
Forte Cima Lan e Forte Leone a cima Campo
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 20-04-2019
Città: Arsiè
Provincia: Belluno
Regione: Veneto
Tipologia: In Viaggio I Guerra Mondiale, la Memoria
Punti di appoggio: Camper in sosta libera
Località: Col Perer
Copertura cellulare: sì
Aree di Sosta o Parcheggio/: sì
Partecipanti: Autori
In Viaggio:
verso la fine del viaggio: nel pomeriggio del 19.4.2019 abbandoniamo la pianura e le città, ma non il nostro proposito di viaggiare sulle tracce della I^ Guerra. Ritorniamo verso Belluno risalendo il Piave e arrivati in comune di Arsiè ci inerpichiamo col nostro camper sulla strada a tornanti che porta a Col Perer, passando per i paesi di Mellame e Rivai. Vogliamo visitare Forte Lan e Forte Leone.
Forte Cima Lan
Col Perer è una piccola frazione che a noi piace moltissimo, poche case sparse immerse nel verde. Parcheggiamo nello slargo davanti alla chiesetta di Sant’Antonio, all’incrocio tra le strade per Lamon, Cima Campo e Cima Lan. Troviamo un signore del luogo, ci dice che le famiglie residenti, compresa la sua, sono solo tre, solo in estate gli abitanti aumentano, le altre abitazioni oramai sono seconde case. Per noi è una fortuna: silenzio, nessun inquinamento luminoso e la notte vediamo miriadi di stelle. La mattina dopo ci dirigiamo di buon passo per la stradina sterrata che conduce ai ruderi di Forte Lan, lungo il percorso vediamo che alcune porzioni di bosco sono state colpite anche qui dalla tempesta Vaia di ottobre, le motoseghe sono all’opera. E’ una passeggiata panoramica con vista sulla Val Belluna e sui monti da ovest a est, il Coppolo in primo piano. Superiamo le ultime case, i ruderi delle caserme, delle scuderie e la casa del Comandante.

La stradina porta a un Agri camping (solo per tende, è difficile da raggiungere con un camper) e poi prosegue fino sulla cima del colle, dove si interrompe. Il Forte è in rovina, invaso dalla vegetazione e circondato dagli schianti recenti. Giriamo tutt’attorno per cercare un varco per scendere e superare il gran fossato circondato da alte mura, lo troviamo e a nostro rischio ci avviciniamo al forte con estrema prudenza. La Fortezza militare faceva parte dello sbarramento Brenta-Cismon e fu costruita per contrastare l’esercito austro ungarico; era costituita da un parallelepipedo a due piani, fu fatto saltare in aria durante la ritirata italiana per non lasciarlo in mano agli austriaci. Ora è proprietà privata. Ritornando indietro troviamo un accesso più facile e diretto, davanti al forte, scattiamo alcune foto alle rovine. Scendiamo per lo stesso itinerario di salita e torniamo al passo di Col Perer, il Forte non è l’unica costruzione del luogo abbandonata, anche un grande Albergo che si trova proprio al passo è chiuso, ci sembra da tempo. Appena sotto, lungo la strada, sono in decadimento anche gli stabili dell’ex-caserma del 1880, poi trasformata in ristorante per turisti e in seguito ceduta dal Demanio nel 1934 a privati che ne fecero una Colonia estiva per bambini affetti da problemi respiratori. Tutto il complesso è oramai in completo abbandono e in vendita. Quello che non ha fatto il tempo l’ha fatto Vaia, la tempesta di Ottobre 2018 che anche in queste località è stata devastante.
Sono solo le 10,30 e ci dirigiamo verso Cima Campo, sostando a metà strada per ammirare lo splendido panorama verso il Monte Coppolo con le sue tre cime innevate e le Pale di San Martino. Anche il paesaggio attorno è molto bello, un susseguirsi di colli con prati e boschi, una malga, una “lama” di acqua, una stradina che sembra portare verso il cielo…
riprendiamo il viaggio e giungiamo vicino all’Agriturismo Bettin, dove parcheggiamo in un’ansa della strada che continua verso il Trentino.
Forte Leone a cima Campo
Cominciamo a salire per la stradina in mezzo ai prati fioriti di crochi, la neve è scomparsa da poco, superiamo malga Cima Campo, passiamo vicino a una croce di legno coperta di muschio e a un bellissimo faggio e raggiungiamo Forte Leone a 1512 m.s.l.m. Da qui il panorama è a 360 gradi, Monte Grappa, Valsugana, Altopiano di Asiago, Pale di San Martino e tanto altro. Anche questo forte faceva parte dello sbarramento Brenta-Cismon, col suo apparato imponente domina la Valsugana ed è in linea con Forte Lan e dirimpetto a Forte Lisser sull’Altopiano di Asiago. Fu costruito tra il 1906 e il 1912 e doveva fornire copertura al tiro nel raggio di 12 km e battere le mulattiere che dalla Valsugana salivano ad Asiago, in pratica però non venne mai utilizzato in battaglia e trovandosi lontano dalla zona del fronte fu disarmato. Quando nel novembre del 1917 poteva tornare utile per coprire la ritirata dei reparti italiani, era completamente sguarnito e al posto dei cannoni furono messi dei tronchi verniciati di nero. I soldati si difesero anche con le pietre, finite le poche munizioni!

La fortezza fu conquistata dagli austriaci che a fine guerra la fecero brillare, ritirandosi. E’ stato in parte restaurato, ma attualmente le visite guidate sono state sospese. E’ un peccato perché potrebbe essere un’attrazione turistica come il più noto forte austriaco a Lavarone (Forte Belvedere). Le strutture sono imponenti, guardando la cartina esposta vediamo che era circondato da un fossato e da una cinta muraria e costituito da una grande caserma a due piani, da una grande cannoniera per sei cannoni con cupole girevoli, 12 casematte parzialmente interrate lungo la cinta muraria collegate con passaggi protetti per le truppe, un osservatorio, 5 torrette a scomparsa per le mitragliatrici. Entriamo anche qui a nostro rischio, solo nelle zone predisposte per le visite, senza inoltrarci in quelle interne pericolanti (segnalate). Torniamo indietro, andiamo all’Agriturismo e ci fermiamo per il pranzo, consigliamo a tutti una sosta in questo bel locale che offre piatti tradizionali, semplici e gustosi. Il weekend è finito, scendiamo lungo la strada ripassando per i paesini di Rivai e Mellame (li visiteremo prima o poi) passiamo per Arsiè e ci dirigiamo verso Belluno.
“Resistettero fino all’ultima cartuccia, poi si difesero con i sassi. Si arresero dietro promessa dell’onore delle armi. I tedeschi uccisero tre o quattro alpini, gli altri li sferzarono per vendicarsi della fiera resistenza incontrata” tratto dalla cartellonistica sul luogo.
Agriturismo Bettin di Bettin Marco loc. Cima Campo, Arsiè BL-
Cellulare 347 9750983 Per informazioni Pro Loco di Arsiè (anche FaceBook) Cellulare 380 2178133 www.arsie.info/it
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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