
Il Monte Grappa
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 15-04-2019
Città: Pieve del Grappa
Provincia: Treviso
Regione: Veneto
Tipologia: viaggio nella Storia
Punti di appoggio: Camper, Rifugio Bassano (chiuso il martedì nel periodo invernale)
Località: Cima Grappa
Copertura cellulare: no Parziale
Aree di Sosta o Parcheggio/: sì, tollerati i camper (almeno fuori stagione)
Partecipanti: Autori
Il Viaggio in dettaglio:
Monte Grappa
nel pomeriggio di lunedì 15 aprile dal Montello ci dirigiamo verso il Monte Grappa (Krapp= roccia in pre-latino), il massiccio che comprende numerose cime, tutte note per le sanguinose battaglie combattute nella prima Guerra Mondiale. Non siamo mai saliti dal suo versante meridionale che scende verso la pianura veneta contornato da paesi che ci ricordano le nostre visite a borghi murati e città turistiche: Crespano, Pederobba, Possagno, Bassano, Castelfranco, Marostica, Asolo…
Passiamo velocemente sfiorandone alcuni, a Romano d’Ezzelino prendiamo la Strada del Grappa (Strada Cadorna) che si inerpica a tornanti sui primi rilievi collinari, guardando spesso il panorama che si apre ampio e bellissimo.
Ci fermiamo su uno spiazzo per vedere meglio, lo sguardo si sposta dal Piave al Brenta, dal Visentin al Montello e spazia sulla pianura che sembra infinita. Continuiamo a salire fino a un tornante dove facciamo un’altra sosta, attirati da una segnalazione “Gallerie-Osservatorio I Guerra Mondiale 15-18” e ci avviamo verso alcune caverne scavate nella roccia. Ci colpisce e rattrista vedere come le cavità siano state riempite di rifiuti e che tutto il luogo sia in apparente abbandono, le gallerie pericolanti, il sentiero pieno di rovi. L’Osservatorio, che raggiungiamo salendo alcune facili roccette, si è salvato dall’immondizia perché posto in alto, ma scendendo dall’apertura nella roccia giù per i gradini arriviamo alle gallerie di cui parlavamo prima.

Vicino c’è anche una stele di pietra del 2003 dedicata ai “Pionieri del Volo” da parte degli “Amanti del Volo Libero” che però pare abbiano disertato questo aereo luogo. Continuiamo a salire incontrando altri piccoli monumenti, tutte le balze del Monte Grappa sono state teatro della Grande Guerra e purtroppo hanno visto anche la Seconda. Passiamo per la località Ponte San Lorenzo, a destra la strada prosegue verso Solagna, noi continuiamo a sinistra e finalmente, dopo un tempo che ci pare lunghissimo, vediamo avvicinarsi la cima del Monte Grappa, innevata. Ci fermiamo vicino a Malga Meda, vediamo alcune foto della I^ Guerra mentre una targa ricorda i partigiani uccisi durante un rastrellamento nella Seconda. Percorsi gli ultimi tornanti, arriviamo a Cima Grappa e parcheggiamo nell’ampio piazzale, sopra al Rifugio Bassano. Ci avviamo verso il Sacrario affondando nella neve, visitiamo per primo il reparto austro-ungarico che raccoglie le spoglie di 10.295 caduti, di cui solo 295 noti e sistemati in loculi su due piani, gli ignoti sono raccolti in due celle ai lati della cappella centrale. Uno dei loculi porta il nome del soldato ungherese “Peter Pan” che come il personaggio di fantasia ebbe il destino di non diventare vecchio: morì sul Grappa a ventuno anni. Ogni tanto qualcuno lascia sul suo loculo n. 107 fiori o sassolini. Ci avviamo verso il massiccio edificio “Portale Roma”, speravamo di poter accedere all’Osservatorio posto nella parte superiore, ma le porte sono chiuse. Scendiamo per la “Via Eroica” protesa verso la pianura come il ponte di una nave. Ai lati sono posti i cippi di pietra che portano il nome delle cime in cui si è combattuto: Col Moschin, Colle della Beretta, Monte Asolone…

