
al belvedere… Casel sora ‘l Sass
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 18-07-2015
Cima: Belvedere di Mezzodì
Gruppo Montuoso: Spiz di Mezzodì
Cartina: Tabacco foglio 025 Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine
Segnavia: CAI 525-534
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1200 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1528 m.s.l.m
Dislivello: 328.m
Tempo di percorrenza*: in giornata
Giro: anello
Punti di appoggio: Rifugio Sora ‘l Sass
Acqua, sorgenti: sì
Località: Forno di Zoldo – Val Pramper
Copertura cellulare: non rilevata
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
la prima volta che raggiungo il rifugio Casel Sora l’ Sass “Gianni Angelini” era il 2010 (Paola ci era stata più volte), non eravamo mai saliti però al Belvedere superiore per cui al rifugio entrambi avevamo lasciato un “paletto”, oggi è la giornata giusta per andare a riprenderlo… fino al rifugio Giovanni Angelini riportiamo più o meno la descrizione del 2010.
“Da Belluno raggiungiamo il grazioso paese di Forno di Zoldo appena superato l’abitato prendiamo a sinistra la stradina a fianco del campanile con la caratteristica punta stretta e lunga, attraversiamo il torrente Maè, saliamo alcuni tornanti e voltiamo a sinistra (indicazioni all’incrocio). Percorriamo la stretta rotabile, solo in parte asfaltata, che sale nel bosco inoltrandosi nella Val Prampèr. Raggiunto il parcheggio in località Pian dà la Fopa, a circa 1200 m.s.l.m. e lasciamo l’auto.

Seguiamo le indicazioni e imbocchiamo il sentiero CAI 534, un ponticello in tronchi ci permette di attraversare il torrente Prampèr. Sono rimaste ad aspettarci le cime dello Spiz di Mezzodì, che ci sovrastano in tutta la loro severa bellezza. Iniziamo la salita ad ampi zig zag in mezzo ad un canalone detritico, dopo una buona mezz’ora giungiamo al bivio con il sentiero che porta andando a destra al bivacco Carnielli. Noi continuiamo a sinistra e prendiamo il sentiero attrezzato. Ci portiamo all’attacco della Ferrata che affrontiamo più sicuri della prima volta e in breve risaliamo i salti di roccia, la salita è divertente.

E’ un sentiero attrezzato facile, ma in caso di pioggia, neve o ghiaccio può presentare difficoltà che vanno affrontate con la dovuta cautela. Sappiamo poi che le difficoltà sono soggettive quindi… da affrontare attrezzati. Continuiamo sul sentiero che dopo una breve salita prosegue in piano nel bosco fino alla bella radura panoramica dove sorge il rifugio a m. 1588 s.l.m.”. …fino a qui sopra come per l’escursione del 2010…
Casel sora ‘l Sass al belvedere…
Questa volta non ci fermiamo al rifugio ma continuiamo lungo il sentiero nel bosco, al bivio andiamo a destra seguendo le indicazioni per il Belvedere, sentiero CAI 532. Dopo alcuni minuti di salita troviamo un altro bivio, a destra vediamo un vetusto cartello che segna un percorso attrezzato, nel dubbio proseguiamo a sinistra sul nostro sentiero salendo il versante nord del monte; la salita è un po’ più marcata ma in poco più di mezz’ora raggiungiamo la cima del Belvedere di Mezzodì, m. 1964 s.l.m. Ancora una volta, come solo le Dolomiti sanno fare, siamo rapiti da un panorama fantastico. Non ci sono parole per descriverlo. Siamo soli e ci godiamo il silenzio. Girando lo sguardo a 360 gradi ammiriamo il panorama spostando gli occhi dalle vette più lontane le Dolomiti Friulane, i Monti dell’Alpago… a quelle più vicine Pelmo, Antelao, Civetta, Sorapiss… ammiriamo e ci riposiamo.

Gli Spiz sono sopra di noi, vertiginosi, impossibile non pensare al Viaz che lo attraversa, percorso nei tempi passati dalla coraggiosa Oliana per portare i viveri dal Casel ai boscaioli che lavoravano alla Pala del Làres. La ragazza affrontava avanti e indietro un vero percorso alpinistico e in suo onore il Viaz ne ha preso il nome (Viaz de l’Oliana). Scendiamo per lo stesso sentiero di salita, raggiunto il Rifugio ci fermiamo per una pausa davanti ad un paio di birre. Qui chiediamo informazioni sul sentiero attrezzato per il Belvedere e ci dicono che è altrettanto facile di quello che porta al rifugio, bene, ci riserviamo di farlo la prossima volta (altro paletto). Facciamo rientro percorrendo la ferrata in discesa e poi il sentiero percorso nella mattina fino a raggiungere l’auto al Pian da la Fopa e fare rientro a casa con gli occhi e il cuore pieni di gioia.
Buona montagna a tutti. Rispetta la montagna e porta a casa i tuoi rifiuti, lasciale i suoi fiori che nel tuo vaso durano un giorno…
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi