
Cima Rocchetta di Prendera
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 23-08-2018
Cima: Rocchetta Alta di Prendera
Gruppo Montuoso: Gruppo Croda da Lago-Cernera
Cartina: Tabacco Foglio 025 Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine
Cartina: Tabacco Foglio 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane
Segnavia: CAI 458, e tracce
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1663 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2496 m.s.l.m
Dislivello: m. 833
Tempi di percorrenza*: 6 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Rifugio Città di Fiume, Rifugio Aquileia
Acqua, sorgenti: no, zona pascolo
Località di partenza: Passo Staulanza (leggere descrizione)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Giuliano DM, Giuliano C., Gianluca, Paolo, Mara, Brigitte, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, alla conoscenza dell’ambiente alpino, alla progressione/movimento, alla capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
accolgo l’invito dei miei amici per un’escursione alla Rocchetta di Prendera, questa è una delle più belle mete raggiunte quest’anno e pensare che è considerata tra le “Cime Minori” e per questo poco frequentata, pur trovandosi in un luogo molto praticato dagli escursionisti.
A cima Rocchetta di Prendera
lasciamo le auto nel parcheggio, a quota m.1663 s.l.m., alcuni tornanti sotto il Passo Staulanza (parcheggio per Rifugio città di Fiume) e saliamo per la stradina, superiamo Malga Fiorentina e raggiungiamo il Rifugio Città di Fiume m. 1918 s.l.m. Proseguiamo salendo verso il Col de la Puina e purtroppo constatiamo che il bel sentiero è scomparso, al suo posto stanno costruendo una forestale, gli escavatori sono in opera e stanno devastando i verdi prati e i colli.

Questo percorso che fa parte dell’alta via n° 1 ha perso il suo fascino, la strada tracciata per ora fino a Forcella Roan m. 1999 s.l.m. dovrebbe arrivare fino a Malga Prendera, speriamo che il progetto serva almeno a riattivare la malga. Proseguiamo in salita, raggiungiamo Malga Prendera m. 2148 s.l.m. dove ci aspetta Gianluca, che conosce questi luoghi e oggi ci accompagnerà alla scoperta di “nuove” cime. Davanti a noi le pareti delle Rocchette di Prendera ci appaiono verticali e irraggiungibili e ci domandiamo come saliremo lassù. Ma il nostro capogruppo conosce la strada, risaliamo con un po’ di fatica il Col Duro m. 2292 s.l.m. poi senza scollinare verso Forcella Ambrizzola prendiamo alla nostra destra una traccia che sale diagonalmente il ghiaione sotto il Becco di Mesdì. Passiamo traversando proprio sotto alle rocce, poi ci alziamo più faticosamente e con più attenzione, per fortuna il tratto è breve anche se friabile, fino ad una sella prativa. Alla nostra sinistra si alza il roccioso Becco di Mezzodì, noi continuiamo a destra seguendo facilmente la cresta e raggiungiamo la cima della Rocchetta Alta di Prendera m. 2496 s.l.m.

Questa è la più elevata delle quattro Rocchette, solitaria e selvaggia, forse più frequentata d’inverno per lo sci d’alpinismo che d’estate. La vista è stupenda, specialmente sul Pelmo, ma il panorama è vasto: verso la Croda da Lago, le Tofane, Cortina, San Vito di Cadore, l’Antelao, la Civetta, la piana di Mondeval, i Lastoi di Formìn ecc. ecc. (tanta roba). Annalisa si domanda se si potrebbe arrivare fin qui dal rifugio Palmieri risalendo le dorsali a nord-est e naturalmente questo viene annotato come un proposito per una prossima escursione. Sulla cima, una piccola croce di vetta e oltre questa le pareti della Rocchetta precipitano vertiginose, in contrasto con il versante appena salito che dall’alto ci appare quasi piatto! Ci piacerebbe attardarci sulla cima e poi fermarci a riposare sul bel dorso prativo sottostante, ma purtroppo un temporale minaccia di avvicinarci e ritorniamo velocemente sui nostri passi, per fortuna la pioggia ci coglie al riparo sotto la tettoia di Malga Prendera e passa presto, il maltempo ci ha girato intorno con tuoni e saette ma ci ha risparmiato andando altrove.

Grazie a Giuliano Dal Mas che ha proposto questo itinerario, a Gianluca che ci ha guidato fino alla cima e alle amiche e agli amici che hanno reso bella e gaia questa giornata. Giornata che non avrebbe potuto finire meglio: invece di ripercorrere la stradina facendo lo stesso percorso dell’andata, Gianluca ci fa scendere lungamente per boschi e prati dove il mio occhio attento scova cinque magnifici porcini. Non potrei essere più felice di così. Arriviamo a malga Fiorentina e poi al piazzale dove abbiamo lasciato le auto.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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Interessante e fantastico come sempre …peccato per i lavori, l’uomo quando ci si mette è in grado di distruggere ovunque metta mano…ma almeno il panorama ripaga ogni volta con le sye meraviglie da mostrare💞
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si Veronica è vero, non che si voglia giudicare opere importanti che possono servire al territorio e al momento non so neanche quanto sia o meno importante questa opera che porta solamente a una malga non utilizzata attualmente. mountain wilderness aveva qualche anno fa tentato di bloccare la realizzazione di impianti di risalita e relative piste da sci che dovevano collegare Cortina d’Ampezzo con il passo Staulanza forse ora sono riusciti a fare quest’opera… spero di no perché questa è una stupenda valle che non dovrebbe essere devastata ne da impianti o di costruzioni impattanti con l’ambiente, speriamo..
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Incrocio le dita con te…sarebbe un gran peccato rovinare dei luoghi così belli e ancora lontani dalla civiltà distruttrice…
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