
al Passo del Tombolin
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 21-10-2018
Cima: Tombolin di Rava
Gruppo Montuoso: Lagorai
Cartina: Tabacco Foglio 058 Valsugana Tesino Lagorai Cima d’Asta
Segnavia: L 33 – 332 – 332b -328 – 366-
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1380 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2347 m.s.l.m
Dislivello: m. 967
Tempi di percorrenza*: in giornata 7 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: Malghe e Rifugi aperti in stagione
Acqua, sorgenti: sì
Località: Tedon Valsugana Tesino Val Campelle
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì a pagamento in stagione
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
gli “Scaloni del Tombolin” sono una meta che inseguiamo da molto tempo, la prima volta mancata per un errore di interpretazione percorrendo l’Alta Via del Granito in solitaria. Nel 2017 ci riproviamo assieme salendo da Malga Sorgazza per Costabrunella, ma purtroppo a causa della nebbia l’avventura s’interrompe al Forzelon di Rava. Arriva il 2018 e la tentiamo per la terza volta.
al Passo del Tombolin
partiamo da Trento e percorriamo la Valsugana fino a Strigno, qui prendiamo la stradina stretta e in salita verso il Ristorante Crucolo, lo superiamo continuando su strada asfaltata sempre in salita e giungiamo in Val Campelle, località Tedon, dove parcheggiamo appena dopo un piccolo ponte di legno. Prendiamo il sentiero L 33 e saliamo, spesso con tratti ripidi, nel bosco di abeti e larici fino a sbucare su un pianoro dove scorre un nastro di placide acque, sul rilievo prativo a destra sorge il Rifugio Caldenave, una bella ex-malga ristrutturata, che raggiungiamo. Tira un vento abbastanza fastidioso e ci ripariamo per qualche minuto nel bel bivacco adiacente, un ex-stalla anche questa ben risistemata. Dopo la sosta scendiamo per sentiero verso la bella valle di Caldenave, solcata dalle acque del ruscello omonimo, il panorama è incantevole! Al bivio incominciamo a salire a destra sul sentiero E 332 che risale la Val di Pravetta.

Il sentiero costeggia un rio tumultuoso ed è dissestato in molti tratti, poi se ne discosta e passa più a sinistra su ammassi di sassi e ghiaie. Saliamo con un po’ di fatica respinti da un vento forte fino alla Forcella di Ravetta, 2222 m.s.l.m., alle pendici della cima Lunetta che ci ripromettiamo di raggiungere in un’altra escursione in questo meraviglioso territorio. Ci fermiamo per dare uno sguardo all’ampio anfiteatro di rocce e cime che ci circondano e alla bella Val di Rava sottostante, lontano scorgiamo alcune baite e due bei laghetti, il Lago di Mezzo e il Lago Primo. Proseguiamo ora a sinistra sul sentiero 332b traversando lungamente quasi sempre in costa, sovrastati dalle pareti granitiche della catena del Lagorai, abbiamo ai nostri piedi la valle e il Lago Grande e più avanti un bacino asciutto. Superiamo un tratto ripido e ghiaioso e arriviamo al Forzelon di Rava 2397 m.s.l.m.
Ci piacerebbe raggiungere la cima, ma appena imboccata la traccia con preoccupazione vediamo avanzare la nebbia dalla Valsugana, sta a vedere che neanche stavolta riusciamo a trovare la nostra meta, le scalette. Scendiamo subito per il sentiero 328 che aggira il Cimon di Rava e finalmente raggiunta la piccola forcella del Tombolin scorgiamo la scala scavata nella roccia. Saliamo i circa 80 gradini intagliati fino alla cima del Tombolin di Rava, il tempo di dare uno sguardo attorno, scattare qualche foto al “Frate” la roccia che ricorda la forma di un monaco incappucciato, poi dobbiamo interrompere qui la nostra escursione perché dalla Valsugana si alza la nebbia che presto ci avvolge.

Peccato, avremmo voluto percorrere le Creste del Frate, vedere gli altri camminamenti e opere militari e poi raggiungere Forcella Ravetta facendo un giro ad anello, ma non conosciamo il sentiero e preferiamo ritornare, incalzati dal nebbione, per il percorso noto. Scendiamo le scalette fino al passo del Tombolin e poco dopo, senza tornare al Forzelon, tagliamo per una traccia che traversa sotto per poi ricongiungersi al sentiero in costa. Raggiungiamo nuovamente Forcella Ravetta e qui con sorpresa costatiamo che il vento che ci tormentava stamattina almeno serve a respingere le nebbie e tenerle alle nostre spalle, davanti a noi il panorama è libero e baciato dal sole del tardo pomeriggio. Raggiungiamo il Rifugio Caldenave e poi più avanti prendiamo il sentiero n. 332, lungo, ripido e sassoso, che ci costringe a saltellare pressappoco come il rio che lo costeggia formando salti e cascate. E’ quasi buio quando raggiungiamo l’auto al parcheggio, siamo soddisfatti: giro lungo, ma davvero molto bello.
Nota a pie pagina: le creste del Tombolin di Rava sono una muraglia difensiva naturale e durante la I^ Guerra Mondiale le truppe italiane che furono costrette per anni a sopravvivere in questo ambiente ostile le fortificarono con gallerie, trincee, postazioni, ricoveri e intagliarono nella roccia granitica le famose scalette che dal 2010 sono una variante del percorso dell’Alta Via del Granito, lo “Scalon del Tombolin”. Tutte le opere furono distrutte quando il 7/11/1917 ai reparti italiani fu ordinato di ripiegare verso il Monte Grappa. Il percorso è stato ripristinato e dotato di una fune metallica. Al Forzelon di Rava non è segnalata ne la Forcella ne il Passo del Tombolin. Pochi giorni dopo tutto il nord est viene sconvolto dagli eventi atmosferici apocalittici
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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