
Il sentiero Alberto Bonacossa
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 10-08-2019
Cima:
Gruppo Montuoso: Catena dei Cadini di Misurina
Cartina: Tabacco foglio 017 Dolomiti di Auronzo e del Comelico
Segnavia: CAI 117
Tipologia sentiero difficoltà*: Sentiero Escursionistico Attrezzato: (E.E.) Sentiero con infissi (funi corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso EE Itinerario per Escursionisti Esperti.
Quota partenza: 2115 m.s.l.m
Quota da raggiungere: varie forcelle, m. 2380
Dislivello: m. 265
Tempi di percorrenza*: in giornata 8 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Rifugio Col de Varda, Rifugio Fratelli Fonda Savio, Rifugio Auronzo
Acqua, sorgenti: no
Località: Misurina (Auronzo)
Copertura cellulare: parziale
Parcheggio/i: sì alla partenza funivia Col de Varda
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
con questo racconto vi portiamo in giro per i Cadini di Misurina…una lunga escursione che ci ha entusiasmato, tanto che vorremmo tornare ancora in questi splendidi monti.
Sentiero Alberto Bonacossa e il giro dei Cadini di Misurina
partiamo da Belluno e superato Auronzo di Cadore raggiungiamo Misurina, parcheggiamo nel piazzale accanto alla stazione di partenza della Funivia del Col de Varda. Risparmiamo la prima ora abbondante di salita approfittando della seggiovia che risale il Colle partendo dal Lago di Misurina, regalandoci un bellissimo panorama sul lago, il Sorapis, le Tre Cime, il Monte Piana, i Cadini e tanto altro. Veniamo depositati alla stazione a monte, vicino al rifugio Col de Varda, 2115 m.s.l.m, situato sul versante occidentale della Catena dei Cadini di Misurina e alle 9.30 ci avviamo per il sentiero attrezzato CAI 117 “Alberto Bonacossa”. Cominciamo attraversando in diagonale, con poca pendenza, le “Grave di Misurina” una distesa di ghiaie punteggiate dal giallo dei papaveri alpini, proprio sotto innumerevoli magnifiche guglie: Cima Cadin di Misurina, Cima Cadin del Lago, il Pilastro, la Gusela della Neve…Puntiamo alla Forcella Misurina che vediamo davanti a noi, alta sopra un canale detritico, per prudenza abbiamo indossato casco, imbrago e cordino dissipatore con moschettoni.

Il cordino di acciaio ci aiuta a superare il tratto di canalone ripido e scalinato giungendo senza problemi in “Forcella de Misurina” 2395 m.s.l.m., la prima, stupenda e panoramica sella che incontreremo nel nostro percorso. Affrontiamo la discesa successiva, sempre aiutati dal cavo di acciaio scendiamo il tratto abbastanza ripido e con alcuni passaggi discretamente esposti. Il sentiero passa attraverso una finestra naturale e con altro passaggio esposto, ma protetto e facile, raggiungiamo il fondo del Ciadin della Neve, 2175 m.s.l.m. Purtroppo dell’antico ghiacciaio restano poche lingue di neve, destinate a sparire del tutto. Qui arriva anche il sentiero 118 che parte da Misurina e porta diritto al Rifugio Città di Carpi attraverso la Forcella de la Neve, noi proseguiamo invece verso sinistra (cartelli) in ripida salita verso la Forcella del Diavolo, 2380 m.s.l.m. salendo il tratto iniziale roccioso grazie ad alcune scalette metalliche e poi “in libera” un tratto detritico in cui bisogna fare attenzione a non far cadere i sassi sulle persone sottostanti***.

