
Cima Cavallazza
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 08-08-2018
Cima: Cavallazza
Gruppo Montuoso: Lagorai
Cartina: Kompass 622
Segnavia: 348- 14- pista da sci
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza*: 5 ore, in giornata
Quota partenza: 1980 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2324 m.s.l.m
Dislivello: m. 344
Giro: Anello
Punti di appoggio: diversi a Passo Rolle
Acqua, sorgenti: sì
Località: San Martino di Castrozza
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì al passo Rolle
Partecipanti: Vito, Silvano, Marilena, Paola, Danilo, Giuseppe e altri tre amici
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
Escursione in dettaglio:
oggi il nostro amico Vito mi propone una gita con poco dislivello ma che ci darà molta soddisfazione, infatti è interessante per il panorama, la storia (memorie della I^ Guerra Mondiale) e la natura: la cima della Cavallazza.
Cima Cavallazza
ci ritroviamo alle 7 al Ponte della Serra, punto di passaggio alle porte di Lamon e della Valle del Cismon e dopo una breve sosta all’omonimo Bar-Ristorante, proseguiamo per la strada che ci porta nella bella valle di Primiero. Superato San Martino di Castrozza saliamo verso il Passo Rolle (m. 1980 s.l.m.) e parcheggiamo le auto sul vasto piazzale. Oggi siamo in nove escursionisti, tutti baldi pensionati tranne una, Marilena, e ci mettiamo subito in cammino per il sentiero 348 verso i laghi di Colbricon.

Il sentiero è comodo, più o meno pianeggiante e si snoda tra bellissimi boschi di abeti e cirmoli per sbucare in vista del laghetto su cui si specchia la piramide del monte Colbricon. Sul lato est dello specchio d’acqua sorge un bel piccolo rifugio, ci piacerebbe fare il giro del laghetto e leggere i cartelli che spiegano come qui vicino sia stato scoperto nel 1970 un sito preistorico, ma le previsioni promettono bel tempo solo per il mattino e minacciano pioggia già nel primo pomeriggio. Da qui il sentiero sale ben più ripido ma mai faticoso per ghiaie e sfasciumi, il versante è eroso dagli agenti atmosferici e presenta ben poca vegetazione. Affacciandoci verso sud-est vediamo in basso opere di sbancamento sotto la già esistente pista da sci, saranno anche necessarie ma a noi montanari dispiace sempre vedere deturpato un altro angolo di natura.
Raggiungiamo la cima della Cavallazza (m. 2324 s.l.m.) e la modesta croce di legno con il libro di vetta, che firmiamo. Sono presenti numerose trincee e camminamenti con muretti a secco, anche questo modesto monte, come il Colbricon, Cima Bocche e Juribrutto, il Castelaz e Cima Tognazza sono stati teatro di sanguinosi combattimenti. Per fortuna sono state risparmiate le Pale di San Martino che svettano davanti a noi, l’imponenza del Cimon de la Pala incute rispetto. Il panorama è stupendo, lontano si vedono la Marmolada, il Vael, credo di riconoscere il Sass della Croce e il Catinaccio, ma confesso la mia ignoranza. Invece riconosco il Mulaz e la forcella che io e Salvatore abbiamo percorso durante l’Alta Via n. 2 dirigendoci verso le Farangole (brividi) e il Rifugio Rosetta. Sotto di noi abbiamo a sud San Martino di Castrozza e i paesi della Valle di Primiero e a nord il passo Rolle. Dopo una breve sosta per le foto scendiamo il versante opposto, più compatto, con massi e gradini di porfido su cui i licheni formano macchie verde pallido.
La cima si allontana velocemente e guadagniamo la forcella (m. 2226), da qui potremmo raggiungere in breve il laghetto della Cavallazza con la sua isoletta, ma il tempo…già nuvoloni grigi si accavallano sopra il Colbricon e così risaliamo subito per il sentiero a serpentine verso la Cavallazza Piccola (m. 2310). Raggiungiamo il torrione scavato da gallerie, gli “Stoli” caverne scavate dagli Austriaci nel 1917 e conquistate successivamente dagli Italiani.

Entriamo e ci affacciamo ai “finestroni” e alle feritoie che guardano da ogni lato, da qui si controlla ogni versante. Proseguiamo per il sentiero attrezzato con una fune di acciaio nuova di zecca, è in cengia e a picco verso la valle di Primiero, ma largo e comodo. E’ comunque possibile evitare l’esposizione percorrendo un sentiero alternativo. Visitiamo un’altra postazione in grotta salendo una breve scaletta, le rocce esterne sono abbellite, con nostra sorpresa, da ciuffi di bellissime stelle alpine.
Facciamo una breve sosta per scattare altre foto e mangiare un panino su uno slargo della cengia, vicino ad un portale in pietra molto ben conservato, opera del nostro Genio, che è l’accesso ad una vasta caverna. Poi proseguiamo per il sentiero attrezzato in direzione di Cima Tognazza e scendiamo per rotondeggianti lastroni e placche di porfido, seguendo i numerosi e direi artistici “ometti “di sassi fino a raggiungere la Funivia “Paradiso” sulla Tognazza.

Qui c’è un’altra croce, ma di ferro e poco sotto la sommità una caverna da cui ci divertiamo ad uscire, uno alla volta, da un piccolo pertugio: la nostra agile performance viene subito imitata da una famigliola con alcuni bambini entusiasti della trovata. Dalla funivia pieghiamo verso il Passo Rolle scendendo per le piste da sci, qualche goccia di pioggia comincia a cadere allarmando gli altri escursionisti che si affrettano a valle. Noi siamo fiduciosi nel nostro capogruppo che ha considerato perfettamente tempi e meteo: la pioggia “vera” non arriverà prima di un’altra mezz’ora. Infatti raggiungiamo indenni il piazzale, alle 13:45 siamo seduti sulle panche esterne del bar intenti a scolare le nostre meritate birre e alle 14:20, quando inizia la tempesta siamo già al sicuro nelle nostre auto.
Noi tre “bellunesi” ci separiamo dai nostri simpatici sei amici “veneziani” che hanno tanta più strada di noi da percorrere per arrivare a casa e facciamo una breve digressione a Canal San Bovo alla Pasticceria alla Fornace per un sobrio assaggio di strudel e torte.
Meravigliosa giornata!
Autore/i: Paola Marini Gardin
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Pubblicato da Salvatore Stringari
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