Il sentiero s’interrompe sulla strada ferrata, attraversiamo i binari con la dovuta attenzione, poi proseguiamo diritti, davanti a noi in salita, a sinistra è segnalato il piccolo borgo di Lavara. Il percorso è sempre erto, saliamo a zig zag in mezzo al bosco che ogni tanto ci lascia intravedere scorci sui monti d’Oltre Piave e diventa una mulattiera più comoda dopo un grosso larice su cui sono poste alcune immagini sacre. Passiamo vicino a una strettissima forra, il “Bus de le Anguane” e proseguendo scorgiamo a sinistra, a picco sulla valle del Piave, un roccione con in cima una croce. A prima vista ci sembra che salirci sia da impresa alpinistica, in realtà ne raggiungiamo facilmente la base partendo un poco più su sul sentiero, poi con quattro passi arriviamo alla croce. Non c’è molto spazio in cima, ma due alla volta riusciamo ad ammirare il panorama su Antelao, San Dionisio, Monte Zucco, Valle del Piave e altri monti lontani. Riprendiamo il nostro sentiero che corre quasi in piano tra le radure del bosco appena spolverate dalla neve, il sole che filtra tra i rami dona un tocco di magia…

a Dubiea

Arriviamo al magnifico pascolo di Dubiea a 975 metri di quota, una sorpresa trovare una così bella piana innevata con alcuni tabià e casere un tempo adoperate per la stagione dell’alpeggio e ancora oggi utilizzate nei mesi estivi. La sosta è brevissima, il tempo per ammirare il paesaggio, perché ci fermeremo al ritorno. Continuiamo diritti per il sentiero in direzione ovest, verso il Primo Spiz (Croda da Cuz secondo la carta Tabacco) il rilievo innevato che fa parte del Sasso Lungo di Cibiana. Dopo un tratto di percorso nel bosco prendiamo la forestale a sinistra, lasciando la mulattiera che continua lungamente e porta verso Valle di Cadore. Proseguiamo in leggera salita, alcuni tratti sono ghiacciati e l’acqua ha formato strani giochi vetrati, passiamo nel bosco, dove perlustriamo i resti di un roccolo sulla sinistra, poi finalmente sbuchiamo in un pianoro bianco di neve intatta, dove al limite superiore del bosco sorge la Casera del Sofio. Ci avviciniamo come in un sogno e come ci si risveglia dai sogni, la realtà è diversa dall’immagine da cartolina vista da lontano.

Casera del Sofio

La casera è in rovina, usata gli scorsi anni come ricovero per i cavalli è piena di letame, scale di legno e travi del soffitto sono crollate. Di tutto il resto del grande complesso adiacente non restano che pochi muri, dentro il perimetro di stalle e casere crescono abeti e altre piante, ma nonostante questo abbandono ogni pietra conserva la dignità datale dalla sua storia e dal tempo. Ci sistemiamo al sole, vicino ad alcuni abeti e mentre addentiamo i nostri panini lo sentiamo, il soffio del vento che dà il nome a questa oasi alpina, l’alito che sopravvivrà su questo luogo anche quando tutte le opere degli uomini saranno cancellate. Dopo la sosta riprendiamo a scendere per un tratto il sentiero, passato il roccolo invece di prendere a sinistra la mulattiera fatta all’andata, continuiamo diritti tenendoci alla destra, seguendo Giuliano che conosce i viottoli in mezzo al bosco di larici e abeti. Attraversiamo il Rù Bianco, il ruscello ora ghiacciato che nasce dalla croda de Cuz, passiamo alcune belle radure e ritorniamo ai Piani di Dubiea. Siamo accompagnati da un duetto, Giulianet e Marinella cantano canzoni di montagna con molto impegno, a volte accompagnati dalle nostre voci meno intonate. Questa volta visitiamo la piana, ci sparpagliamo nel pascolo innevato ritrovandoci alla Chiesetta di Sant’Osvaldo, vicino ci sono i ruderi di alcune casere. Il panorama è molto bello, a nord l’Antelao e le Marmarole, andando verso oriente Cima Preti, Cima Frati, il Duranno e molti altri monti che non conosciamo. Scendiamo per lo stesso sentiero della mattina fino alla strada ferrata, breve digressione al piccolo borgo di Lavara e poi scendiamo a Perarolo.

note:
In paese il sole è già tramontato, ma c’è luce abbastanza per una capatina veloce a Palazzo Lazzaris, con il suo complesso di edifici ottocenteschi riccamente decorati. La villa (ora Museo) ebbe come ospite illustre la Regina Margherita di cui il piccolo parco retrostante, ben curato, conserva il nome: “Giardino della Regina”. In questa stagione vi è allestito un presepe. Metà del gruppo ritorna a Belluno, noi due e Wally ci uniamo ai tre amici cadorini e terminiamo la giornata a Damòs, ospiti degli unici abitanti della sola casa rimasta del minuscolo borgo. Dopo la graditissima sosta torniamo alle auto, dall’alto di questo balcone panoramico vediamo le luci di Caralte sfavillare come in un presepe. La giornata è stata bellissima, siamo grati a tutti gli amici, vecchi e nuovi, con i quali abbiamo condiviso questa avventura.
C
i sono paesi, lungo la Valle del Piave, un tempo tappa obbligata per chi voleva raggiungere il Cadore per la lunga strada statale che seguiva ogni svolta del fiume, ogni parete di monte, per poi inerpicarsi sulla “Cavallera”. Ora “si saltano” grazie alle gallerie che traforano i monti e ai viadotti gettati sulle forre, senza nemmeno dare uno sguardo alle case che rimangono in fondo a gole oscure o aggrappati alle pareti di monti scoscesi, senza sapere che quelle pendici poco invitanti nascondono luoghi di grande bellezza, in passato frequentati dai valligiani, pastori, cacciatori e boscaioli. Perarolo è uno di questi, un tempo zona fluviale, con le zattere che trasportavano legname alla Repubblica di Venezia, sede di un prospero commercio di legname, onorato dal soggiorno, negli anni 1881 e 82, della Regina Margherita di Savoia, del principe Vittorio Emanuele col loro numeroso seguito e poi tagliato fuori dal progresso e dal nuovo tracciato della statale. Ora dopo questa escursione non mancheremo, ogni volta che passeremo da questi parti, di salire col ricordo sul tracciato che dal paese porta ai Piani di Dubiea e al pascolo sotto Croda Cuz dove, al limite del bosco, si nasconde la Casera del Sofio.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

non fate i timidi...lasciate un commento!

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.