458 Cima Palaza e Landre del Ledàm

Cima Palazza
Palazza © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Palazza e Landre del Ledàm

di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 21-07-2019

Cima: Palaza
Gruppo Montuoso: Duranno Cima dei Preti
Cartina: Tabacco Foglio 021 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
Segnavia: non censito tratto di Alta Via n°6
Tipologia sentiero e difficoltà*: Mediamente Facile Sentiero Alpinistico (E.E.) o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1758 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2210 m.s.l.m
Dislivello: m. 452
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: Andata / Ritorno
Punti di appoggio: Casera Mela, Rifugio Cava Buscada
Acqua, sorgenti: fontana a Cava Buscada
Località: Erto
Copertura cellulare: Parziale
Parcheggio/i: sì in Loc. Stel de Conte a pagamento
Partecipanti: Graziella, Mara, Waltraud, Paola, Silvano, Arno, Salvatore.

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, alla conoscenza dell’ambiente alpino, alla progressione/movimento, alla capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

circa un anno fa avevamo già descritto questa escursione che oggi rifacciamo, a volte ripeteremo le stesse frasi, i monti sono gli stessi, la compagnia è variata, quattro di noi non erano mai stati in questi luoghi.

Palazza e Landre del Ledàm

risaliamo la stretta strada, in parte sterrata, che da Erto, percorrendo in cengia la Val Zemola, ci porta vicino Casera Mela, dove parcheggiamo le auto in località Stel de Conte m. 1181 s.l.m. Gianpiero, il gestore di Cava Buscada, ci viene a prendere con il suo fuoristrada e, come un anno fa, risparmiamo più di un’ora di cammino e 678 metri di dislivello da qui alla sua Casera-Rifugio. A Cava Buscada, m. 1758 s.l.m., troviamo una coppia di amici che sono qui da ieri sera per la proiezione delle magnifiche fotografie di Roberto, ma solo Mara si unisce a noi perché lui deve tornare al lavoro. Ci mettiamo in cammino, superiamo l’ex-cava di marmo rosso e ci inerpichiamo per il sentiero, non segnato, passando in mezzo all’erba alta e ai mughi. Ripetiamo il rito, nuovo per chi non è mai stato qui, del passaggio con foto ricordo sotto il grosso tronco, piegato ad arco, del vecchissimo larice testimone muto del tempo. La nostra piccola compagnia affronta il passaggio sulle rocce carsiche, erose e graffiate dalle unghiate del tempo, arriva sotto “la croce” un altro vecchio larice di cui restano tronco e braccia secchi e nudi e dopo aver ripreso fiato continua a salire. La traccia spesso è seminascosta dalle erbe dei ripidi prati, ci distraiamo a volte per ammirare i magnifici fiori, altre per avvistare i camosci che, dopo averci osservati a loro volta, si fiondano verso il basso. Ci affacciamo sul versante che dà sulla Valle del Piave, impossibile non fermarsi davanti al panorama, poi continuiamo a salire con meno fatica, percorrendo il crinale erboso e punteggiato di stelle alpine fino a raggiungere l’anticima della Palaza, segnata da un ometto di pietre. Ci lasciamo alle spalle il Monte Borgà, avendo a destra la profonda e boscosa Val Zemola e il Monte Porgeit, a sinistra la sottostante Valle del Piave con gli alti monti di contorno. Davanti, oltre la nostra cima oramai prossima, la vista dello splendido Duranno che si innalza come una maestosa piramide di roccia chiara. Il sentiero scende leggermente su una sella, tutti noi, “vecchi” o “nuovi” frequentatori di questi posti, siamo emozionati dalla vista vertiginosa: siamo a picco sopra la statale dell’Alemagna, a cavallo tra la Valle del Piave e la Val Zemola. Con cautela scendiamo per un passaggio un po’ esposto attorno ad una rupe e poi risaliamo per la traccia a zig zag per la pala finale, un magro prato all’inizio e poi solo ripide roccette ghiaiose fino alle creste di cima. Grande soddisfazione aver raggiunto la vetta, 2210 s.l.m. da dove contemplare in santa pace il Duranno e tutte le catene di monti che ci circondano.

Cima Palazza
Palazza © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

La cima è piena di bellissimi ciuffetti di stelle alpine e di genzianelle, un altro pregio di questo magnifico belvedere. Scendiamo per lo stesso percorso, in discesa la pala è un po’ più vertiginosa, raggiungiamo la sella e percorriamo il sentiero di andata a ritroso fino a passare nuovamente i mughi e le rocce carsiche dalle profonde incisioni. Arrivati ai prati, per andare al Landre invece di scendere al Rifugio per poi dover risalire, tagliamo per i pascoli disseminati di rocce ricche di fossili in direzione del Monte Borgà. La sua vista sorprende sempre: questo monte che da sud è un rilievo poco appariscente, man mano che ci avviciniamo dal lato settentrionale pare alzarsi sempre più dominandoci maestoso con le sue severe, verticali, altissime pareti rocciose. Caliamo un poco camminando su un crinale prativo che alla nostra destra guarda verso gli scoscesi burroni ai piedi del Borgà, raggiunta una piccola sella prendiamo una traccia che scende ripido a destra in un canalone erboso, superiamo un piccolo salto su roccia e eccoci al cospetto del Landre del Ledàm, m. 1850 s.l.m. I “nuovi” restano incantati davanti alla cavità, così vasta, bellissima!

Cima Palazza
Landre del Ledan Palazza © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Entriamo e percorriamo l’enorme grotta che si affaccia con le sue grandi aperture sul Monte Borgà, a strapiombo sui burroni sottostanti, quelli tra di noi che non ci sono mai stati sono emozionati e anche un po’ titubanti. Dopo le foto risaliamo il sentiero e raggiunta nuovamente la sella scendiamo verso l’ex cava. Il posto merita una visita, è un eco-museo all’aperto, ma sono quasi le 14 e abbiamo un appuntamento da non perdere presso l’accogliente Rifugio.  Anche stavolta (alcuni di noi ne sono assidui frequentatori) divoriamo i gustosi piatti cucinati da Roberta e Gianpietro (pastin, frico, cacciagione, polenta…) accompagnati da una buona caraffa di vino, acqua di sorgente e seguite dal dolce e caffè. Dopo pranzato comincia a piovere e ci rintaniamo all’interno accanto alla stube insieme con i gestori, ci sentiamo una compagnia affiatata di vecchi e buoni amici. Passato il temporale ci accomiatiamo, promettendo di ritornare, scendiamo a piedi per la stradina sterrata, sentiero CAI 381, e in un’ora raggiungiamo lo spiazzo dove abbiamo lasciato le auto.

Il Rifugio Cava Buscada ha 21 posti letto effettua visite guidate all’ex Cava di Marmo e orto botanico. Servizio navetta su richiesta.
Per info cellulare 320 0413665 – 328 4625598
E-mail: Robyc.72@tiscali.it
il sito internet: info Cavabuscada…
La cava di marmo è stata attiva dal 1953 al 1994 le maestranze cavavano il Ramello rosso ammonitico, un particolare tipo di marmo esportato in Europa, Stati Uniti e anche a Massa Carrara. La casa dei minatori è diventata il Rifugio Cava Buscada.
Escursioni dal Rifugio Cava Buscada: Troi dal Sciarbon, Anello della Val Zemola, Sentiero Zandonella (in quota) – Cima Palazza,  Libri di San Daniele.
Rifugio Casera Mela – Per info cellulare 333 7857908
Escursioni da Casera Mela: Rifugio Maniago, Duranno, Anello di val Zemola, Casera Galvana.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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