Data: 31-10-2017
di Salvatore Stringari Paola Gardin,
alla cima Croda de R’Ancona,
Oggi ci troviamo in otto a Fiàmes, qualche chilometro dopo Cortina d’Ampezzo, per affrontare un’escursione su una cima non molto frequentata ma che ci offrirà, sia in vetta che lungo tutto il percorso, la visione di un panorama incredibile per la vastità, il cromatismo e la morfologia delle rocce e la presenza di numerose testimonianze della I ^ Guerra Mondiale.

Da Fiàmes ci dirigiamo verso Ra Stua, dove parcheggiamo nel piazzale davanti al Rifugio Ra Stua, purtroppo chiuso in questo periodo. Numerosi cartelli e pannelli illustrano le tante, possibili escursioni che partono da questo punto strategico.
Scheda Tecnica Riassuntiva
Cima Croda de R’Ancona
Cima: Croda de R’Ancona.
Gruppo Montuoso: Dolomiti- Gruppo Fanis Croda Rossa d’Ampezzo
Cartina: Tabacco foglio 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane
Segnavia: C.A.I. 08 poi per tracce e indicazioni locali
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1668 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2366 m.s.l.m
Dislivello: 698 m.
Tempi di percorrenza:* 6 ore.
Giro: A/R.
Punti di appoggio: Rifugio Ra Stua.
Acqua, sorgenti: sì.
Località: Cortina d’Ampezzo Fiàmes Rifugio Ra Stua.
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì Ra Stua
Partecipanti: Fernanda, Paola, Silvano, Giuliano, Giuseppe, Nicola, Valter, Salvatore.
Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica. Conta anche la preparazione tecnico pratica. È importante la conoscenza dell’ambiente alpino e della progressione. Inoltre, il movimento in ambiente alpino e la capacità di orientamento sono essenziali.
L’escursione in dettaglio:
alla Cima Croda de r’Ancona
Noi risaliamo la strada proprio dietro al Rifugio, in direzione di Forcella Lerosa scegliendo al primo bivio non l’erta scorciatoia, ma la comoda strada militare. Saliamo in questa bella giornata tra i boschi di abeti, larici e grandi, bellissimi cirmoli fino al pianoro dell’Alpe di Lerosa. Qui veniamo rapiti dallo splendido panorama, le rocce colorate si stagliano contro il cielo azzurrissimo, ci è quasi difficile abbandonare questo luogo. Sal e io facciamo una breve digressione fino al vicino ex-cimitero austriaco, poi seguiamo la compagnia che ha imboccato il sentiero a destra (indicazione su sasso “R’Ancona”) che costeggia il fianco della montagna. A volte troviamo alberi divelti di traverso al sentiero e dobbiamo superarli passandoci sopra o strisciandoci sotto. Ci alziamo di quota e incontriamo i resti di postazioni militari, ricoveri e cucina da campo. Saliamo alcune piccole rampe fino a sbucare su uno spallone erboso, molto panoramico, lo percorriamo attraversando il terreno solcato dalle cicatrici di trincee, resti di postazioni, filo spinato e gallerie in parte fagocitati dai baranci. Avanzando sulla larga cresta troviamo un grosso pezzo di granata, almeno due chili di peso, ci è difficile non pensare ai sacrifici e a alla vita grama dei soldati che combatterono in questi luoghi ora così pacifici. La cima ora è davanti a noi, apparentemente inaffrontabile da parte di comuni camminatori. Seguiamo il sentiero tra i mughi, da ora in avanti segnato da numerosi ometti di pietra, dobbiamo scendere di qualche metro sul lato nord e superare un primo passaggio delicato su roccette dove bisogna prestare attenzione. Superatolo con successo arranchiamo fino a raggiungere, inaspettatamente, il magnifico Bus de R’Ancona, un arco naturale di roccia, cornice naturale al panorama sottostante. Superiamo un altro paio di passaggi un po’ esposti su terriccio e detriti sdrucciolevoli per poi risalire ancora diritti fino ad un altro piccolo intaglio.

Ancora resti di trincee e un breve tratto in cengia dove è stato posto un cavo allentato.
Non ci fidiamo molto, meglio mettere le mani su rocce e mughi. Ci inerpichiamo per qualche facile salto di rocce e finalmente siamo sulle belle placche rocciose che ci portano in cima. In vetta tira un vento non proprio gradevole e dopo le foto di gruppo vicino alla croce e un rapido giro per ammirare il panorama a 360^ scendiamo rapidamente per lo stesso percorso di andata (ci sarebbe un itinerario ad anello che scende dalla parte opposta) superando tutti i tratti “difficili” fino allo spallone erboso, al riparo tra i mughi. Finalmente tiriamo fuori dai sacchi i panini e il silenzio cala tra gli otto coraggiosi montanari.

Scambio di prelibatezze, the speziato, vin brûlé, fantastica bevanda grappa-zucchero-spezie-vino clinto. Corroborati torniamo alla Forcella e scendiamo più rapidamente per la scorciatoia fino al parcheggio di Ra Stua. Qui la nostra amica Fernanda ci offre una fantastica, buonissima torta accompagnata da dell’ottimo prosecco. Bisogna dire che siamo capitati in una delle migliori compagnie di montanari. I nostri amici ci salutano, le giornate sono corte e hanno diverse ore di strada per tornare a casa. Noi quattro bellunesi (Sal pendolare TN-BL) possiamo ancora scattare qualche foto al torrente Boite che scende baldanzoso tra le rocce e alla luna che sorge dietro l’Antelao a Fiàmes.
Un grazie a tutti: Fernanda, Paola, Silvano, Giuliano, Giuseppe, Nicola, Valter.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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