
Il Sentiero del Dint (Dente)
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 05-09-2017
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Monti di Barcis
Cartina: Dépliant della promozione Turistica di Barcis
Segnavia: non censito
Quota di partenza: 409 m.s.l.m
Quota raggiunta: 531 m.s.l.m
Dislivello: m. 122
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico Storico: Itinerario escursionistico che ripercorre “antiche vie” con finalità di stimolo alla conoscenza e valorizzazione storica dei luoghi visitati generalmente non presenta difficoltà tecniche (T) Turistico oppure Escursionistico (E)
Tempi di percorrenza*: 2 ore a passo normale
Giro: A/R
Punti di appoggio: in loco e al lago di Barcis
Acqua/Sorgenti: no
Località: Barcis
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì in stagione a pagamento
Partecipanti: Paola Salvatore
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
è un racconto un po’ diverso questa volta e anche critico verso il Parco Dolomiti Friulane, siamo sì stati bene, ma tutto questo vietare mi dà fastidio tantissimo, poi già a settembre uffici e percorsi turistici sono chiusi, ma chi fa le ferie a settembre cosa deve fare? andare all’estero per trovare servizi di qualità e libertà… Se no a cosa serve avere il camper? che non costa poco! Siamo in Friuli da alcuni giorni e questa volta ci svegliamo in riva al lago di Barcis in uno slargo della strada dedicata a Giuseppe Malattia della Vallata- poeta. Sono le dieci quando un raggio di sole ci raggiunge e ci incamminiamo per questa nuova avventura, l’inizio del sentiero che vogliamo fare è qui vicino, è da dire che ci aspettavamo un percorso ricco di difficoltà, stando alla brochure del parco, ma si è rivelata un’escursione facile, se non turistica, anche se la nostra valutazione è soggettiva. Certo dipende molto dalla preparazione e dal non affrontare una “passeggiata” in montagna con infradito… che potrebbe comportare rischi e pericoli per sé e per gli altri. Su questo sentiero ho riscontrato, percorrendolo con in mano il dépliant, molte incongruenze sia sulle difficoltà che sulla segnaletica, ma si sa, sia le difficoltà che l’interpretazione dei cartelli sono soggettive quindi ognuno di noi le interpreterà in modo diverso.
il Sentiero del Dente,
“Dint” in Friulano, è un sentiero parzialmente in cresta sulla gola del Cellina con ampio panorama sulla diga e il lago di Barcis.
Saliamo nel bosco raggiungendo il primo dei tre bel vedere sul Cellina: la terrazza è sospesa nel vuoto per alcuni metri con il pavimento in vetro (naturalmente quello omologato per portare peso). Da qui una bellissima visuale sulla forra, sulla diga che trattiene le acque del lago e sulla panoramica strada G. Malattia. Proseguiamo verso il secondo Belvedere, uno spuntone di roccia che si protende sulla forra e sulla famosa “Vecchia Strada della Valcellina” il nome comune con cui è conosciuta la prima strada carrabile per l’accesso alla Valcellina dalla pianura. È stata inaugurata nel 1906 e dismessa nel 1992, ora è visitabile a pagamento. Ha segnato la fine dell’isolamento, in quanto prima la valle era accessibile solo percorrendo il sentiero di sant’Antonio. E’ un capolavoro ingegneristico, a tratti in galleria o su cenge a strapiombo sulla gola, interessante leggere tutte le fasi della sua realizzazione. Arriviamo poi al terzo belvedere, una scala a chiocciola che si alza verso il cielo, abbiamo così il modo di scorgere un’altro tratto della valle. Digressione: a questo punto incuriositi da un avviso che ci vieta la discesa se non accompagnati, ma posto su di un cancello aperto… scendiamo il “Difficile Sentiero E.E.” che scende sulla Forra del Cellina. Forse, ma stiamo pensandolo solamente tra me e Paola, riusciremo ad arrivare sul fondo e vedere il torrente. Il sentiero in questione è il Sentiero della Menada, ripidissimo e anticamente senza protezioni era usato per arrivare in modo diretto e veloce sul torrente e aiutare la fluitazione del legname nei punti più stretti. Mestiere duro e pericoloso. Noi dopo essere scesi parecchio non riusciamo a trovare lo sbocco sul fiume, le tracce si perdono sopra le reti paramassi. Seguiamo allora la traccia che ci riporta in alto fuori dalla forra, dove troviamo un altro cancelletto defilato dal sentiero, senza avvisi. Vogliono proprio avere l’esclusiva di questo sentiero. Apro una parentesi se mi permettete una mia osservazione: accidenti a voi e al vostro privatizzare chiudere tutto anche la montagna! a questo punto impreco contro il parco che vieta l’escursionismo e l’esplorazione ma siamo soli e nessuno mi sente! Perché fare tutto ciò? E’ una violazione del mio diritto di circolare liberamente sul territorio italiano. Perché per il parco sono serviti anche i soldi delle mie tasse! Chiudo l’esternazione e finisco il racconto. Ritornati sulla cresta boscosa trotterelliamo un po’ lungo il sentiero, questa volta C.a.i, che scende verso Molassa ma decidiamo il rientro per il sentiero che abbiamo percorso. Considerare Difficile un sentiero con dislivello di 120 metri e nel bosco è a mio giudizio da sconsiderati, da chi non sa cos’è la montagna e la classificazione dei sentieri.

