
Anello Tisoi, Schirada
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 10-01-2021
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: la Schiara
Cartina: Tabacco 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: segnato in minima parte
Tipologia sentiero e difficoltà*: mulattiere, sentieri; Sentiero Escursionistico
(E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 559 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 950 m.s.l.m
Dislivello: m. 391
Tempi di percorrenza*: 4 ore e mezza comprese le soste
Giro: anello
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: molte fontane
Località: Tisoi (Belluno)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì a Tisoi
Tappe del percorso: Tisoi, Piano Vai, Pian de Neve, Schirada, La Fossa, Schirada, Case Tovena, Pascoli, Sant’Antonio, Tisoi.
Partecipanti: Giuliano, Assunta, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Questo disastroso periodo che stiamo vivendo oramai da quasi un anno, pandemia covid, restrizioni, isolamento, mi farebbe cascare in depressione se ogni tanto non avessi la possibilità di camminare all’aria aperta, se pur nei confini comunali. Oggi la giornata non è delle migliori, grigia e piuttosto fredda, per fortuna trovo due amici che sono disposti a evadere dalle mura domestiche e accompagnarmi in un breve giro ad anello. In teoria restando nel comune di Belluno potremmo spaziare dal Visentin alla Schiara, ma per noi l’importante è camminare (in sicurezza data la quantità di neve caduta) e anche i percorsi pedemontani appena “fuori porta” hanno la loro bellezza.
incontri
Giuliano ed io partiamo in auto da Belluno alle 8.40, in giro non c’è nessuno e il breve tragitto ci riserva due sorprese, appena passato Bolzano Bellunese un bel capriolo sbuca dagli alberi e attraversa con calma la strada, poco dopo un fulvo scoiattolo fa altrettanto, schizzando velocemente da una parte all’altra. Meno male che andiamo piano. Arriviamo a Tisoi, bel paese della destra Piave a circa 5 chilometri da Belluno, posto a 559 metri in una piana solatia tra i rilievi del Bosco delle Castagne e le pendici della Talvena piccola. In passato era famoso per le cave di pietre da mola, poi le grotte furono usate come fungaie, adesso mi pare siano abbandonate.
Parcheggiamo vicino alla Chiesa di San Severo e Santa Brigida, sec. XV, dove ci raggiunge Assunta, che è del posto e può trovare il percorso che faremo anche in assenza di segnaletica. Saliamo diritti per la stradina che passa in mezzo alle case, poi la nostra amica ci fa prendere una via cementata che toccando qualche abitazione isolata e alcune casere sale in mezzo al bosco. Dobbiamo stare attenti al ghiaccio, ma restando sui bordi innevati riusciamo a cavarcela ugualmente, lasciando i ramponcini a riposare nello zaino. La neve tiene che è una bellezza, erano anni che non cadeva una nevicata così copiosa, proprio quest’anno che non si può sciare…

Gli alberi e le radure, coperti dal manto bianco, acquistano un alone di magia, il silenzio è magnifico, peccato per la mancanza di sole che farebbe risaltare il paesaggio, ma pazienza. Continuiamo a salire nel bosco per belle mulattiere innevate, passiamo uno dei numerosi ruscelli che incontreremo oggi, un piccolo rio con arabeschi, ghiaccioli e fantasiose creazioni di ghiaccio. Continuiamo a salire per un luogo più aperto, dove possiamo ammirare verso sud la vista sulla piana di Tisoi e più lontano su Col Visentin e Prealpi Bellunesi, tutto ricoperto di bianco, come oramai non vedevamo da anni. Arriviamo a una piccola baita di legno “Casera Fontanelle” con accanto, appunto, una fontana che butta copiosamente, l’acqua non manca di certo alle falde della Talvena. Rientriamo nel bosco per poi sbucarne fuori più in alto, accompagnati da un pallido sole, una bianca ostia velata dalle nuvole, ci troviamo a Piano Vai (“Pian Ai” in dialetto) a circa 800 metri, un lungo pianoro innevato dove sorgono un paio di casere abbandonate in lento disfacimento, su una parete esterna vedo una nicchia e vi scorgo colori sbiaditi, un tempo doveva essere un affresco con qualche santo, siamo sul percorso delle chiesette pedemontane. Infatti poco distante, un po’ sotto al piano, ecco la chiesetta di Santa Giustina con il suo minuscolo campanile a vela, salvata dalla completa rovina da un restauro recente. Conserva il suo fascino e il senso del sacro pur con le quattro pareti spoglie, senza la copertura del tetto. All’entrata c’è un’acquasantiera scavata nella pietra e incassata nel muro, mi viene spontaneo allungare le dita, è piena di neve e ritraggo la mano, è più bella senza le mie impronte. Solo l’altare con il crocifisso sono al riparo. Poco sotto l’edificio scorre un ruscello e si trova una fonta-abbeveratoio, accanto c’è una pietra con un solco che la tradizione vuole sia l’impronta del piede di Santa Giustina. In seguito vengo a sapere che l’acqua è ritenuta miracolosa, bisogna bagnarsi per ottenere la guarigione dal proprio male (bagnarsi e avere fede, non è l’acqua a mancare). Lasciamo la chiesetta e pieghiamo verso nord est salendo fino a Pian de Neve, 950 metri di quota. Che bello camminare sopra la neve che sorregge il nostro peso, soli e nel silenzio quasi assoluto…sentiamo solo il lieve scricchiolio dei nostri passi e qualche raro richiamo degli scriccioli, intrufolati tra i cespugli di rosa canina.
