
Via dell’Acqua Cison Valmarino
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 09-04-2012
Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Prealpi Trevigiane
Segnavia: sentiero non censito CAI associazioni private per la promozione del territorio
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico Tematico: E’ un itinerario a tema specifico prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) di chiaro scopo didattico formativo. Usualmente attrezzato con apposita tabellatura e punti predisposti per l’osservazione è comunemente adatto anche all’escursionista inesperto e si sviluppa in aree limitate e ben funzionali, molti all’interno di parchi o riserve (generalmente è breve e privo di difficoltà tecniche T oppure E)
Quota partenza: 261 m.s.l.m.
Dislivello: minimo
Tempi di percorrenza*: da 1:00 a 2:00 ore lo decidete voi
Giro: A/R
Acqua, sorgenti: Sì
Località: Cison di Valmarino
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: Piazzale Roma, Cison
Tappe del percorso: Cison, Via dell’Acqua, Bosco Penne Mozze e ritorno
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Via dell’Acqua o dei Molini
oggi vi raccontiamo un itinerario facile e bello, percorso nel 2012 con partenza dal centro di Cison di Valmarino. Abbiamo scoperto un cammino storico naturalistico che si snoda attraverso la valle del torrente Rujo fino al Bosco delle Penne Mozze. Non siamo persone troppo sofisticate e possiamo stupirci a ogni angolo: troveremo memoria storica, spontaneità della natura e un pizzico di fascino magico.
Via dell’Acqua
Il percorso è facile e adatto soprattutto alle famiglie con bambini che qui con un po’ di attenzione possono correre liberi e magari incontrare qualche abitante del bosco… o di qualche favola. Noi siamo partiti da Piazza Roma, il percorso parte a nord ed è sempre ben segnalato, usciamo dal centro del paese passando il torrente Rujo sopra il bellissimo ponte di pietra, il “Ponte dei Sassi” e seguiamo la via lastricata che lascia le ultime case e poi diventa sentiero. Passiamo un portale di legno scolpito con figure di animali e gnomi e posto su un ponticello che ci dà il benvenuto invitandoci a proseguire tra prati e boschi. Scopriremo qua e là altre sculture disseminate lungo la via, farfalle, porcospini, pesci e altro ancora, torniamo un po’ bambini anche noi come i ragazzini che ci accompagnano per un pezzetto, abitano qui vicino e sono bimbi bianchi e neri, ugualmente allegri.
“Dove abitate?” risposta: “Di là del torrente, guarda, non vi potete sbagliare, quella casa dove vedi tutti neri…” Detto in dialetto veneto da una bambina nera, occhi bellissimi, treccine ricce a incorniciare il visetto sorridente. L’acqua è la protagonista, scorre, gorgoglia, ci accompagna col suo mormorio. La Via dell’Acqua, o Via dei Mulini, oggi meta di passeggiate tranquille, era, fino all’inizio del secolo scorso, la realtà artigianale di Cison: in mancanza di energia elettrica, tutte le attività erano legate all’imprevedibile corso del torrente Rujo e allo sfruttamento delle sue acque che muovevano le ruote di opifici, mulini, segherie, permettendo di macinare i cereali, follare i panni, forgiare oggetti di metallo.
Diverse opere sono state ripristinate: le canalette con le chiuse, i vecchi lavatoi, le fontane, alcuni edifici sono stati perlomeno conservati, purtroppo altri sono ruderi. I pannelli didascalici ci aiutano a capire le funzioni e l’importanza dei vari manufatti.

Attraversiamo il bosco, intrecci poderosi di radici trattengono il terreno in una ragnatela che sembra un abbraccio o… sono i tentacoli di una creatura fiabesca? Il sottobosco ci riempie gli occhi con i colori dei mazzetti di fiori e le narici col profumo delle corolle, delle erbe, della terra. Cascatelle ci sorprendono lungo i saliscendi del tracciato, il suono dell’acqua è continuo, incessante ma armonioso, la colonna musicale che non troveremo in città, assediati da altri rumori. Il sentiero e le passerelle sul torrente ci portano al Bosco delle Penne Mozze, un parco delle Rimembranze che dedica un albero e una stele per ogni alpino nato in provincia di Treviso e caduto nella I Guerra. Percorriamo il sentiero che sale nel Bosco fino a un poggio panoramico con un Crocifisso di legno, poi ritorniamo in basso e riprendiamo la passeggiata. Nel bosco ci sono alcuni edifici di pietra oramai sommersi dalla vegetazione, un peccato perché sono ben costruiti e chissà quanta storia avrebbero da raccontare. Troviamo i cartelli con le indicazioni per il Bivacco ai Loff, segnano due erti sentieri che in circa due ore portano al bivacco che tempo fa raggiungemmo partendo dal Passo San Boldo. Siamo tentati di seguire la traccia “Sentiero Pissol” e ci avviciniamo alla cascatella che dà il nome al percorso, il tempo è cambiato e minaccia pioggia, proviamo lo stesso a inerpicarci sul tracciato roccioso, ai lati magnifiche fioriture gialle, viola, rosate, spiccano su tutte splendide orchidee, la flora delle Prealpi è ricca e colorata. Dopo un tratto desistiamo, inizia a piovere e rischiamo di scivolare, con rimpianto torniamo sui nostri passi e visitiamo il paese di Cison di Valmarino, uno dei borghi “più belli d’Italia” in cui vale la pena di aggirarsi senza fretta.
il comune di Cison di Valmarino offre diversi eventi nel corso dell’anno, per info Cison , (il collegamento) purtroppo in questo periodo, causa Covid 19, saranno sospesi o limitati. Segnaliamo anche il vicino imponente Castel Brando, che domina il paesaggio, e i bei paesi limitrofi tra cui Follina e Revine Lago.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo Paola Marini Gardin
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi
Passeggiata suggestiva e fresca, sebbene il Rujo
che di solito fa senire il suo piacevole mormorio, purtroppo ora sia in secca.
Ieri, nel tratto in cui scorre ancora un po ‘ d’acqua, fra il prato della festa del 25 aprile e il Grande faggio, si è levato in volo un airone cinerino. .. bello ed emozionante.
Grazie per l’accurata e generosa condivisione delle vostre esperienze di cammino!
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Grazie a te Valentina per aver condiviso la tua esperienza in questo articolo. Sal
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