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Casera Pilon © Copyright By Paola Gardin

Casera Pilon 

di Paola Marini Gardin 

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Data: 30-11-2022 
Cima: nessuna 
Gruppo Montuoso: Prealpi Bellunesi e Trevigiane
Cartina: Tabacco foglio 068 Prealpi Trevigiane e Bellunesi M. Cesen Col Visentin 
Segnavia: cartelli sul posto 
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: circa 500 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1071 m.s.l.m 
Dislivello: m. 571
Tempi di percorrenza*: ore 5,15 comprese le soste km 11,5 
Giro: anello 
Punti di appoggio: Casera Pilon
Acqua, sorgenti: no, portare acqua
Località: Borgo Valbelluna
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Tappe del percorso: Scarlir, Val Fontane, bivio, Casera Pilon, Val Pissador, Scarlir
Partecipanti: Carmen, Silvano, Roberto e l’autrice 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

oggi il nostro gruppetto è ridotto di numero, siamo solo in quattro e decidiamo per un bel giro ad anello attorno al monte Pilon, Prealpi Bellunesi, con sosta alla casera omonima. La giornata non è molto invitante, fredda e brumosa, ma noi pensionati siamo escursionisti cocciuti, quando si decide, si va. Partiamo da Mel (Comune di Borgo Valbelluna), raggiungiamo Villa di Villa e poi per stretta stradina asfaltata l’abitato di Cordellon, da dove continuiamo per strettissima stradina sterrata fino al bivio in località Scarlir, m. 500 circa.

Casera Pilon

Parcheggiamo nello spiazzo tra le due carrarecce, la segnaletica indica a destra Val Pissador e Casera Pilon, a sinistra la Val Fontane, in genere l’anello è descritto in questo modo: salita per la Val Pissador e discesa per la Val Fontane. Il nostro capogruppo Silvano è di altra idea, ci invita a seguirlo prendendo la carrareccia di sinistra e cominciamo a risalire la Val Fontane, immergendoci nei colori autunnali degli alberi che a tratti ci lasciano scorgere, dall’altro lato della valle, le case sparse degli abitati di Boschi. Dopo un poco troviamo un intoppo, lavori boschivi non segnalati alla partenza. La strada è sbarrata da ruspe, tronchi tagliati, operai che si apprestano al duro lavoro e temiamo di dover tornare indietro, per fortuna il capo ci permette di passare, superando qualche schianto.

Casera © Copyright By Paola Gardin

Proseguiamo per circa un’ora nella fredda e umida valle fino al bivio a quota 840, dove i cartelli indicano a sinistra Casera Beta e a destra Casera Pilon, a un’altra ora di cammino. Prendiamo questa direzione e saliamo gradatamente, trovando alcuni tratti ghiacciati lungo la stradina, fino ad arrivare presso una piccola “lama” di acqua, qui trascuriamo il sentiero, segnalato, verso casera Pilon e seguiamo la stradina fino dove finisce giungendo a un belvedere con dei ruderi, nonostante il tempo nuvoloso abbiamo begli scorci panoramici verso ovest sui dorsi collinosi del Monte Garda. Ora pieghiamo a ritroso, verso est salendo la dorsale prativa e ritroviamo il sentiero per casera Pilon, poco sopra al punto dove l’avevamo lasciato presso la lama d’acqua. Continuiamo a salire attraversando i boschi e arriviamo in cima ad un panoramico dosso innevato dove sorge la nostra meta, Casera Pilon, m. 1071, con accanto il piccolo bivacco Momi. La Casera è chiusa, sappiamo che per usufruire dei locali (cucina con caminetto e stufa, due camere) bisogna prenotare presso l’Ufficio Turistico di Borgo Valbelluna. Il piccolo bivacco invece è sempre aperto e dotato del necessario per una sosta di emergenza, anche notturna, nella stanzetta inferiore ci sono stufa e caminetto, in quella superiore due brande con materassi. All’esterno della casera c’è un barbecue, ma per il nostro pranzo al sacco ci bastano tavolo e panca, siamo ben equipaggiati per il freddo e la pausa è come sempre allegra; dopo aver mangiato vedo un’altalena (in dialetto, “discol”) appesa ai rami di un albero e non mi par vero di provarla! Da questo luogo si potrebbe raggiungere Casera Salvedela Vecia, ma un avviso sul cartello ci dice che il sentiero è chiuso a causa di lavori boschivi.

Bivacco Momi © Copyright By Paola Gardin

Dopo la sosta scendiamo verso Scarlir dalla parte opposta, cioè il versante che dà sulla Val Pissador, per comoda carrareccia, moderatamente ripida. Entriamo nel bosco e continuiamo a scendere, incontrando parecchi ruderi di casere abbandonate e poi i perati con le Casere Barufolo, che invece sono state ben ristrutturate. Begli anche gli scorci panoramici sul versante opposto, con gli insediamenti di Boschi. Scendendo incrociamo diversi sentieri e mulattiere che scendono verso il fondo della Val Pisador, noi li tralasciamo e continuiamo in direzione Scarlir. Arrivati quasi in fondo cerchiamo il cartello che indica la Cascata del Pisador (o Pisota): individuiamo il punto a m. 590 dove inizia la traccia, ma la segnaletica è sparita. Mi ricordo di aver raggiunto la cascata con il CAI molti decenni fa, il sentiero era ripidissimo e scosceso con tratti esposti in cengia, dotati di corde metalliche molto precarie, alla fine raggiungemmo una stretta forra e la cascata di 40 metri che precipita in una marmitta smeraldina e poi nel torrente Rimonta. Forse il sentiero non è più stato messo in sicurezza e per questo non segnalato, peccato perché la fragorosa cascata era molto bella, come pure altri tratti molto suggestivi del canyon percorso dal torrente che divide il territorio di Mel da quello di Lentiai.

© Copyright By Paola Gardin

Individuiamo invece più in basso rispetto a noi l’abitato di Penagol, con le sue poche case abbarbicate sul pendio che ripido scende sulla gola della Rimonta. Passiamo acanto agli edifici della base Scout Casera Scarlir e poco dopo raggiungiamo il parcheggio, Relive segna km.11 e ore 5.15 comprese le soste, il dislivello è di circa 550 m. (c’è discordanza tra di noi sul rilievo, chi dice 650 e chi 500…faccio una media). L’escursione è finita, però prima di tornarcene alle rispettive dimore andiamo in auto a Cordelon, parcheggiamo presso il parcheggio dell’Agriturismo- Ristorante Ai Gir (molto apprezzato per la sua cucina) e dal poggio dove sorge la Chiesetta del paesino abbiamo un bellissimo panorama sui versanti delle valli, punteggiati da quelli che chiamo “borghi sospesi”: piccoli nuclei di case sparse raggiunte da una ragnatela di stradine bianche. Successivamente andiamo al minuscolo borgo di Pianaz, (da non confondersi con la frazione di Pianaz in Val di Zoldo) con la sua chiesetta, che val la pena di visitare.

Note: i comuni di Mel, Lentiai e Trichiana si sono uniti nel Comune di Borgo Valbelluna, con Capoluogo a Mel. Le frazioni di Cordelon e Pianaz sono due delle numerosissime borgate del Comune. Per informazioni sui percorsi e sulle numerose casere che si possono raggiungere, IAT Ufficio Turistico Borgo Valbelluna – Piazza Papa Luciani 4, Mel BL –  tel. 0437 544294

Autrice: Paola Marini Gardin
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