275 in Cima al Monte Crot




Data: 08-10-2017 

di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin, 

in Cima al Monte Crot,

a spasso tra le meravigliose Dolomiti Zoldane dove anche le cime “secondarie” riservano grandi sorprese. Questa domenica ci troviamo con gli amici al passo Staulanza per un escursione facile ma bellissima, per il panorama sui giganti dolomitici.

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Cima Monte Crot 

Cima: Monte Crot 
Gruppo Montuoso: Pelmo 
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza 
Segnavia: non censito 
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota di partenza: 1773 m.s.l.m 
Quota raggiunta: 2158 m.s.l.m 
Dislivello: m. 385  
Tempi di percorrenza:* 3 ore con passo lento in giornata 
Giro: A/R 
Punti di appoggio: sì al Passo Staulanza 
Acqua/Sorgenti: no 
Località: forcella Staulanza, Zoldo Alto 
Copertura cellulare: si 
Parcheggio/i: sì al passo Staulanza ma non è area camper 
Partecipanti: Salvatore, Paola, Carmen, Francesca, Sergio e Silvano 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

L’escursione in dettaglio:

in Cima al Monte Crot 

Il Monte Crot è una roccaforte strategica, ma poco nominata e frequentata che invece può a giusto modo fregiarsi dell’appellativo di “Cima”. Infatti alla sua sommità si è “in cima al mondo” ad ammirare a 360° una vista spettacolare. 

percorriamo in auto tutta la bella e selvaggia Val Zoldana, superiamo i suoi bei paesi e raggiungiamo il Passo Staulanza m. 1773. Parcheggiamo al Passo nei pressi dell’unico Albergo da dove parte la carrareccia che sale agevolmente prima nel bosco e poi per prati fino ad una prima sella, il Col d’Agusciei m. 2011, dove termina la stradina e inizia il sentiero. Al bivio saliamo a destra. Raggiungiamo una seconda sella che unisce le due tozze cime del Crot, è da dire che questa solitaria e centrale roccaforte ha ben due cime dalle quali è possibile essere rapiti dalla superba visione del Pelmo, attore principale di questa escursione. 

Prendiamo a sinistra per ripide roccette fino alla croce di vetta m. 2169 con panorama a 360 gradi, oltre che sul magnifico Pelmo, sulla Civetta, la Marmolada, il Sella e il Pordoi, il Cernera, il Mondeval, i Lastoi di Formin, la Croda da Lago e il Becco del Mezzodì, il Sorapis, l’Antelao e su una miriade di altri monti. Sotto di noi la splendida Val Fiorentina. Proprio un’escursione da “tanta roba”, come dice il nostro amico Gino, e tutta in una poco valutata cima. Lasciamo a malincuore questo belvedere da cui si possono sognare mille altre escursioni. Ridiscendiamo verso l’insellatura e saliamo sull’altra vetta, di poco più bassa, sempre con vasto panorama, poi ritorniamo al Col d’Agusciei e facciamo rientro al passo Staulanza per la stessa via di salita. Consigliamo una sosta alla gelateria “Al Solèr” a Pècol di Zoldo Alto, oppure, a scelta, una buona birra e un tagliere a Pieve di Zoldo. In alternativa, al bivio di Col D’Agusciei si può prendere il sentiero a destra in direzione Selva di Cadore e scendere con percorso molto più lungo nel bosco fino a Baita Fiorentina, qualche chilometro sotto il Passo Staulanza. In questo caso è meglio lasciare lì un mezzo, per non dover risalire a piedi i tornanti fino al Passo.

A Selva segnaliamo il piccolo e ben curato Museo” Vittorino Cazzetta” dedicato al geniale archeologo dilettante che scoprì la sepoltura dell’Uomo di Mondeval, nelle praterie ad alta quota alle spalle di Selva e la cui mummia è custodita nel Museo. Si tratta della più importante sepoltura mesolitica di tutte le Alpi, risalente a 7500 anni fa, anche se è molto meno conosciuta di quella del celebre Otzi. 

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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