
Col da Dàut
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 09/08/2015
Cima: Col da Dàut
Gruppo Montuoso: Marmolada
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza
Segnavia: sentiero e mulattiere
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1100 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1592 m.s.l.m
Dislivello: m. 492
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: anello
Punti di appoggio: casera restaurata recentemente al Col da Dàut
Acqua, sorgenti: Fontana a Davedino e Digonera
Località: Digonera
Copertura cellulare: parziale
Parcheggio/i: Digonera
Partecipanti: gli autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
scegliamo questo bel giro tranquillo, da Digonera per strada militare, con visita alle postazioni e gallerie della I Guerra e sosta nella bella casera di Col da Dàut, fino a Davedino, minuscolo e grazioso paese e da qui ritorno a Digonera per strada asfaltata con fiori, alberi e cascate d’acqua di contorno e il Cordevole bello e rumoroso giù nella valle.
Amiche e Amici lettori e voi che mi seguite, continua l’aggiornamento delle escursioni…
oggi con l’aiuto di Paola vi racconto il Col da Dàut, escursione del 2015, è un sentiero militare che ci riporta indietro nella storia e nella memoria
da Digonera al Col da Dàut
da Belluno ci dirigiamo a Cencenighe e di seguito a Caprile dove lasciamo la regionale 203 e prendiamo la S.P 641, oltrepassato il torrente Cordevole prendiamo a destra la s.p. 563 e giungiamo a Digonera 1100 m.s.l.m. (comune di Rocca Pietore) dove troviamo un parcheggio vicino all’Albergo Digonera e un tabellone orientativo. Entriamo nel bar dell’albergo per bere un caffè, il proprietario è un vecchio conoscente del padre di Paola e dopo due chiacchiere ci consegna le chiavi della Casera al Col da Dàut, che prendiamo con riconoscenza. La stradina che sale nei boschi verso la nostra meta è stata costruita dal Genio Militare Italiano nel 1916 (progetto del Sotto Tenente Alberto Alpago Novello). La percorriamo per 4 chilometri e giunti sotto il Col da Dàut troviamo numerose testimonianze di guerra con postazioni e gallerie. Apriamo la piccola Baita posta nella radura tra gli abeti e facciamo una breve sosta prima di perlustrare i dintorni. Saliamo nel bosco fino alla vicina cima, 1592 metri s.l.m. e girando in lungo e in largo visitiamo i resti di una piazzola per artiglieria e posto di vigilanza, a fianco della carreggiata alcune gallerie-ricovero per la truppa e i punti di osservazione sul Col di Lana, il paese di Livinallongo e la Val Cordevole. Ci attirano soprattutto questi ultimi, i tunnel di osservazione scavati nella roccia, li percorriamo e guardiamo dalle aperture da cui sparavano le batterie italiane.

“Tra le batterie che spararono sul Col di Lana, nei documenti vengono citati due cannoni 152/Marina. Quando il col di lana fu fatto saltare in aria dalla mina italiana del 17 aprile 1916 le batterie poste sul Col da Dàut, di concerto con le altre posizionate a raggiera intorno al Col di Sangue (Col di lana), scatenarono l’inferno sulla cima già devastata dalla mina, cosparsa di morti, molti anche quelli che rimasero sepolti e quelli causati dalle batterie poste sul col da Dàut e tutt’intorno furono un centinaio, anche i prigionieri. cit. Ecomuseograndeguerra Dolomiti Bellunesi.”

Decidiamo di proseguire verso Davedino, che si trova a circa un’ora di cammino, il sentiero corre a mezza costa sovrastando la valle del Ru de Davedin, in mezzo ai boschi posti alle pendici del Col Toron e il Col de Mezdì. Un cartello posto all’inizio segnala il percorso “impraticabile” ma una famigliola del posto con bimbi e cane al seguito si è aggiunta a noi per cui tentiamo insieme l’avventura. In effetti ci imbattiamo in frane e smottamenti, provocati dai ruscelli che scendono dai fianchi della montagna, ma il sentiero è comunque percorribile prestando attenzione nel passare questi punti. (dati del 2015) Camminiamo fino ad innestarci sul sentiero 635 che in breve ci porta a Davedino, m. 1530 s.l.m. un piccolo nucleo di case abitato solo saltuariamente nella stagione estiva.
“Davedino è una tipica frazione di montagna, ricca di fienili e attrezzi della civiltà contadina. In una casa accanto ad un capitello della Madonna, era ospitato il comando di zona. Davedino è raggiungibile anche in automobile (strada stretta e ripida, parcheggio limitato) con la SP 35.” cit. Ecomuseograndeguerra Dolomiti Bellunesi.
Continuiamo a scendere per la stradina, segnavia 635, fino al paesetto di Sottil e da qui raggiungiamo la strada che ci riporta a Digonera. Il percorso su strada asfaltata è un po’ lungo e sarebbe noioso se l’itinerario, che si snoda lungo il fianco destro del Cordevole, come detto nella premessa non fosse abbellito ai lati da piccole cascate, da coloratissime fioriture e bellissimi boschi. Raggiunto l’Albergo Digonera riconsegniamo le chiavi e ringraziamo. Oggi abbiamo fatto un itinerario insolito, senza raggiungere alte cime, abbiamo apprezzato questa escursione ricca di interesse storico e naturalistico che si affaccia sulle cime rese purtroppo famose dai sanguinosi combattimenti durante la prima Guerra Mondiale.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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