
Forcella Stia
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 12-06-2022
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Pale di San Martino
Cartina: Tabacco foglio 022 Pale di San Martino
Segnavia: sentiero CAI 754 (oppure stradina fino a Malga Stia), paletti e bolli rossi per Forcella Stia
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza*: 4 ore ( più 1 ora aggiungendo la cascata delle Comelle)
Quota partenza: 1360 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 2190 m.s.l.m
Dislivello: m. 830
Giro: A/R
Punti di appoggio: Malga Stia m. 1785 (in stagione)
Acqua, sorgenti: fontane a Garès e Malga Stia
Località: Garès, Canale d’Agordo BL Capanna Comelle
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì poco prima della strada che sale a Garès
Tappe del percorso: Garès, sentiero CAI 754 per Malga Stia, sentiero CAI 752 per Forcella Stia, ritorno a Malga Stia, Garès, digressione alla Cascata delle Comelle, Garès.
Partecipanti: Antonietta e Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
giusto due anni fa ero stata a Malga La Stia con due amici, il tempo era incerto e avevamo rimandato ad un’altra volta la salita alla forcella omonima. Avevo piantato il solito paletto virtuale che oggi, insieme alla mia amica Antonietta, sono andata a riprendere per portarlo in cima.
Il percorso dal paese di Garès fino alla Malga è uguale a quello già descritto in questo blog (528 Malga Stia) con poche differenze, per cui lo accenno brevemente. Questa volta non abbiamo lasciato l’auto nel piccolo parcheggio del borgo, m. 1381, in estate riservato ai residenti, ma più in basso, nello spiazzo sul lato sinistro della strada, prima dell’incrocio tra quella che scende verso il Rifugio Capanna Cima Comelle e quella che sale a Garès. Proprio di fronte al parcheggio imbocchiamo il sentiero (cartello “Malga La Stia m. 1785) che salendo tra i prati porta all’abitato con la piccola chiesa e prendiamo la stradina che sale verso il greto di un torrente. Qui incomincia una bella stradina silvo-pastorale che porta alla Malga, ma noi imbocchiamo a sinistra il sentiero 754 che sale ripido nel bosco e che percorriamo quasi interamente, nonostante la presenza di qualche schianto è ben percorribile, la volta scorsa invece al primo incrocio con la stradina l’avevamo lasciato per seguire questa, più lunga ma più comoda. Giungiamo in meno di un’ora Malga Stia, ora Agriturismo, la troviamo aperta e con un continuo afflusso di gente che arriva qui per fermarsi a riposare e mangiare. E’ una bella costruzione di pietra e legno con una terrazza panoramica protetta da tettoia, numerosi pannelli didattici descrivono luoghi, storia, natura e danno tantissime altre informazioni. Noi facciamo solo una piccola pausa, il magnifico panorama sull’Agnèr di fronte a noi giustificherebbe da solo la sgambata fino a qui, aggiungiamoci il contorno dei verdi prati con gli animali al pascolo, la vista verso nord del Cimon di Stia e delle propaggini del Focobon, il cielo azzurro e terso, il menù allettante dell’agriturismo… Gambe in spalla, ci stacchiamo dalla malga e prendiamo il sentiero CAI 752, all’inizio è una traccia un po’ incerta tra le erbe e le fioriture dei prati che nascondono i bolli rossi, poi si fa più marcata man mano che sale tra sassi e roccette. Saliamo tra cespugli di rododendri, chiazze di botton d’oro, timo, genziane e altri fiori, il caldo si fa sentire e la pendenza aumenta, ma in un’oretta arriviamo alla Forcella, m. 2190, una bella sella prativa tra la Punta dei Mar e il Cimon di Stia. Finalmente una vera sosta e il panorama è da mozzafiato!

Da est a ovest Cima Pape, Pale di San Lucano, Agnèr, Forcella Cesurette e le balconate rocciose che sbarrano la Val di Garès, da ovest a nord-est la vista magnifica sulle Cime del Focobòn, sulla sottostante valle che le separa dal Mulaz, tutte le cime che sovrastano il passo San Pellegrino, le Cime d’Auta, e giù fino a Falcade con le sue frazioni, il Cimon di Stia così vicino, con le sue scure rocce laviche sotto la copertura verde dell’erbetta, che contrastano con il biancore delle Dolomiti. Guardando bene, individuo in mezzo ad un colle boscoso alla sinistra di Falcade, il Rifugio Bottari, ci sono andata con una coppia di amici giovedì scorso, una bellissima camminata ad anello, premiata tra le altre cose dalla vista di una valletta piena di magnifiche orchidee, le Scarpette di Venere o della Madonna.

