277 a forcella Spe e al bivacco Giusto Gervasutti




di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin, 

a forcella Spe e al bivacco Giusto Gervasutti

Il giro di oggi è suggerito da Gino Da Vià: per i primi 1000 metri siamo facilitati dal “passaggio” in Jeep, che ci risparmia l’aspra salita per l’ardua strada che dal lago di Centro Cadore, Chalet Mira – lago a m. 736 s.l.m, porta fino a Casera Vedorcia m.1704 s.l.m. Una giornata fantastica in ottima compagnia!

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Forcella Spe e al Bivacco Giusto Gervasutti 

Data: 28-10-2017

Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Dolomiti del Centro Cadore 
Cartina:  Tabacco foglio 016 Dolomiti del Centro Cadore
Segnavia: tracce poi CAI 350, 352
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: 1704 m.s.l.m 
Quota da raggiungere: forcella Spe 2049 m.s.l.m  1940 m.s.l.m bivacco
Dislivello: m. 345 
Tempi di percorrenza:* 5.00 h (in giornata) 
Giro: A/R 
Punti di appoggio: rifugio Tita Barba, bivacco Gervasutti, Bivacco Ciotti a Tamarì. 
Acqua, sorgenti: solo a Tamarì 
Località: Chalet Mira lago Centro Cadore, Casera Vedorcia 
Copertura cellulare: parziale 
Parcheggio/i: sì 
Partecipanti: Salvatore, Paola, Vito, Gino, Annalisa, Pier, Anna, Guido, Giuliano C., Silvano e la mascotte Kitty 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

L’escursione in dettaglio: 

al Bivacco Giusto Gervasutti 

La jeep sbarca noi dieci montanari più un’agile cagnolina sui prati di malga Vedorcia da cui abbiamo una favolosa visione sul Cridola, gli Spalti di Toro e i Monfalconi. Galvanizzati, iniziamo la nostra escursione, zaini in spalla.

iniziamo a salire nel bosco con sentiero–traccia fino ad una comoda strada sterrata traversando lungamente ma senza fatica in direzione di Forcella Spe, avvicinandoci sempre più alle stupende pareti del Cadin di Vedorcia e degli Elmi. Tralasciamo a destra il sentiero per Casera Cavalet e continuiamo per comodo sentiero fino al ghiaione che risaliamo un po’ più faticosamente fino alla Forcella m 2049 s.l.m. affacciandoci sulla Val Cimoliana. Fino a qui nulla di difficile. Raggiunta la forcella dobbiamo attraversare un primo tratto di sentiero franato e sistemato alla bene meglio, il percorso è in cengia ed esposto e non pare molto agevole tanto che tre amici della nostra bella compagnia non se la sentono di proseguire, ci aspetteranno qui. Andiamo avanti in sette, preceduti (e qualcuno a volte aiutato) da Gino, Giuliano e l’indomita Kitty percorrendo la traccia in stile “piè fermo e assenza di vertigini” fino ad una successiva forcelletta bivio con il sentiero Cai 389 chiuso. Da qui il sentiero si fa più agevole, scendiamo per qualche decina di metri fino a giungere al Bivacco Gervasutti m.1940 s.l.m., posto a sud sotto la Cima del Cadin degli Elmi e sopra la Val di San Lorenzo. Paola non avrebbe mai pensato di farcela, però con un buon aiuto… è arrivata al bivacco. Finalmente facciamo una pausa ristoratrice e ci godiamo il panorama. 

Ci piacerebbe fermarci ancora, ma il tempo non si ferma e corre, dobbiamo portare a termine il giro programmato quindi ritorniamo sulle orme dei nostri piè fermi, ci ricompattiamo e riscendiamo tutti insieme a 1850 m.s.l.m. Qui tenendoci sulla sinistra raggiungiamo il bivio dove al cartello indicativo prendiamo per il Rifugio Tita Barba. Sul percorso veniamo rallentati, oltre che dalle visioni dei monti, dalla presenza di alcune belle piccole casere poste su invidiabili poggi-belvedere. A lato del sentiero vediamo anche una croce ricavata da schegge di granata con la data: 1944-1988. Raggiungiamo il rifugio, purtroppo chiuso, che si trova in un bel prativo a quota 1921 m.s.l.m. Ma siamo attrezzati, altra breve sosta e poi di nuovo alla scoperta del bellissimo posto. Poco distante si trova un fantastico belvedere affacciato sulla Valle di Centro Cadore. Il consiglio è di non perdervi questo bel-vedere (aggettivo più azzeccato non si trova!) a picco sopra il Lago e con la vista di magnifiche montagne. Davvero “tanta roba” come dice Gino. Non ci resta che scendere facendo un percorso di cresta per non smettere di ammirare il panorama sui Giganti Dolomitici: Antelao, Pelmo, Civetta Marmarole e tutto il resto.

Abbandonata la cresta scendiamo per tracce fino a rincontrare la strada sterrata che abbastanza ripida ci porta alla malga Tamarì m.1560 dove attenderemo presso il bivacco Ciotti (è presente una fontana) la jeep che ci riporterà a valle, giù per altri mille metri che però faremo da seduti. Terminiamo la nostra escursione con la consueta birra e panino al Bar Bianco di Tai, vi consigliamo il panino “Cadore” e la birra rossa, ma il locale offre moltissimi prodotti locali, dolci, salumi, formaggi e altre squisitezze. Un grazie a: Vito, Gino, Annalisa, Pier, Anna, Guido, Giuliano C., Silvano e la mascotte Kitti. Per il servizio Jeep 328 7536842

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin 
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