Data: 06-09-2009
di Salvatore Stringari,
Cima Laghetto m. 2959 s.l.m,
Il 6 settembre 2009, con due amici, Edoardo e Gino, affronto una gita in Presanella. Edoardo dirà che è “bella e un po’ caotica”. Per me è un ritorno agli anni 80/90. Allora passavo ore e ore a girovagare da solo in questo ambiente maestoso e severo. Questo luogo è la Presanella.

Scheda Tecnica Riassuntiva
Cima Laghetto m. 2959 s.l.m.
Cima: Cima Laghetto
Gruppo Montuoso: Presanella
Cartina: Kompass foglio 639 Presanella
Cartina: Kompass foglio 71 Presanella
Segnavia: CAI/S.A.T. 211 poi tracce
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico (E.E.) o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E). Questo sentiero si sviluppa in zone impervie. Ha passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna. Bisogna avere tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: m. 2000 s.l.m
Quota da raggiungere: m. 2931 s.l.m
Dislivello: m. 931
Tempi di percorrenza:* in giornata.
Difficoltà: difficile.
Giro: anello.
Punti di appoggio: Rifugio Amola Giovanni Segantini, Rifugio Cornisello.
Acqua, sorgenti: Portare acqua. Sì, ci sono sorgenti.
Località: Pinzolo Sant’Antonio di Mavignola Val Nambrone
Copertura cellulare: non rilevato
Parcheggio/i: sì a Malga Vallina d’Amola
Tappe del percorso: Sant’Antonio di Mavignola Val Nambrone Malga Vallina d’Amola 2000 m. Val d’Amola Rifugio Amola Giovanni Segantini
Partecipanti: Edoardo, Gino, e l’autore
Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica. È importante avere conoscenza dell’ambiente alpino e delle tecniche di progressione. Il movimento in ambiente alpino richiede capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Cima Laghetto m. 2959 s.l.m
Oggi partiamo come sempre da Trento e ci dirigiamo verso Madonna di Campiglio. A Sant’Antonio di Mavignola risaliamo la stretta e tortuosa strada della Val Nambrone fino a circa 2000 m. dove troviamo il parcheggio di Malga Vallina d’Amola (2000 m.) Lasciata l’auto prendiamo il sentiero 211 S.A.T. per il Rif. Segantini che si trova a m 2373 s.l.m), che raggiungiamo in 1 h e 10 minuti circa, percorrendo un sentiero facile e panoramico.
in Presanella al rifugio Segantini
Sosta al rifugio e punto della situazione. Ci aiutiamo con il “vangelo” della Presanella di Dante Ongari, la Guida dei Monti d’Italia in collaborazione con C.A.I. e T.C.I. e la cartina della Kompass n. 71 scala 1:50.000. In questa zona della Presanella non ci sono molti sentieri segnati. Quindi, decidiamo di avanzare a naso verso la zona di Cima Laghetto. Dal Rifugio prenderemo il sentiero 216 S.A.T. per i laghi di Cornisello, poi andremo per tracce sulla Costiera di Cornisello fino a Cima Laghetto.
Ci dirigiamo verso Nord attraversando un corso d’acqua su un simpatico ponte sospeso lungo il sentiero 216. Subito dopo il ponte abbandoniamo il sentiero piegando verso N.O. e risalendo la valle lungo la cresta di una vecchia morena detritica (Costiera di Cornisello). La Presanella, di fronte a noi, fa capolino dalle nubi. Arriviamo, risalendo il lato opposto della valle per grossi massi granitici, fin sotto Cima Laghetto (2945 m.s.l.m.) dove siamo indecisi sul da farsi. Mentre ci confrontiamo sulla via di salita migliore, io ho già in mente un percorso possibile. Optiamo per una perlustrazione. Gino si avvia per portarsi ai piedi della salita “normale”. Io parto proprio da dove ci siamo fermati. Vado in linea retta verso la cima. Non c’è sentiero. Devo inerpicarmi per quella che dal basso sembrava una via su fattibile cenge e piccoli salti di roccia. Invece si rivela una sequenza di infide rocce frastagliate. Gino fa il giro intorno alla base del rilievo. Scopre una traccia segnata con ometti di pietra. La traccia porta fino in vetta. Edoardo è ancora di guardia agli zaini. Con un richiamo il trio si ricompone. Poco dopo siamo in cima.

il rientro
Soddisfatti, decidiamo di scendere attraverso il Passo del Laghetto nella valle attigua. Dall’alto intuiamo una discesa per rocce che sembra breve e poco difficoltosa. Errore? No!, la discesa è eterna, faticosa ed i massi che la caratterizzano sono infidi e, soprattutto, non finiscono più! Ma, ore dopo, arriviamo sul sentiero per il Rifugio Cornisello. Invito gli amici a guardare indietro la strada fatta. Ci prende qualche brivido. Il percorso che Gino ha tracciato era l’unico possibile. Se fossimo andati un poco più a destra o a sinistra, saremmo finiti nei guai. L’unica possibilità sarebbe stata risalire parte del percorso appena fatto. Arriviamo al Rifugio Cornisello. Nei suoi pressi si trovano pesanti tracce delle opere eseguite per costruire una grande diga. Questa avrebbe servito una mega centrale idroelettrica. In seguito ai disastri avvenuti in varie parti d’Italia, tra cui il Vajont, l’idea venne abbandonata. Al Cornisello ci beviamo tre robuste birre e ci godiamo una vista strepitosa su sua maestà il Brenta. Poi torniamo verso l’auto lungo la strada.

Come sempre, invito chi effettua le escursioni qui descritte a informarsi con libri e guide. È consigliabile anche consultare i gestori dei rifugi che trovate sul percorso. La preparazione individuale è molto importante. Non bisogna sottovalutare la preparazione fisica. Mai sottovalutare la montagna. Non sopravalutare le proprie capacità.
Che dire di più… giro bello per l’ambiente maestoso, panoramico e severo. È faticoso più per l’assenza di sentiero e segnaletica. Anche la nostra spensierata voglia di andare contribuisce alla fatica. Tuttavia, non è la lunghezza ad essere impegnativa. Il dislivello totale, cima compresa, si aggira sui 1200 m. circa per un totale di 8 ore approssimativamente.
Autore/i: Salvatore Stringari
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© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Bravo Salvatore sempre preciso e dettagliato nei racconti delle tue escursioni
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