069 Ferrata Ottorino Marangoni


Ferrata Monte Albano Ottorino Margoni © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Ferrata Ottorino Marangoni

di: Salvatore Stringari

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 20 aprile 2008

Cima: Monte Albano
Gruppo Montuoso: Prealpi Gardesane, Monti del Garda
Cartina: kopass foglio 101 Rovereto – Monte Pasubio
Segnavia: 
Tipologia sentiero e difficoltà: Vie ferrate o attrezzate Escursionisti Esperti Attrezzati (E.E.A) Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbrago e dissipatore E.E.A – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura. Difficile – D = tracciato continuamente verticale, molto articolato e con tratti esposti; attrezzato con funi metalliche e/o catene, vari infissi metallici che richiedono un certo impegno fisico anche se con l’aiuto di pioli di appoggio.
Tempi di percorrenza*: 3 ore circa, in giornata
Quota partenza: 197 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 620 m.s.l.m
Dislivello: m. 423
Giro: anello
Acqua, sorgenti: portare acqua 
Località: Mori (TN)
Punti di appoggio: nessuno
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì a Mori
Tappe del percorso: Mori, Chiesetta di Monte albano, Monte albano
Partecipanti: autore

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Conosciuta come Ferrata Monte Albano di Mori (TN) e una bellissima e difficile via ferrata.
Alcuni dati della ferrata: da 1 a 3 ore per la salita 30/40 minuti per il rientro,
la via è caratterizzata da camini, cenge, terrazzini, diedri, per uno sviluppo di 550 m.
e un dislivello di 200 metri circa.
Classificata Difficilissima, sempre esposta e verticale compresi i traversi.
Avvicinamento: per chi viene da nord e da sud, con l’autostrada A. 22 uscita Rovereto Sud, percorrendo la nuova tangenziale prendere l’uscita Mori. Arrivati all’incrocio con la statale 240 e oltrepassata quindi la statale si entra nel centro di Mori percorsi pochi km parcheggiare l’auto dove si trova posto e seguire le indicazioni per la ferrata, che sono in loco. Imboccato il sentiero che porta al santuario di Montalbano costruito nel 1556,  in zona panoramica, su devozione della comunità di Mori ai piedi dei ruderi del antico castello distrutto dai veneziani nel 1439. Il santuario è dedicato alla Madonna dell’Annunziata e domina la vallata dell’Adige.

L’escursione in dettaglio:

Ferrata Ottorino Marangoni

L’attacco della ferrata è difficile, (senza alcuna protezione) permette di testare la preparazione atletico-tecnica nei primi 5 / 7 metri.
Superata questa prova di difficoltà si risale subito un diedro-camino detto “via dell’edera” con un traverso, dove alla fine si incontra “l’uscita di emergenza” se la preparazione tecnica lo permette, continuate, se avete incontrato difficoltà in questi primi tratti non esitare a uscire; da qui non è più possibile ritornare indietro. Questi due “tiri” anticipano tutto lo svolgimento della ferrata.
Fatte le dovute valutazioni potete continuare per un altro diedro verticale con buoni punti di appoggio artificiali e naturali.
Affrontata quest’altra difficoltà si arriva a un successivo punto impegnativo anche questo, da non sottovalutare, anzi in tutta la ferrata non si deve mai sottovalutare le difficoltà, un traverso detto “del gufo” ci porta su un’altra parete “camino delle gemelle” dove le difficoltà ancora una volta mettono a dura prova il fisico.

Ferrata Monte Albano Ottorino Margoni © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Su cengia si attraversa parte della parete giungendo a una parete verticale sempre arrampicando su roccia buona ma liscia, detta “traversata degli angeli”  fino a raggiungere il “camino del cobra” raggiunto questo punto si attraversa orizzontalmente il passaggio chiamato “passaggio dei diedri” che ci conduce alla parete terminale, a al libro di vetta, detta “parete del chiodo” superabile con enorme sforzo si giunge al terrazzino terminale e panoramico.
Il ritorno si effettua in due modi con un sentiero facile e con un sentiero “attrezzato” optando per il più facile si scende sulla sinistra per sentiero ripido ma facile fino al santuario e da qui il rientro a mori

2016: recentemente la ferrata è stata modificata e resa più sicura, io non l’ho più ripetuta quindi il racconto in parte potrebbe essere non rispondente alla situazione reale si consiglia  di informarsi sempre presso il CAI/SAT e le associazioni alpinistiche che hanno in gestione le vie ferrate,  oppure rivolgersi alle Guide Alpine.

Autore/i: Salvatore Stringari
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
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