Anche su questa Forcella facciamo qualche minuto di sosta per ammirare il panorama e le manovre di alcuni alpinisti che stanno scalando una delle Torri che la sovrastano, non hanno che l’impaccio della scelta tra la Torre del Diavolo, il Gobbo e la Torre Leo. Scendiamo poi lungamente per l’ampio canalone tra rocce e sfasciumi al Cadin dei Toci dove troviamo l’innesto col sentiero CAI 115 che sale dal Pian degli Spiriti (poco oltre il lago di Misurina) verso il Rifugio F.lli Fonda Savio, la nostra prima meta. Il sentiero prosegue con una breve salita su roccette facili (a lato c’è anche un canalino attrezzato) fino al “Passo dei Toci” 2360 m.s.l.m. e raggiungiamo il vicino Rifugio, 2367 m.s.l.m. Fino a qui circa tre ore, soste per foto comprese. Ci piacerebbe interrompere per oggi il nostro sentiero 117, ci informiamo se è possibile pernottare al rifugio per fare da qui l’anello del Sentiero Durissini oppure la Ferrata Merloni e riprendere domani il Bonacossa, ma come era prevedibile il rifugio è al completo, già tutto prenotato da un mese.
l’anello dei Cadini di Misurina
Prendiamo due birre e mangiamo il nostro panino consolandoci col panorama sulle Tre Cime di Lavaredo e sulla Torre Wundt che ci domina con la sua imponenza. Non ci resta che proseguire per la seconda parte del sentiero attrezzato, lasciamo il “Passo dei Toci”, una fune ci permette di scendere in sicurezza le roccette e gli sfasciumi fino al “Cadin del Nevaio”, passiamo sotto il Cimon di Croda Lissa e risaliamo raggiungendo su sentiero più facile Forcella Rinbianco a quota 2176 m.s.l.m. Avanziamo sempre sul sentiero CAI 117 sulla sella, tra i resti di trincee e postazioni della guerra del 14/18 con vista a sinistra sul Monte Piana, altra zona di guerra e a destra sulla Val di Campedele.

Poi proseguiamo con continui sali scendi sotto le cime di “Ciadin de Rinbianco” e “Ciadin de le Bisse” dove troviamo l’unico passaggio verticale bagnato e scivoloso del percorso. Alcune scale, dei pioli e il solito cordino di acciaio infisso nella roccia ci fanno superare questa liscia parete fino a quota 2343 m. per poi proseguire quasi in piano per alcune cenge scoscese e panoramiche i dolci prati dei “Ciadin de Longeres” e la “Forcella Longeres” 2235 m.s.l.m., che si raggiunge sia per sentiero che attraversando una galleria della I^ Guerra. Siamo in vista del Rifugio Auronzo ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, ora seminascoste dalle nuvole, scendiamo in direzione del piazzale passando vicino a un bel branco di cavalli al pascolo, ma evitiamo di raggiungerlo.

Per il rientro decidiamo infatti di non prendere la navetta che ci riporterebbe comodamente a Misurina; dobbiamo pagare penitenza per aver usato la funivia al Col de Varda! Continuiamo a piedi giù per il sentiero n. 101, conosciamo il percorso per averlo fatto d’inverno con le ciaspole, ma stavolta ci appare lungo eterno! Raggiungiamo il Lago di Antorno, poi il Lago di Misurina e da qui oramai con pochi stanchi passi il parcheggio della funivia Col de Varda, arrivando all’auto alle 18.00, nove ore comprese le soste.
non eravamo i soli frequentatori di questo magnifico percorso, abbiamo incontrato numerose persone come noi attrezzate a dovere. Ci ha colpito però vedere un adulto e tre bambini percorrere il tratto del Bonacossa fino al Fonda Savio senza alcun tipo di protezione, passi per l’imbrago, ma almeno il casco è necessario e anche delle calzature che non siano scarpette da ginnastica, come era il caso di questi bambini. Nello scendere il canalone dalla Forcella del Diavolo il bimbo più piccolo ha incominciato a piangere e gridare dalla paura, volevamo tornare indietro verso di loro, per fortuna sono sopraggiunte alcune persone. Il sentiero attrezzato Alberto Bonacossa non presenta grosse difficoltà (un escursionista esperto può fare anche a meno dell’imbrago) se non nella lunghezza per chi volesse attraversalo tutto o in caso di ghiaccio e neve, però i sassi sono un pericolo reale, possono cadere accidentalmente mossi da altri escursionisti e trasformare una giornata meravigliosa in una tragedia. Un sasso della dimensione di un mignolo che cade dall’alto è come un proiettile, sufficiente per uccidere o ferire gravemente una persona, figurarsi un ragazzino. Il nostro parere è che quel padre sia stato a dir poco imprudente (veramente abbiamo pensato che fosse uno stronzo…) e abbia messo a rischio i suoi figli.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
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