Questo non è promuovere il turismo questo è dire al turista stattene a casa. Se poi uno sprovveduto riesce a fare senza problemi il sentiero “difficile” poi penserà di essere un grande alpinista e poter affrontare disinvoltamente il Pelmo. Esagero, ma io vado in montagna da molti anni e questo lo trovo davvero pericoloso. Un po’ delusi decidiamo di andare in paese per la spesa ma vediamo il Trenino con turisti (anziani) a bordo e chiediamo se è possibile fare un giro, almeno di consolazione, a pagamento naturalmente. Facciamo il giro di metà lago riva sinistra, fino a Barcis, poi giù per gole e forre, con alcune visioni veramente dantesche, fino a percorrere anche un pezzetto della ex-strada del Valcellina, seguiti in auto da un scrupoloso signore (simpatico però) che si occupa di chiudere i passaggi e i cancelli dopo che siamo transitati come se stessimo entrando in una prigione di massima sicurezza. A questo punto inforchiamo le nostre biciclette e ritorniamo in paese per la ciclabile, dobbiamo fare un po’ di spesa necessaria e ci concediamo un gelato, purtroppo di qualità assai scarsa (siamo fuori stagione!) e poi ritorniamo al camper completando il giro del lago, riva destra, passiamo sotto una galleria e sopra alla diga, torniamo al camper, ma la giornata non è finita. Domani vogliamo trovarci con alcuni amici a Falcade e per non fare una levataccia partiamo alla volta di Cencenighe Agordino risalendo la Valcellina, passiamo Claut, Cimolais, il Passo di Sant’Osvaldo, Erto e Casso, Longarone, Belluno, Agordo… A Cencenighe troviamo una tranquilla sosta camper in località Campo di fronte alla centrale Enel. La notte è stellata, ne approfittiamo per fare due passi fino ad una fontanella distante qualche centinaio di metri. La frazione, attaccata al paese e con vista laghetto (diga sul Cordevole) è carina e silenziosa, c’è perfino una pecora che gradisce le nostre grattatine in testa. Finalmente si cena e poi si va a nanne.
Nota di Paola: comprendo le esternazioni di Salvatore. Novello camperista, aspira a libero campeggio in libero stato e libere escursioni in tutto il territorio. Piacerebbe anche a me trovare sia più soste libere sia più aree attrezzate con equo pagamento, entrambe assai carenti per numero e qualità, specie in vaste zone montane. Anche più controlli visto che sporcaccioni e maleducati ce ne sono sempre, insieme però ad una maggiore disponibilità verso il turismo itinerante. Detto questo, noto che durante il nostro soggiorno in Slovenia abbiamo pagato cara anche l’aria, ogni attrazione turistica castelli, gole, cascate, aree sosta ecc. ecc. era a pagamento. Allora pensammo: qui valorizzano tutto il poco e il tanto che hanno, lo facessero anche da noi col turismo ci potremmo vivere alla grande! Ecco che qui in Friuli lo fanno, danno lavoro a guide, operai, esercizi commerciali e addetti vari… un poco di pazienza, se l’afflusso turistico aumenterà, crescerà anche il periodo di fruibilità delle varie attrazioni. E speriamo aumentino le offerte e diminuiscano i costi per noi…
…. continua a leggere: Anello delle Cime d’Auta
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
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