
dalla Val Malìsia alla Croda Daerta e Col de Michiel
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 21-06-2020
Cima: Croda Daerta e Col de Michiel
Gruppo Montuoso: Spiz di Mezzodì e Pramper
Cartina: Tabacco Foglio 025 Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine
Segnavia: strada carrareccia, bivio 535, Tracce e 524
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1049 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1491 m.s.l.m
Dislivello: 442 m.
Tempi di percorrenza*: in giornata tranquillamente
Giro: Anello A/R
Punti di appoggio: Pralongo, Casera del Pian m.1162
Acqua, sorgenti: solo alla Malga o in paese
Località: Pralongo, Forno di Zoldo
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì, Camping al Pez m. 985- Pian della casera Vegia m. 1049
Tappe del percorso: Casera Vegia (Pralongo) 1048, Croda Daerta, Col de Michiel, Casera del Pian, Casera Vegia
Partecipanti: 12 compresi gli autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
In provincia di Belluno si trovano la maggior parte dei Gruppi Dolomitici, con le vette più famose e ambite: Marmolada, Pelmo, Antelao, Tofane… Ma ci sono anche rilievi modesti, meno conosciuti e frequentati che però offrono panorami spettacolari sulle Dolomiti Bellunesi, pensiamo al Monte Crot, al Col Menadar, al Monte Punta… Oggi il nostro amico Giuliano ci farà conoscere un altro di questi luoghi misconosciuti, nel meraviglioso territorio Zoldano: Croda Daerta e Col del Michiel.
dalla Val Malìsia
raggiungiamo il paese di Forno di Zoldo, nei pressi della chiesa con il caratteristico campanile a punta di matita, seguendo le indicazioni scendiamo a sinistra, passiamo il ponte sul torrente Maè e saliamo a destra verso la vicina frazione di Pralongo. Percorriamo ancora un paio di chilometri addentrandoci in Val della Malìsia, superiamo il parcheggio del Camping al Pez 985 m., qui parcheggiamo le auto poco oltre in uno slargo sotto le recinzioni di una colonia o campeggio estivo chiuso. Prendiamo la carrecciata C.A.I 524 che porta verso Casera del Pian ma in località “Casera Vegia” m. 1089 la abbandoniamo voltando a sinistra per il sentiero C.A.I 535, segnaletica “Col del Mechiel”. Il sentiero che si addentra nel bosco fitto, i raggi del sole si infilano a stento tra le chiome, è abbastanza ripido, ma agevole e raggiungiamo in 30 minuti la località “Pian Grand” a quota 1280 dove la salita si fa un po’ meno erta.

alla Croda Daerta
Un cartello celeste infisso su un albero indica una deviazione per Croda Daerta a sinistra, prendiamo questa traccia e seguiamo Giuliano, la nostra guida. Dal sentiero in mezzo al bosco sbuchiamo in questo punto panoramico meraviglioso, 1320 metri di vertigine. Non ce lo aspettavamo, passata con cautela una spaccatura della roccia, siamo su uno spalto aperto, a strapiombo sulla verde Val Pramper, con vista mozzafiato sugli Spiz di Mezzodì. Gli Spiz con le loro cime frastagliate, nord, est, di mezzo, sud, su cui cerchiamo di individuare cenge e Viaz, il Bivacco Carnielli appena percettibile, il canalone che porta alla ferrata per il “Rifugio Sora al Sass” e al Belvedere… Non solo, il panorama si allarga alla Val Zoldana con i paesi dai campanili appuntiti, sui magnifici Sfornioi di Bosconero, con le due torri gemelle, “i Gendarmi”, sul Pramper e il Gruppo del San Sebastiano, Moschesin, Gardesana, Tamer. Guglie e forcelle, un paesaggio selvaggio, quasi primordiale. Una foto di gruppo ci immortala tutti e dodici su questo balcone, separato dalla fessura da un altro contrafforte che poi raggiungiamo per renderci conto di quanto aerea e strapiombante fosse la nostra posizione precedente e guadagnare altri panorami. Abbandoniamo questa balconata, solo ora comprendiamo il significato del suo nome, Croda Daerta: roccia aperta, spaccata da una lunga fessura e affacciata sul vuoto.
