
le Torri di Pisa, Calcare e Dolomia
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 08-07-2012
Cima: Valbona 2694 m.s.l.m
Gruppo Montuoso: Latemar
Cartina: Tabacco Foglio 029 Sciliar Catinaccio Latemar
Segnavia: CAI 504, 516, 22, 18, 516,
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1606 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2671 m.s.l.m
Dislivello: m. 1065
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: Anello
Punti di appoggio: Rifugio Torri di Pisa
Acqua, sorgenti: non rilevate
Località: Predazzo (Stadio del salto)
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì a Predazzo
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
questa è un escursione effettuata nel luglio del 2012 cercheremo di raccontarvela anche se col passare del tempo alcuni ricordi si sono affievoliti, i punti principali sono comunque rimasti impressi nella memoria. Per la precisione, non descriveremo la Torre di Pisa di Giotto, ma il campanile di calcare e dolomia del Latemar, che in comune con la Torre ha bellezza e inclinazione. Tutto l’itinerario è ben segnalato.
Calcare e Dolomia
da Trento raggiungiamo Predazzo e parcheggiamo nei pressi dello Stadio del salto. Facciamo i primi 600 metri di dislivello con la funivia che ci porta al rifugio Gardone a 1606 m.s.l.m. da dove prendiamo il secondo tronco in seggiovia raggiungendo comodamente seduti il Rifugio Passo Feudo a 2175 m.s.l.m. Una stupenda ed enorme luna che spicca bianca nel cielo azzurro accompagna i nostri primi passi in questo meraviglioso eden alle pendici occidentali del Latemar. Percorriamo il primo tratto del sentiero E-516 SAT/CAI che ci porta gradualmente tra spettacolari panorami, prati verdi e rocce ad un primo bivio dove lasciamo il sentiero 516 (che porta direttamente al rifugio Torre di Pisa) proseguiamo a sinistra sul n. 22 camminando ai piedi delle altissime pareti rocciose del Latemar. Al successivo bivio andiamo a destra sul sentiero 18 CAI che prosegue in marcata salita su un fianco detritico, fioriture coloratissime colonizzano le rocce scabre, un vero giardino botanico. Ci alziamo aiutati da alcuni scalini in legno e da una fune che protegge una stretta cengia fino a raggiungere un ripiano ghiaioso.

Ora saliamo tra rocce, ghiaie e macigni fino ad una piccola sella affacciandoci su un altro ripiano, una piccola valle ingombra di pinnacoli di roccia, simili ai “pirulotti” che i bambini costruiscono con la sabbia bagnata. Ci fermiamo un attimo incantati, ma non siamo ancora al cospetto della torre che imita il modello pisano. Il sentiero prosegue a sinistra salendo un angusto canalino fino alla Forcella dei Camosci, 2590 m.s.l.m. Vale la pena di soffermarci per ammirare il grandioso panorama, l’anfiteatro di rocce e guglie del Latemar, quindi facciamo una pausa in compagnia delle “grole” che si avvicinano timorose e diamo loro qualche pezzo di frutta secca che gradiscono, in breve altre loro simili si avvicinano diventando sempre più ardite. Dopo aver guardato il panorama scendiamo un poco per riprendere il sentiero E-516 SAT e girovaghiamo, quasi in un labirinto, tra macigni e pinnacoli di roccia che sembrano lì lì per cadere, una mano possente sembra aver modellato la dolomia, un anfiteatro degli dei?

Finalmente possiamo ammirare il campanile naturale chiamato “Torre di Pisa” e la “Porta del Latemar” un’apertura nella roccia che raggiungiamo prima di dirigerci verso il Rifugio Torre di Pisa, m. 2671 s.l.m., dove facciamo un’altra breve sosta.

Dopo le birre di rito, scendiamo per il sentiero E- 516 sempre tra rocce e ghiaie, non mancano altri tratti pieni di ammassi, torri e guglie che rendono anche questo percorso molto articolato. Raggiungiamo i prati e facciamo rientro al Rifugio Passo Feudo, da qui raggiungiamo comodamente prima in seggiovia e poi in funivia, il parcheggio a valle.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi
Bellissimo!!! Ci sono stata, veramente bello!
Siamo camminatori, arrampicatori amatoriali, io mio marito nostro figlio che oggi ha 18 anni ma ha indossato gli scarponcini da montagna nella culla, ogni anno passiamo le nostre vacanze a scalar montagne. E’ l’unico modo che ci rende felici, liberi, veramente sereni. Camminiamo in silenzio per 15 – 20 -25 km al giorno, ascoltando solo la natura e arrivati in cima… colmiamo gli occhi di bellezza, e portiamo a casa solo bellissimi ricordi, in silenzio!
Leggerò molti tuoi articoli, sono interessantissimi!
Grazie mille !
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Alessia è graditissimo il tuo commento, la montagna è una bella passione regala sempre grandi emozioni a ogni angolo… ti aspetto a leggere e a commentare… grazie mille a te
Sal
"Mi piace""Mi piace"