166 ferrata della memoria alla Gola del Vajont




Data: 27-05-2016

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin,

ferrata della memoria alla Gola del Vajont

Consigliata la lampada frontale o torcia elettrica! A ottobre 2015 è stata aperta al pubblico la nuova via Ferrata delle Memoria, tracciata dalle guide alpine di Cortina, alla Gola del Vajont. L’iniziativa nasce dalla volontà di unire memorie lontane, comunità diverse, quella di Longarone quella di  Casso, e Erto ma accomunate da un’unica data, il disastro del 9 ottobre 1963.

Raggiungiamo Longarone passiamo per Codissago e saliamo verso Casso, Erto e la diga del Vajont fino al sesto tornante poi indicazioni in loco portano su una strada ad uso Enel la stanga è aperta e si raggiunge un ampio spazio per parcheggiare, poco prima di una galleria, qui si trova un grande cartellone con indicazioni sulla Ferrata.

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Ferrata della Memoria (Gola del Vajont)

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Dolomiti Friulane e D’Oltre Piave
Cartina: Tabacco Foglio 021 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
Tipologia sentiero e difficoltà:* Escursionisti Esperti Attrezzati (E.E.A) Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbrago e dissipatore E.E.A – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura. Poco difficile – PD = tracciato più articolato con canali e camini, con passaggi verticali e a tratti esposto; normalmente attrezzato con cavo o catena, con pioli e/o scale metalliche fisse.
Segnavia: 380 C.A.I. al rientro
Quota partenza: 610 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 964 m.s.l.m.
Dislivello: 354 m.
Sviluppo: Lungo
Tempi di percorrenza:* h 2,30 circa
Giro: Anello
Punti di appoggio: Longarone, Casso, Erto
Acqua o sorgenti: no
Località: Longarone, Casso, Erto
Parcheggio/i: sì, ampio parcheggio alla partenza della ferrata
Partecipanti: Autori

Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica. Anche la preparazione tecnico pratica è importante. È fondamentale conoscere l’ambiente alpino e le tecniche di progressione. Il movimento in ambiente alpino e la capacità di orientamento sono essenziali.

L’escursione in dettaglio:

Ferrata della Memoria Casso

iniziamo scendendo per pochi metri fino a raggiungere, quasi, la spettacolare gola del fiume Vajont,  proseguiamo lungo una cengia fino a trovare una prima galleria di circa 150 m. poi si esce a sinistra su una cengia attrezzata, per entrare in un’altra galleria più corta che porta ad un’altra cengia più esposta ma facile. Al termine della cengia raggiungiamo una scaletta che segna l’inizio della parte difficile con i primi 100 metri impegnativi ed esposti con brevi passaggi tecnici.

Continuando, grazie ad una serie di cenge, guadagniamo uno spallone intermedio, dove ci si trova dinanzi  la seconda parte verticale, anche questa difficile anche se valutata meno impegnativa, non sono da sottovalutare alcuni passaggi tecnici, per poi proseguire su un’altra cengia verso destra e una seconda scala. Da qui seguiamo un intaglio nella roccia, incontriamo resti e opere per portare il materiale alla diga da Longarone. In pochi minuti  arriviamo infine al sentiero n. 380 grazie al quale si raggiunge la diga del Vajont.

Casso e Erto

Oppure andando a sinistra verso Casso dove ci si può ristorare con buoni salumi e vini del luogo. Naturalmente decidiamo di andare verso Erto, Casso e passeggiare tra i vicoli e le case in parte recuperate altre dove ombreggia lo spettro delle mura abbandonate, anche se non dimenticate

La difficoltà della ferrata: la via è facile nel tratto iniziale e difficile in quello intermedio con tratti verticali, le cenge sono abbastanza facili protette ma con terra e pericolo di far cadere sassi.
La discesa: si possono fare due percorsi il primo: lungo il “Troi de S. Antoni” 1 h. In questo caso incrociato il sentiero 380 si deve salire nel bosco nord-ovest per comodo sentiero ancora per una decina di minuti, poi indicazioni in loco, e si scende.

Oppure e a mio giudizio sicuramente la più facile, anche se si deve prestare attenzione nelle gallerie che sono percorse da auto e moto che sfrecciano anche veloci, quindi si raggiunge la Diga del Vajont e si scende lungo la SR 251 e giunti all’ultima galleria, si svolta a sinistra sud-ovest e per sentiero abbastanza ripido si raggiunge il parcheggio (45 minuti circa).

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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