554 un santuario naturale a Lagole




Data: 10-09-2020

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin,

un santuario naturale a Lagole,

dopo due giorni di ferrate, oggi ci concederemo una passeggiata tranquilla, non siamo due superman! Il 9 settembre scendiamo da Misurina e passiamo la notte nel parcheggio di Tai di Cadore, scelta infelice perché il posto è molto rumoroso, rimpiangiamo di non aver scelto l’appartata e silenziosa area sosta di Valle di Cadore o quella di Calalzo, visto che per domani avremmo intenzione di fare una breve camminata al Lago di Centro Cadore.

Giovedì 10 settembre ce ne andiamo presto da Tai e raggiunta Calalzo scendiamo verso il lago, trovando parcheggio nel piazzale sopra lo Chalet al Lago. Il ristoro è chiuso, forse per questo il parcheggio è semideserto.

Scheda Tecnica Riassuntiva

al santuario naturale di Lagole

Località: Calalzo di Cadore
Segnavia: associazioni locali
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico Tematico: E’ un itinerario a tema specifico prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) di chiaro scopo didattico formativo. Usualmente attrezzato con apposita tabellatura e punti predisposti per l’osservazione è comunemente adatto anche all’escursionista inesperto e si sviluppa in aree limitate e ben funzionali, molti all’interno di parchi o riserve (generalmente è breve e privo di difficoltà tecniche T oppure E)
Dislivello: minimo.
Tempi di percorrenza:* un paio di ore
Giro: anello
Punti di appoggio: in stagione aperto Chalet al lago
Acqua, sorgenti: sì solfuree portare acqua
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Partecipanti: gli autori

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

il lago del centro Cadore

è ideale per una passeggiata, le sue sponde offrono molto di più del solito giro lungolago: il bacino artificiale non solo è racchiuso tra una cornice di magnifici monti, ma custodisce un luogo magico, legato a culti antichissimi, un sito archeologico, naturalistico e termale che ogni volta ci lascia incantati.

Santuario di Lagole

Dal parcheggio invece di andare verso lo Chalet prendiamo il sentiero (segnaletica) che attraversando il bosco ci porta direttamente al centro di questo sito, sacro alle antiche popolazioni di veneti, dove si trovano le sorgenti di acqua termale, i piccoli torrenti con le acque che gorgogliano dal sottosuolo, le cascatelle che si gettano nel Lago delle Tose, i piccoli specchi d’acqua circondati da una vegetazione esuberante.

al sito archeologico

In molte descrizioni quest’area è chiamata “santuario di Lagole” e bisogna intenderci su un paio di termini: in primis non c’è nessun tempio, è un santuario naturale, un tempo più ampio dell’area che visitiamo ora perché le grotte e una parte del sito sono state sommerse dal lago, creato sbarrando con una diga il corso del fiume Piave. Secondo, chi pensa di fare un bel bagno caldo nell’acqua “termale” dovrà ricredersi, l’acqua minerale, dal forte odore sulfureo, sgorga alla temperatura di 10 gradi, ci si può ben refrigerare durante un luglio afoso, oggi non sarebbe il caso. Ci aggiriamo in silenzio, per fortuna siamo fuori stagione, non ci sono bagnanti e schiamazzi, il luogo conserva ancora qualcosa dell’aura sacra che un’antica civiltà riconosceva a queste acque dalle proprietà curative. Lungo il percorso si trovano le riproduzioni di ex voto, bronzetti, statuine, lamine con iscrizioni e oggetti rituali che rappresentano alcuni dei più di 600 reperti ritrovati nel sito durante gli scavi archeologici degli anni cinquanta, gli originali sono custoditi nel Museo Archeologico di Pieve di Cadore.

e i laghetti di Lagole

Le proprietà terapeutiche di queste acque, che si pensa provengano dalle pendici del monte Antelao e scorrendo sotto terra riaffiorino in questo luogo, erano conosciute almeno dal VI secolo a.C. e il sito fu usato come luogo di cura e di culto fino al IV secolo d.C. Le acque scorrono sul terreno impermeabile creando ramificazioni, polle e piccoli laghi e precipitano in cascatelle nel Lago delle Tose, il più bello e caratteristico del sito. Ci sono numerose leggende su questo luogo, legate alla presenza di esseri fatati, le Anguane, labile ricordo degli dei pagani venerati con libagioni e offerte votive e diventate creature maligne con l’avvento del cristianesimo. Gli antichi veneti avevano un’altra percezione di queste divinità delle acque e dei boschi cui era chiesta la sanità del corpo e dello spirito, la guarigione dalle ferite, la fertilità. Trumisiate Sainate era la dea celebrata a Lagole, una divinità femminile nel cui nome venetico appare il numero tre (chiamata anche Triforme, Triplice o Tre volte invocata) e il legame con l’acqua dal potere salutifero.

Un’altra dea era Reitia Sainate, signora dell’acqua, della Terra, del Cielo e degli animali, tutte divinità femminili che poi, come accadde nel resto del mondo, furono soppiantate dagli dei maschi, al posto della dea guaritrice trionfò Apollo, Dio della Medicina. Con l’affermarsi del Cristianesimo gli antichi culti furono spazzati via, non vogliamo azzardare paragoni, non sia mai, diciamo solo che poco lontano, a picco sul Rio Molinà tra Calalzo e Vallesella sorge la bella Chiesa della Madonna delle Grazie, alla Madonna della Salute sono dedicati innumerevoli templi e per ogni malanno abbiamo un Santo cui votarci: Santa Lucia per gli occhi, San Biagio per la gola, san Mamante per il latte alle puerpere e così via, cambiamo religione, intendiamo la spiritualità in modo diverso ma non per questo abbiamo minor bisogno di invocare un aiuto divino.

Terminati i pensieri filosofici, proseguiamo sul nostro percorso, lasciamo le acque incantate e percorrendo la stradina in mezzo al bosco andiamo verso il Lago di Centro Cadore, il livello dell’acqua è calato rispetto ai mesi precedenti e l’isoletta al centro è riemersa completamente. Aggiriamo il terrapieno che separa il lago dal bacino dedicato alla pesca sportiva, passiamo accanto allo Chalet e ritorniamo al parcheggio.

A metà pomeriggio ci allontaniamo da Calalzo e ci dirigiamo a Laggio di Cadore, troviamo ospitalità nello spiazzo davanti al Ristorante Pino Solitario, sotto la mole del Monte Tudaio. Ci aspettano altre scoperte, seguiteci e ve le riveleremo.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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