145 la Mulattiera del Col dei Ciot


Mulattiera Col dei Ciot
mulattiera Col dei Ciot © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

La mulattiera per sella Col dei Ciot 

di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 19-05-2012 

Cima: sella del Col dei Ciot.
Gruppo Montuoso: Dolomiti Agordine
Cartina: Tabacco foglio 025 Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine
Segnavia: CAI 541 545 Sentiero La Montagna Dimenticata
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza*: in giornata a lunga percorrenza
Quota partenza: 488 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1526 m.s.l.m
Dislivello: m. 1038
Giro: anello
Acqua, sorgenti: no
Località: Torner
Punti di appoggio: nessuno
Copertura cellulare: non rilevato
Parcheggio/i:
Tappe del percorso: Torner mulattiera a Col dei Ciot sentiero 545 La muda, Torner
Partecipanti: Paola e Salvatore

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Il monte Celo è la grande bastionata che si presenta al passante percorrendo la valle Agordina ancora prima che il panorama si apre su altre fantastiche cime dolomitiche.
L’accesso a questa straordinaria valle, dalla Val Belluna con la strada delle dolomiti per chi proviene da sud.
E poi per la strada Regionale 203 Agordina straordinaria strada che corre in fianco al torrente Cordevole.
Le difficoltà del giro sono escursionistiche (E) ma per il giro completo ci vuole un buon allenamento, Il dislivello è di 1200 metri per 12 +2 circa Km  con il giro di tutto il monte Celo.

La strada militare del Col dei Ciot

da Belluno raggiungiamo Torner, sono per noi le 9.15, il sentiero è un’antica strada militare (mulattiera) che sale per le pendici del monte Celo, il monte ha una quota di 2080 metri circa e per chi volesse raggiungere la cima vanno aggiunti 400 metri di dislivello comunque la strada termina poco distante la sella del Col dei Ciot.

mulattiera Col dei Ciot
Pelmo e Civetta © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Non stiamo a descrivere la strada lunga e erta ma il bel panorama che dopo un po’ si apre agli attenti occhi del camminatore. Spaziando sulla Schiara con l’inconfondibile Gusela, sui selvaggi Monti del Sole, e sulla valle del Cordevole. Raggiunta la Sella del Col dei Ciot dopo circa 3 ore di cammino si può proseguire e completare il giro sul sentiero ardito che sale e aggira il monte Celo, da qui splendida visione su Agordo, La Valle Agordina e soprattutto sui monti, il Pelsa, la Moiazza, il Pelmo che con la sua mole troneggia su tutti, le cime di san Sebastiano. Scattiamo foto non solo al panorama ma anche ai bellissimi fiori che colorano il nostro percorso, sembra un giardino botanico.
Raggiungiamo prima Forcella Folega e la piccola bella baita (baita Folega) in mezzo ad una verde valletta e poi Forcella Pongol, mi perdonerete voi che leggerete ora questa relazione la mia nota polemica… alla forcella prendiamo ora un ardito sentiero il 545 C.A.I. che scende in Val Clusa, tra la val Polidoro le cime di Col Negro e Cartifai, questo è il versante del monte Celo interessato dall’incendio del Maggio 2011. Lo stato del sentiero è pessimo. I sassi che sono caduti per via del manto erboso bruciato e le piante morte, bruciate vive, impediscono un sicuro transito, scopriamo solo alla fine che il sentiero è chiuso, nessuna indicazione all’inizio della nostra escursione cioè sul sentiero 541, alla Baita Folega.

Mulattiera Col dei Ciot
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Vogliamo soffermarci su questo sentiero che stiamo scendendo. Notiamo che da una parte il sentiero è tenuto su da un muretto a secco di sassi ingegneristicamente posati a mano, un sentiero largo in alcuni punti più di 3 metri, mi fa pensare che questo sentiero della montagna dimenticata, in tutti i sensi, sia stato un tempo via di transito importante e lo testimoniano appunto i muri fatti di sasso posati a mano sui tornanti (muri a secco) non con mezzi meccanici come oggi, questo mi fa rabbia perché si sta perdendo un patrimonio importante, prediligendo il cemento e andando contro natura!

digressione in Val Polidoro

Arriviamo ora ad un altro bivio un parapetto esile di ferro ci incuriosisce e non stanchi dei mille metri già percorsi fin qui decidiamo di intraprendere il nuovo sentiero che ci si presenta, scendiamo su una cengia che si affaccia su un corso di acqua che scende dalla Val Polidoro e arriviamo ad uno sbarramento dell’ENEL, una piccola diga in cemento, su un torrente stupendo e fragile con pareti a picco.

Mulattiera Col dei Ciot
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

La diga forma un piccolo lago. Un cartello ci dice che non siamo autorizzati a transitare oltre e ritorniamo sui nostri passi facciamo qualche foto e percorrendo a ritroso… nel tempo… il sentiero fatto poco prima per altri 50 metri di dislivello. La mulattiera riprende sempre più ripida e con tornanti sempre più frequenti nella sua discesa verso valle… che raggiungiamo verso le 18 circa… al termine del sentiero troviamo l’ordinanza che vieta il transito del suddetto sentiero.
Escursione nella sua bellezza e sviluppo molto interessante. Questo monte viene anche chiamato Zelo oppure Thelo

Mulattiera Col dei Ciot
Ramarro © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Mi piacerebbe poter vedere sistemato come un tempo questo ardito sentiero-mulattiera sentiero 254 C.A.I. ma penso che nessuno si interesserà a questi sentieri della montagna dimenticata, ci sarebbero molti modi per recuperare questo itinerario bellissimo, i disoccupati pagandoli naturalmente con un salario adeguato e quelli che hanno un debito con lo stato i carcerati. Aggiungo un altra nota: con sorpresa troviamo anche qui, come l’anno scorso in Valle del Mis, diversi ramarri verde smeraldo: riesco a fotografare due esemplari giovani, il più vecchio, grosso e scafato ci sfugge in un lampo verde. 

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

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