e al Col de Michiel
Ritorniamo indietro e al bivio riprendiamo il sentiero numerato C.A.I 535 che sale diritto verso la seconda meta, punto di arrivo per oggi, il Col del Michiel metri 1491, in dialetto locale detto “Mechiel”. Lo raggiungiamo salendo per un altro centinaio di metri nel bellissimo bosco di faggi e larici. Ed eccoci in cima al colle, un rilievo minore dello Zoldano, forse per questo a torto poco frequentato, che offre uno stupendo panorama, quasi la replica di quanto visto da Croda Daerta, ma da altre angolature. Prima di accomodarci su una panca di legno per il pranzo al sacco, facciamo pochi metri per raggiungere la selletta che lo separa dal monte Petorgnòn. In un’ora da qui sarebbe possibile raggiungerne la cima, 1914 metri, che immaginiamo doni altre visioni sorprendenti. La segnaletica infatti è nutrita, i cartelli indicano oltre al n. 535 per il Petorgnòn, altri sentieri e i tempi per raggiungere le varie mete: Baita Angelini, Passo Duran, Pian de Palui, Casera Pramper…e da questi altri itinerari infiniti.

Per oggi la nostra bella compagnia si ferma al Col de Michiel, ci arrendiamo anche noi, nonostante l’attrazione per i sentieri che da qui continuano la loro salita o discesa, sempre ripidissime. Dopo la pausa ridiscendiamo per il sentiero di salita fino ad un bivio, il cartello color celeste indica “ Vach – San Sebastiano”. Il primo è il nome di un piccolo specchio d’acqua alimentato da una bella cascata, il secondo quello della catena del San Sebastiano. L’indicazione è vaga e ci sconcerta un poco: il cartello indica il sentiero per la cima nord di San Sebastiano o qualche altro luogo? Non è segnato dal C.A.I, ma noi seguiamo con fiducia Giuliano e camminiamo sulla traccia che piacevolmente ci porta fino ad una radura e ad un incrocio, con i soliti cartelli celesti. Lasciamo a sinistra il sentiero per Baita Angelini e quello per “El Vach” e prendiamo a destra per “Casera del Pian”. Proseguiamo su stradina sterrata, sentiero C.A.I 524, che nasconde ai lati una sorpresa: le “Pianelle della Madonna” un gruppo di orchidee, le più grandi e belle orchidee selvatiche della nostra regione. Scendiamo fino a Casera del Pian, 1162 metri, situata in una bella conca, un tempo era malga e oggi ristorante e agriturismo, dove ci concediamo una fresca birra. E’ raggiungibile da Pralongo con una passeggiata di due chilometri, una bella meta per i bambini a cui piaceranno i pony, le anatre e gli altri animali custoditi nei recinti all’aperto. Dalle nostre panche, birra alla mano, abbiamo la vista sul Pelmo, sull’Antelao, il Punta, Col Dur e Rite. Dopo la pausa scendiamo per la stradina forestale C.A.I 524, ci lasciamo alle spalle la vista del San Sebastiano, ma siamo accompagnati dall’impagabile visione del Pelmo che ci sta a guardare. Il rientro è facile, torniamo a “Casera Vegia” e poi allo spiazzo dove abbiamo lasciato le nostre auto.
Note: Il laghetto di “El Vach” merita un cenno, ora è circondato dai boschi, ma un tempo era zona di pascoli. Un sentiero porta alla cascata che cade dalle rocce, sotto le pareti rocciose dove, a 1680 metri, sorge Baita Angelini. Altro posto da visitare è Colcervèr, uno dei borghi più caratteristici della Val Zoldana, raggiungibile con sentiero da El Vach o più facilmente da Pralongo. A Pralongo si può visitare una “fusinèla” la ricostruzione di una fucina in cui si fondeva e lavorava il ferro. Nello Zoldano fino alla fine del 1800 c’erano decine e decine di fucine lungo i torrenti, servivano alla Repubblica di Venezia. Una terribile alluvione dell’agosto 1890 ne distrusse la maggior parte, trascinando case e uccidendo persone. Nei boschi è frequente trovare degli spiazzi tondi, con la terra nerissima, sono gli Aiàl, le antiche carbonaie, dove si accatastava la legna per produrre il carbone per i forni.
Autore/i: Salvatore e Paola
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
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Correzione e integrazione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi
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E’ la zona di montagna che preferisco. Soprattutto nelle stagioni morte. Vado quasi ogni settimana avendo li un piccolo appartamento. Più di una volta ho fatto il percorso dal passo Duran a casa x il viadaz dei dentini e la Portella fino alla baita Angelini. Portavo su anche le mie due figlie quando erano giovinette. Dopo lo agriturismo in fondo a sx c’è una bella falesia che va dal livelli 5c in su. Si può dire che si è quasi in paradiso.
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Grazie Giulio della tua testimonianza sono luoghi meravigliosi…
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