
ai Landri di Colvera
di: Salvatore Stringari e Paola Garidin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 01-11-2017
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Pala Barzana, Colvera Prealpi Carniche
Cartina: Tabacco: foglio 028 Val Tramontina Val Cosa Val d’Arzino
Segnavia: Parco Dolomiti Friulane
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 514 m. S.l.m.
Quota da raggiungere: 470 m.s.l.m
Dislivello: 44 m
Tempi di percorrenza*: 2 ore
Giro: A/R anello poi A/R
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: no
Località: Pian delle Merie Arzino Poffabro Maniago
Copertura cellulare: parziale
Parcheggio/i: sì a lato strada
Partecipanti: autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
l’Escursione in dettaglio:
stamattina, dopo aver pernottato a Barcis, dirigiamo il camper verso Frisanco-Poffabro. Saliamo la stretta strada provinciale 63 a tornanti verso Arzino e raggiungiamo la sella di Pala Barzana dove ci incuriosisce un pannello con le informazioni sul sentiero “Erwin Rommel”; si tratta di un percorso attraverso le memorie della Grande Guerra dal cuore delle Dolomiti Friulane giù fino al Tagliamento. Scolliniamo e scendiamo sempre per tornanti fino alla località Buffui, sulla strada di Pala Barzana. Un cartello, accanto ad un capitello, ci indica l’inizio del sentiero dei Landris, grandi cavità carsiche scavate nel corso dei millenni dal torrente Colvera
ai Landri di Colvera
sulla strada provinciale 63 nei pressi del capitello il sentiero scende nel bosco verso il torrente Colvera di Jouf, strada facendo incrociamo a destra i ruderi di alcune case in pietra e diversi altri vecchi tracciati, a volte delimitati da muretti a secco, stradine non più in uso che collegavano le case oramai abbandonate e in sfacelo al fondovalle. Dopo circa 250 metri attraversiamo un ruscello e in breve arriviamo al torrente Colvera che ora è facile da guadare (ma non è da sottovalutare dopo abbondanti piogge). Risaliamo verso sinistra fino ad un rudere e imbocchiamo la stradina forestale verso destra, ben presto scendiamo sul greto di un ruscello dove la valle si restringe e ci troviamo sotto un imponente volta di roccia carsica, il Landri Viert (Antro Aperto) e poi risalendo lungo il corso dell’acqua troviamo altre cavità e una piccola forra.

Risalendo nuovamente una successiva traccia possiamo vedere la forra anche dall’alto. L’ambiente è bello, solitario e suggestivo: riporta alla memoria un passato misterioso, caverne primitive, luoghi sacri, scene di caccia… Il bosco di faggi, castagni e altre latifoglie è molto bello, non manca un sottobosco ricco di felci, pungitopo, ciclamini. Torniamo indietro fino al rudere e prendiamo la stradina verso i Landri Scur, caverne più piccole e più incavate nella roccia, alcune con cunicoli sbarrati. Hanno tutte una targhetta con un numero progressivo e certamente sono oggetto di esplorazioni da parte degli speleologi.

Vicino anche un piccolo arco di roccia. Torniamo al rudere e rientriamo per lo stesso sentiero facendo alcune digressioni verso le case abbandonate e fagocitate dalla vegetazione. Chissà perché queste costruzioni in rovina esercitano un fascino strano, ci sembrano ancora in attesa di qualcuno. La prossima volta vorremmo scendere lungo la pista forestale fino al Ponte delle Pignatte e al Bus de Colvera, per vedere, 3 km più sotto, la forra creata dal torrente in millenni di erosione, alcune descrizioni trovate in internet danno questo come punto di partenza per un’escursione più completa, altre indicano come inizio la galleria di Maniago al Ponte delle Pignatte.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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