153 al Rifugio Bianchet m. 1250 s.l.m. 




Data: 30-06-2013 

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin, 

al Rifugio Bianchet m. 1250 s.l.m. 

Partenza da Belluno verso le 8:30 prima delle nove raggiungiamo il punto di partenza a “la Stanga” nel comune di Sedico sulla statale 203 Agordina, nella stupenda valle del torrente Cordevole.

Scheda Tecnica Riassuntiva 

al Rifugio Bianchet m. 1250 s.l.m. 

Cima: Tentativo al Monte Coro 
Gruppo Montuoso: Schiara
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi 
Segnavia: 503 / 537 
Tipologia sentiero difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: 449 m.s.l.m 
Quota raggiunta: 1750 m.s.l.m 
Dislivello: m. 1301 
Tempo di percorrenza: in giornata 6/7 ore 
Giro: A/r 
Acqua/Sorgenti: sì piccola sorgente ad un tornante 
Punti di appoggio: Rifugio Bianchet 
Località: Sedico, La Stanga, Belluno 
Copertura cellulare: No! Solo dopo il Castellaz dai 1700 m. 
Parcheggio/i: sì 
Partecipanti: autori 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

L’escursione in dettaglio: 

Rifugio Bianchet

Parcheggiata l’auto al “Bus de la Pisa” poco distante parte il sentiero che taglia una parte della lunga strada che conduce al “Rifugio Bianchet”.

Il cartello che qui riporta le ore, dice 2 ore per raggiungere il Rifugio in realtà complice il poco allenamento oppure la lunga e monotona strada noi allunghiamo i tempi. Info utili: avvicinamento lungo, ma lungo! Dalla statale Agordina saliamo gli scalini e imbocchiamo il sentiero ripido raggiungiamo la mulattiera a quota 600 m circa. Qui troviamo un cartello che indica 2 ore!! Ma come non erano due ore già mezz’ora fa? Percorriamo quindi la lunga e monotona strada forestale – mulattiera fino a raggiungere “Sass de i companc” a m.1151 s.l.m,. Qui la strada perde quota fino a toccare il letto del torrente della val Vescovà m. 1106 s.l.m. Recuperiamo i 50 m persi con due dolci tornanti e questa volta in breve raggiungiamo il rifugio e la valle si apre con splendidi prati e davanti la Schiara con tutta la sua grande mole. Panorama stupendo che ripaga la fatica e la lunga marcia. Ricordo a chi legge, che questa strada è anche un’uscita d’emergenza per l’alta via n° 1 per chi non volesse percorrere la ferrata del “Marmol” che termina nei pressi del rifugio VII Alpini. Breve pausa per un te e una fetta di buona torta, fatta in casa.

tentativo al monte Coro

Un altro cartello indica la cima del “monte coro” m. 1985 s.l.m, 2 ore e 30 lo facciamo sperando non siano le 2 ore trovate alla partenza.

Prendiamo quindi quota sul sentiero C.A.I. 503 che porta alla “forcella della Gusela” che abbandoniamo poco dopo per percorrere il sentiero C.A.I 537 che porta appunto alla nostra meta, il “Monte Coro”.
Il sentiero sale ripido nel folto bosco di faggi e larici per una buona ora per poi perdere quota nel “Boràl dei Laip”, oltrepassato facilmente il “Boràl” il sentiero perde leggermente quota fino alla quota di m. 1600 s.l.m poco prima dei ruderi della “Casera dei Castelaz”. Si passa sopra i resti della casera e ancora una volta si perde leggermente quota. Si passa sopra una modesta frana e il sentiero riprende a salire costeggiando i piedi della costa dei Castelaz. Piedi molto fragili sembrano quasi di argilla lavorata ma è calcare o sedimenti crostacei antico fondo del mare spinto quassù da forze a noi sconosciute. Cerchiamo di superarlo velocemente e raggiungiamo uno splendido balcone con vista sulla Schiara e ci troviamo davanti al “Burel” altra montagna di grandi salite e conquiste da parte di uomini che hanno fatto la storia di quella imponente e bellissima montagna. 

Qui il sentiero prosegue ancora per un’ora tra saliscendi… e ripide salite decidiamo di piantare una bandiera, qui siamo arrivati, è tardi, quindi breve pausa per alcune foto e giù per 500 metri… a ritroso sul sentiero appena salito. Raggiungiamo quindi un’altra volta il rifugio Bianchet a m. 1250 s.l.m, per uno spuntino e il rientro a valle. Bella, escursione anche se nella prima parte monotona.

Dice Paola:
è una gita domenicale dei Bellunesi.
la mia risposta a Paola:
alla faccia delle escursioni domenicali dei Bellunesi. mille trecento quaranta metri di dislivello non sono “escursioni domenicali!”… sono escursioni da Escursionisti con esperienza “camorz!”.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

2 pensieri riguardo “153 al Rifugio Bianchet m. 1250 s.l.m. 

  1. eh eh i Bellunesi…il Serva è la Montagna dei bellunesi, quella per quando hai un’ora o due di tempo, la Schiara e sorelle sono le Montagne dei Bellunesi, le più amate, quelle che necessitano di qualche oretta in più. I Monti del Sole sono per i Bellunesi Intenditori, quelli che non temono i Viàz da camorz e gli assalti delle zecche Adesso non sarà più così ma, ai miei tempi ( sic!) andare alla domenica al Rifugio Bianchet o al VII Alpini era la gitarella festiva. I genitori e i preti ci abituavano a ben altre fatiche. Per contro, il Nevegàl e il Visentin li lasciavamo ai trevisani, anche se a me piacciono molto, e i Monti dell’Alpago era quasi esclusivo territorio degli Alpagoti.

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Salvatore Cancella risposta