Al pian de Neve
Poco dopo, un altro incontro fortunato, un rapace posato su un alberello, al nostro passaggio si alza silenzioso in volo e sparisce alla nostra vista. Da Pian de Neve scendiamo incrociando il sentiero CAI 512 che sale alla Talvena, lo seguiamo per poco passando accanto ai ruderi di Case Stalich, m. 848, poi invece di proseguire scendendo verso Pascoli per tornare a Tisoi, lo lasciamo per prendere a sinistra la deviazione segnata da un cartello di legno, dove leggiamo “Schirada”. Lo stretto sentiero, che ho percorso un paio di volte in estate, è invisibile sotto la coltre di neve, ma la traccia è ben battuta e ne seguiamo il percorso in discesa nel bosco, tralasciando i numerosi sentieri e le sterrate che lo intersecano, oggi usate per i lavori boschivi. Questi pendii ora ricoperti da faggi, carpini e conifere fino a cinquanta o sessant’anni fa erano sfruttati come pascoli, chi abitava ai piedi della Talvena saliva fin sotto la sua cima per la fienagione, una vita dura e avara delle comodità cui siamo abituati oggi. Arriviamo alla strada carrozzabile e al piccolo agglomerato di case rurali di Schirada, m.739. Fa parecchio freddo nonostante siano quasi le undici e accanto al muro di una vecchia casa noto un particolare che non manco di fotografare: un vetusto albero di pero con i rami da cui pendono festoni di ghiaccioli, un vero albero di Natale! Con queste temperature sottozero, l’acqua che sgocciolava dalle grondaie addosso all’alberello si è ghiacciata, formando trasparenti stalattiti, ho quasi voglia di sgranocchiare un ghiacciolo come facevo da piccola, ma non voglio rovinare quest’opera della natura e soprattutto il lavoro del mio dentista. Una delle case è stata restaurata, il proprietario che oggi è qui per alcune ore conosce Giuliano e accettiamo di buon grado l’invito ad entrare per scaldarci un poco vicino alla stube. Dopo la gradita pausa lasciamo l’accogliente dimora e saliamo per la stradina, da qui abbiamo la vista sul monte Terne, la neve che ne ricopre la mole disegna nettamente il profilo di un grosso cane, un benevolo San Bernardo col muso rivolto verso la vicina Talvena. Passiamo accanto a un’altra fontana e ad un capitello poco prima di arrivare all’ultimo nucleo di case un tempo abitate, La Fossa, m. 770. Contrariamente al suo nome, non è infossata nella valle del Medon, che vediamo in basso e da cui salgono fin qui alcuni sentieri, ma raccolta in un piccolo avvallamento sul fianco del monte, un po’ più in alto delle case di Scarpotola, visibili sul versante opposto, alle pendici del Terne. La neve e l’assenza del fogliame ci lasciano vedere l’intrico di sentieri e tracce che solcano entrambi i versanti e collegano i nuclei di case rurali, ora usate saltuariamente nella bella stagione. Le casette di Fossa sono vicine le une alle altre, muretti a secco delimitano l’unico, strettissimo viottolo che percorre il piccolo borgo, altri muretti sorreggono sapientemente gli scampoli di terreno coltivabile, strappato al ripido fianco del monte. Alcune delle tipiche abitazioni sono frequentate in estate, ora tutto è silenzio e le mura che nel tempo avranno ospitato decine di persone custodiscono storie antiche, riposando sotto i tetti coperti di neve.
Il pranzo
Ci fermiamo in un minuscolo cortile per il nostro pranzo al sacco, panini, frittelle portate da Assunta, thermos di the caldo per noi donne che però non disdegniamo un buon bicchiere di vino offerto da Giuliano…la giornata è fredda e bisogna pur immettere del carburante. Dopo la sosta proseguiamo per il sentierino in salita fino all’ultima casa, la traccia continua verso l’alto, ma noi ritorniamo sui nostri passi e scendiamo nuovamente a Schirada (altra fontana con fantasie di ghiaccio) per poi seguire la stradina, percorribile in auto, che in costa segue il versante destro idrografico della Val Medon, sempre alle falde della Talvena.