La via porta al sacello della Madonnina del Grappa, la cui statua venne posta sulla cima del monte ben prima della Grande Guerra, come simbolo religioso e protettrice delle genti. Fu da subito molto amata e divenne meta di pellegrinaggi. Durante la Prima Guerra vene colpita da una granata, restaurata in modo che le “ferite” risultassero visibili e con la costruzione del sacrario posta nella cappella attuale, elevata a Santuario. Cominciamo a scendere la grande scalinata che collega i cinque gironi concentrici che costituiscono il corpo centrale del sacrario, le spoglie dei 2.283 soldati caduti e identificati sono custodite nei loculi in ordine alfabetico, quelle dei 10.332 soldati ignoti sono raccolte in loculi più grandi, alternati. Anche qui troviamo nomi e cognomi di ragazzi provenienti da tutta l’Italia, è impressionante immaginare la carneficina che è avvenuta su questi monti. Tra il IV e il IV girone c’è la tomba del maresciallo Gaetano Giardino che volle essere seppellito tra i suoi soldati della IV Armata. Giunti alla base guardiamo verso l’alto e ci rendiamo conto della monumentalità della costruzione, i gironi disposti a tronco di cono e l’intero sacrario occupano tutta la sommità del Monte Grappa, a quota 1775, e ne hanno per sempre modificato il profilo. Torniamo al nostro camper, una grande costruzione posta a nord ci incuriosisce e ci avviamo lungo la strada, completamente innevata, che porta al grande edificio che scopriamo in rovinoso abbandono.

E’ l’ex-base Nato: il Grappa non è solo memoria delle due Guerre Mondiali, ma anche della guerra fredda che ha interessato questa zona come molte altre nel nostro Paese. Qui l’aeronautica italiana aveva installato una base missilistica, la base logistica era a Bassano del Grappa. Ora dopo la caduta della “cortina di ferro” la base è stata dismessa e abbandonata. Seguiamo le impronte nella neve dei visitatori che ci hanno preceduto e entriamo nell’area con cautela, evitando l’edificio in rovina arriviamo fino all’osservatorio posto all’estremo della cima, i nomi dei monti circostanti sono in parte cancellati, ma molti si leggono ancora. Tutto è in sfacelo, magazzini, gruppi elettrogeni, sotterranei con il rifugio e tutto è stato devastato. Un vero peccato non aver trasformato questo luogo in un posto come la Base Tuono a Folgaria dove poter portare visitatori e scolaresche. Torniamo verso il piazzale, è quasi sera e neve e vento ci hanno raffreddati, entriamo nel Rifugio Bassano e ci scaldiamo con una cioccolata calda. Il Rifugio ha una lunga storia, ora si trova a est della vetta insieme con l‘adiacente Casa Armata (che è proprietà del Demanio dello Stato come tutta la vetta sacra) ma in origine consisteva in una piccola costruzione, la Capanna Bassano. Costruita nel 1897 per ospitare gli alpinisti, uno dei primi rifugi delle Prealpi, si trovava dove ora sono i gradoni del sacrario. Ha visto due Guerre e subito incendi e demolizioni fino alla definitiva sistemazione. E’ ormai sera, la notte si annuncia stellata e saremo soli nel grande piazzale di Cima Grappa, lo consideriamo un privilegio. Per domani abbiamo in programma la visita alla Galleria Vittorio Emanuele scavata sotto alla cima, oggi lunedì era chiusa come il Museo vicino, ma da martedì riaprirà alle ore nove. Ci addormentiamo sperando che il Monte Grappa non veda mai più tragedie di guerra ma torni ad essere l’antica “Alpe Madre” dove salivano mandrie di greggi per l’alpeggio insieme con i pastori, i casari, i falciatori, i taglialegna e…tanti escursionisti amanti della montagna.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
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Correzione testo di Paola Gardin.
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