Dalla forcella scende (ripido) il sentiero CAI 722 che porta al Rifugio Volpi al Mulaz, ma io sono attratta da un cartello che indica “sentiero attrezzato dei Mar per esperti” e mi avvio in quella direzione, più avanti un’altra tabella avverte “Sentiero panoramico attrezzato dei Mar, da percorrere con attrezzatura da ferrata, ore 1.30 a raccordo con il sentiero 722 per Rifugio Mulaz”. La mia è solo curiosità… per oggi, ma pianto un altro paletto in prossimità della scaletta di ferro che sale sulla cresta rocciosa!
Dopo aver fatto una breve pausa-panino scendiamo per lo stesso sentiero, circa a metà abbiamo la ventura di trovarci davanti una giovane vipera che si sta abbeverando ad un filo d’acqua e pare non abbia nessuna intenzione di spostarsi dal sentiero. Cerchiamo di convincerla con le buone maniere, battendo la roccia con le racchette, toccandola con precauzione (sempre con i bastoncini, mica con le mani), ci vuole un bel po’ prima che decida di filarsela tra i rododendri.

Torniamo all’Agriturismo Malga Stia e ci concediamo due generose porzioni di una squisita ricotta ai frutti di bosco, io aggiungo una bella birra, la mia amica acqua e sambuco. Tutto ottimo e pare anche che si mangi molto bene, ci passano accanto dei piatti succulenti. Per scendere vorremmo fare un giro ad anello e chiedo informazioni al gestore sul sentiero 770, tentato due anni fa con i miei amici e interrotto davanti ad un canalone ghiacciato, sotto il quale sentivamo scorrere l’acqua da scioglimento (avevo piantato un paletto virtuale). Il responso è scoraggiante, il sentiero scende, attraversa il canalone e poi sale per un versante scosceso e poco sicuro “È sempre scivoloso e fangoso, terra molle, noi la chiamiamo “schita” sapete cosa vuol dire?”. Da brave venete, sappiamo cos’è la schita e anche gli schit, non intendiamo trovarci a scivolare nella merda, sia pure terrosa (tolgo il paletto). Lasciamo la Malga, il sentiero della schita, le mucche ruminanti e gli asinelli con le orecchie al vento e scendiamo per il sentiero CAI 754 fino a raggiungere Garès a m. 1396. È ancora presto e vedendo, vicino alla Chiesetta della Beata Vergine delle Grazie e alla fontana, un cartello che indica la Cascata delle Comelle, decidiamo di andarci, pare ci voglia una decina di minuti, secondo un signore del posto.

Gli abitanti di Garès forse hanno gli stivali delle sette leghe, siamo andate abbastanza di trotto, ma ci mettiamo mezzora a fare i saliscendi del sentiero, tra boschi, radici e sassi, prima di sentire il fragore dell’acqua e raggiungere la cascata o meglio, le cascate della Val di Garès, la Cascata Bassa e la Alta. Nonostante il periodo siccitoso il getto è potente, sgorga dall’alto della balconata rocciosa, lassù dove inizia l’Orrido delle Comelle. Stavolta è Antonietta che pianta un paletto, ci vuol tornare e percorrere la Forra fino al Rifugio Rosetta…io ci sono stata il secolo scorso, gita CAI di gioventù, mi ricordo panorami lunari e molta fatica, non dico ne sì ne no!

Per il ritorno potremmo fare un giro ad anello, scendendo per il sentiero che porta al Rifugio Capanna Cima Comelle con l’adiacente laghetto (biotopo), ma poi ci toccherebbe risalire per strada fino al parcheggio, preferiamo rifare lo stesso divertente sentiero di andata che ci conduce al “centro” di Garès e scendere brevemente fino alla nostra auto.
Nota: le cascate delle Comelle, altezza complessiva 70 metri, sono formate dal torrente Liera (o Rio delle Comelle), che ha scavato l’Orrido.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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interessante anche questo ampio giro, non conosco questa zona 👍👍👍
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io la conosco marginalmente anche se in anni passati l’ho girata spesso, dovevamo girarla assieme a Paola ma poi le cose sono andate diversamente, ci ritornerò questo fine settimana…
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Buona giornata Sal 🙂
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ciao Simona, buona giornata anche a te 🙂
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