Data: 04-05-2008
di Salvatore Stringari,
Val di Gola
Vi racconto la mia escursione. Non avevo mai fatto questo sentiero e oggi sono solo ma ho voglia di andare… le indicazioni trovate in loco riportano la chiusura del sentiero per frana! I primi metri senza numero di sentiero e poche indicazioni (nessuna tabella). Ho scelto di ignorare il cartello di divieto. Avevo letto su diversi siti internet che questo sentiero era aperto. La valle è subito selvaggia e solitaria. Infatti, ho camminato tutto il giorno senza incontrare nessuno. Questo sentiero ha un forte sviluppo di grande interesse storico.

Se cercate solitudine questa è una valle selvaggia è la valle giusta. Il sentiero 626 della val delle Gole. Per andarci serve un buon allenamento, tanto, tanto poi si deve essere predisposti alla solitudine.
Scheda Tecnica Riassuntiva
Val di Gola il sentiero SAT 626
Cima: Parolet 1593 m
Gruppo Montuoso: Monte Bondone
Cartina: 647 kompass 1:25000
Segnavia: S.A.T. 626
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico: (E.E.) o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E). Sentiero che si sviluppa in zone impervie. Ci sono passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna e tecnica di base. È necessario un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota di partenza: 264 m s.l.m.
Quota raggiunta: 1593 m s.l.m.
Dislivello: m. 1333
Tempi di percorrenza:* in giornata (8h)
Giro: Anello
Punti di appoggio: Garniga e Ravina
Acqua, sorgenti: no, portarsi acqua
Località: Ravina di Trento
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Autore in solitaria
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Val di Gola
Oltrepasso subito il torrente sotto una briglia salgo su una frana oramai assestata e arrivo a degli scalini in legno il sentiero è un piccolo ruscello, anche se ci sono delle corde di acciaio non le uso, non ne ho bisogno, da questo momento attraverserò il torrente parecchie volte. percorsi alcuni metri inizio a trovare i segni rosso/bianco SAT, poco più avanti mi imbatto in una casetta di legno marcia e con rifiuti, probabilmente, usata dagli operai della forestale quando sono state costruite le briglie.

Mi trovo ancora a riattraversare il torrente con un’acqua limpida e fresca. Salgo e salgo arrivo ad un’ultima briglia per poi salire su una lunga e ripida costa erbosa e da qui il sentiero con continue svolte sale ripido. Da un lato o l’altro ho sempre il vuoto sotto di me e i strapiombi. Dopo aver attraversato canali di scolo dell’acqua e canali detritici arrivo ad un bosco di faggio bellissimo. Indicazioni per la ferrata; “Pero Degasperi” ATTENZIONE! Questa ferrata è stata smantellata definitivamente nel 2007! Proseguo ancora per il sentiero e ora arriva il tratto più intenso del “giro” attraverso altri canali e incontro la prima neve che cede al mio passaggio.

Dopo un bel po’ arrivo ai piedi della cima “Parolet a 1593 m s.l.m. qui cartelli SAT indicano che vicino si trova la Baita S.A.T. di Ravina, che non raggiungo immediatamente da qui proseguo alla croce in legno per poi arrivare al passo Bancalù. Raggiunto il passo non salgo alla “Cima del Palon” ma ritorno verso la baita S.A.T. di Ravina dove incontro due ragazzi stranieri che erano venuti dal passo Bancalù con le scarpe da ginnastica!! Avevano scarpe, piedi e calze fradici. Hanno acceso il fuoco. Ho offerto la poca cioccolata che mi era rimasta. La mia impressione è che fossero senza nulla. Avevano solo uno piccolo zainetto. Non ho visto cibo e mi sembravano abbastanza stanchi e sconfortati. Avevano con sé una cartina delle A.P.T. con segnato alcuni sentieri. Volevano scendere a Garniga Vecchia. Non ho potuto dare altro aiuto. Spero solo che le poche chiacchiere che abbiamo scambiato siano state d’aiuto. Purtroppo io parlo solo italiano. Li ho lasciati che stavano asciugando le scarpe da ginnastica. Mi dirigo questa volta alla cima Parolet 1593 m.s.l.m e da qui con il sentiero 692 / 693 S.A.T. Riprendo il cammino. Voglio raggiungere Garniga Vecchia. Ci arrivo in un paio di ore. Trovo la prima fontanella della giornata. Bevo e riempio le bottigliette. Riprendo il cammino. Voglio inforcare il sentiero del Guardadocio che mi porterà a Ravina. Anche qui trovo indicazioni che il sentiero è chiuso per frana. Decido nuovamente di ignorare il cartello che mi esorta dal prendere il sentiero. Scendo per il ripido e panoramico sentiero. Raggiungo Ravina dopo un’ora e 30. Poi vado a riprendere la macchina lasciata al mattino all’imbocco del sentiero. Ho camminato circa 8 ore in totale, comprese le soste per le foto.
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
Autore/i: Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Accidenti ma ci stai davvero dando dentro…..
Io per venire a fare un\’escursione con te, dovrei fare allenamento per un anno almeno prima.
Già oggi per andare fino al castello siamo arrivati sudati e ansanti.
Ma questa settimana mi sono imposta di andare sul monte di Mezzocoronadalla parte della funivia (ma a piedi)…..tutti mi dicono che è tosta…
vedremo…..male che vada mi verranno a recuperare….
ciao ciao Lory
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ciao Salvatore, grazie per questa bella descrizione, che mi è tornata utile. Il sentiero l’ho provato qualche giorno fa, ma non l’ho concluso, perché ad un certo punto ho trovato una breve ferratina, di circa 4/5 metri. Non mi pareva molto salda. Non me la sono sentita di attraversare, perché il sentiero si interrompeva e il terreno appariva molto in pendenza e composto da terra piuttosto morbida, a strapiombo sulla gola (centinaia di metri, sicuramente), quindi ha prevalso la paura! Dici che si può attraversare?
Comunque il percorso, fino a quel punto, è tosto ma fattibile. Ho trovato come “ostacolo” solo un enorme formichiere con enormi formiche, che stavano per mangiarmi vivo 😀 Però è divertente e, come te, anche io non ho trovato anima viva.
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Ciao Gio, Grazie per aver scritto, sono contento che questo racconto ti sia stato utile per la tua escursione, per quanto riguarda il breve tratto attrezzato non saprei risponderti. il mio consiglio è ritornarci tra qualche settimana se puoi… è un sentiero che ho percorso tanti anni fa e più rifatto.
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