Superiamo il bivio con il sentiero che scende a Le Polse e a Val Medon e arriviamo alle Case Tovena, m.704, poco sopra Pascoli. Le abitazioni ora sono chiuse, ma qualcuno deve recarsi qui spesso, i gatti a guardia del posto sono accucciati sui poggioli e non sembrano trascurati o affamati. L’immancabile fontana con sbruffi ghiacciati butta allegramente, ricordo come era rinfrescante berne l’acqua dopo essere discesi dalla cima della Talvena, adesso ci rimetterei i denti! Il bivio davanti alle case è provvisto di segnaletica, a destra parte il sentiero CAI 512 che avevamo lasciato per deviare a Schirada, sono indicati nella stessa direzione anche Pian de Neve, Casera Zoppa e Tisoi. Noi tralasciamo il sentiero alla destra, voltiamo le spalle a Talvena, Pala Alta e Terne dando un ultimo sguardo al San Bernardo che col suo sguardo buono contempla immobile il panorama invernale. Seguiamo in discesa la strada asfaltata che toccando le case sparse di Pascoli porta a Bolzano Bellunese, la vista si apre sui monti innevati dell’Alpago a est e su Nevegàl e Visentin a sud. Dopo il paio di svolte Assunta ci fa deviare a destra per una sterrata che porta ad una grande casa di pietra, abbandonata ma ancora in buono stato, accanto ci sono i ruderi di altre vecchie abitazioni, ricoperte dalla vegetazione. Vicino sorge la chiesetta dedicata a Sant’Antonio, m. 615, che invece è molto ben tenuta.

Vi si venera non il frate portoghese Sant’Antonio di Padova (Lisbona, 15 agosto 1195 – Padova, 13 giugno 1231) che comunque ha una sua nicchia nel retro, ma l’eremita egiziano Sant’Antonio Abate (Qumans, 12 gennaio 251 – deserto della Tebaide, 17 gennaio 356). La tradizione lo pone a protezione del bestiame ed è invocato contro ogni morbo contagioso, peste, scorbuto, herpes zoster… La sua festa cade tra pochi giorni, il 17 gennaio e ogni anno in questa chiesetta viene celebrata una messa. Non so quanta gente potrà recarsi qui quest’anno, da parte mia penso che non perdo nulla se lo prego di intercedere perché finisca l’attuale pestilenza. Dalle case scendiamo un poco nel bosco per una sterrata, al bivio in fondo a un valloncello troviamo un lavatoio e un abbeveratoio, trascuriamo la stradina che sale a destra e porta brevemente a Tisoi vicino all’ex-scuola elementare e scendiamo a sinistra per la mulattiera che ci porta verso Palott. Oltrepassiamo la grande casa e i terreni dei Frigimelica, senza arrivarci perché restano alla nostra destra e finalmente siamo a Palolt, m.530, sulla strada asfaltata che da Bolzano Bellunese porta a Tisoi. Il paese non è lontano, percorriamo qualche centinaio di metri, superiamo l’ex Scuola Elementare e poi arriviamo davanti alla Chiesa e al parcheggio. Ci dobbiamo salutare, contenti per esserci regalati una boccata di ossigeno.
Propositi per il 2021:
1) se in primavera usciremo incolumi da questo covid, porterò un ex voto a Santa Giustina e uno a Sant’Antonio Abate;
2) vorrei fare il giro completo della Talvena, sentiero 512 che parte da Case Tovena-Pascoli, aggira la cima, scende verso Casera Zoppa e torna a Pascoli. Cerco volontari.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
© Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi
Beautiful blog
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Grazie, buona giornata a te
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Please read my post
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Bellissimo racconto di una gita che mi ha affascinata. Certo io sarei morta dal freddo, non essendo abituata alla neve. Ma tutto è spettacolare e lascia senza fiato. Grazie!!!
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è scritta dalla mia ex compagna Paola, ma sono itinerari spettacolari soprattutto perché intrisi di storia, di passato, e di vite che hanno cercato di rendere vivibile la montagna…
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Allora complimenti a Paola che scrive benissimo e sa descrivere i posti in maniera molto ” visiva “.
Deve essere bello vivere in quei luoghi!!!! 🙂
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è bello il Bellunese e le sue Dolomiti
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sono contenta che il mio racconto sia piaciuto, un grazie a tutti
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Complimenti Paola, sei molto brava!!! 🙂
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