358 la cima del monte Pore




Data: 08-09-2018 

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin,

la cima del monte Pore,

il Passo Giau per noi è il luogo da cui si gode il panorama dolomitico più spettacolare e il più fantastico cielo notturno, mai visto. Abbiamo pernottato in uno spiazzo appena sotto il valico (i camper non sono ben accetti in loco).

Il mattino scendiamo alcuni tornanti verso il Rifugio Fedare, m. 2000 s.l.m. che raggiungiamo a piedi (neanche qui si può lasciare il camper) per fare un’escursione facile e relativamente breve, aiutati dal meteo decisamente stabile. 

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Monte Pore,

Cima: Monte Pore 
Gruppo Montuoso: Averau, Nuvolao 
Cartina: Tabacco Foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza  
Segnavia: 463 C.A.I  
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).  
Quota partenza: 2000 m.s.l.m  
Quota da raggiungere: 2405 m.s.l.m.  
Dislivello: m. 405 
Tempi di percorrenza:* 3 ore, in giornata 
Giro: A/R 
Punti di appoggio: Rifugio Fedare 
Acqua, sorgenti: no, portare acqua 
Località: Passo Giau 
Copertura cellulare: sì 
Parcheggio/i: al rifugio Fedare Funivia si le auto no i camper 
Partecipanti: gli autori 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

L’escursione in dettaglio:

Monte Pore 

Dal Rifugio, proprio dove si trova anche la stazione della funivia che porta a Forcella Averau, imbocchiamo il sentiero 463 per il Monte Pore, inconfondibile con la sua sagoma scura e piramidale. Saliamo senza difficoltà la comoda stradina sterrata che poi diventa mulattiera lastricata, un lascito della Grande Guerra, attraverso i vasti prati di Fedare. Un tempo, almeno fino agli anni ’60, pastorizia e fienagione erano le attività principali degli abitanti dei paesi sottostanti, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore, Livinallongo. Ci fermiamo alcuni minuti alla Chiesetta Madonna della Neve per qualche foto e riprendiamo il cammino passando tra piccole baite di montagna ben curate. Raggiungiamo un bivio, una mulattiera sale sulla sinistra ma la tralasciamo, non seguiamo nemmeno la nostra stradina che continua a destra che con un largo giro tocca altre piccole casere fino a svoltare in direzione sud ovest sulla sella prativa che ci divide dalla valle di Andraz e Falzarego. Noi tagliando sui prati proseguiamo diritti puntando verso la cima e ci ricongiungiamo al sentiero proprio sulla sella. Un primo colpo d’occhio sulla Marmolada, il Padon, il Pordoi e il Sella sono solo l’anticipo di quello che vedremo una volta in vetta. Raggiungiamo il capitello in ricordo di Don Claudio Sacco, travolto da una slavina mentre scendeva in notturna con gli sci questo versante, poi la Forcella di Antersass m. 2247. Da qui alla cima ci sono solo 200 metri di dislivello, ma il terreno è ghiaioso, spesso sdrucciolevole, entrambi i versanti presentano ripide coste rocciose, un po’ di attenzione ci vuole. Sono ancora visibili i resti di trincee e postazioni. Un ultimo sforzo sulla rampa finale e guadagniamo la cima, 2405 m.s.l.m. 

Il panorama è grandioso, subito siamo attirati dalla visione della Civetta che sovrasta Alleghe e il suo lago, poi man mano riconosciamo il Sasso Bianco, la Marmolada con l’ultimo residuo di bianco ghiacciaio, lo scuro Padon che fa da contrasto, il massiccio del Sella, il Col di Lana, quasi un gemello vulcanico del Pore, i Sett Sass, il Lagazuoi e le cime di Fanis, le grandi Tofane. Giriamo lo sguardo e ci appaiono Averau, Nuvolau e Gusella, poi l’Antelao con l’immancabile nuvola, la Croda da Lago e i Lastoi di Formin, il Cernera e il Pelmo e ritorniamo al Civetta. Che soddisfazione! Ogni volta che ci troviamo su una cima con un panorama a 360 gradi ci pare di essere sul tetto del mondo e nell’ombelico della Terra. Sotto le pendici del monte scorgiamo i paesi di Selva di Cadore e Colle Santa Lucia, dirimpetto a noi Rocca Pietore e Laste, Livinallongo, Arabba… Dopo una breve sosta per un panino scendiamo per lo stesso percorso fino alla Forcella di Antersass, qui deviamo scendendo verso destra per una traccia in cengia sul versante di un colle erboso fino a raggiungerne la cresta, poi piegando a sinistra proseguiamo per una breve mulattiera militare fino al bivio lasciato stamattina in salita. Siamo tornati sulla carrareccia principale con la quale facciamo rientro. Ritornati al nostro camper, speriamo che il tempo resti bello e stabile per fare  nei prossimi giorni la ferrata dell’Averau. E’ tanto che la sogniamo.

La sera andiamo a guardare il Castello di Andraz, domani vorremmo andare al monte Sief e un sentiero parte proprio da qui, ma alla fine, dopo una lunga discussione e valutazione, cartina alla mano, sul dislivello e la lunghezza, partendo da qui, decidiamo di raggiungerlo da un altro punto e ci dirigiamo verso il Falzarego e il Passo di Valparola.

Seguiteci, avremo il piacere di raccontarvi anche questa avventura… 

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin 
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© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi 

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