519 Forte Corbin e Monte Cengio


Forte Corbin
Forte Corbin © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Forte Corbin e Monte Cengio

di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Data: 12-04-2015

Cima: Monte Cengio 1354 m.s.l.m.
Gruppo Montuoso: Prealpi Venete Altopiano dei Sette Comuni
Cartina: Tabacco foglio 050 Altopiano dei Sette Comuni
Segnavia: strada e sentiero
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1096 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1354 m.s.l.m
Dislivello: m. 258
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: anello
Punti di appoggio: in paese, ristoro Forte Corbin, bar P.le Granatieri monte Cengio
Acqua, sorgenti: no
Località: Frazione Chiesa a Treschè Conca, comune di Roana (VI)
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Tappe del percorso: Chiesa (Treschè Conca), Forte Corbin, Monte Cengio e rientro
Partecipanti: Autori

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

al Forte Corbin

Vi raccontiamo una facile escursione compiuta il 12-04-2015 nella zona occidentale dell’Altopiano di Asiago, siamo appassionati di storia della I Guerra Mondiale e visitiamo spesso i luoghi dove è stata combattuta. Partiamo da Belluno e raggiungiamo Treschè Conca e poi la frazione di Chiesa. Lasciamo l’auto nella piazza della chiesa, dedicata a san Luigi di Gonzaga, nel belvedere accanto c’è un gruppo scultoreo, la “Fonte degli Elfi” ma senza offesa noi preferiamo la vista che si gode da qui, il panorama è bellissimo, prati verdi fioriti di crochi contornati dai boschi che si protendono verso la Val d’Astico, paesetti sparsi di qua e di là dalla valle, catene di monti con le cime innevate all’orizzonte… Prendiamo Via dei Granatieri del Cengio, raggiungiamo l’agriturismo Malga Ronchetto e svoltiamo a destra, indirizzati sempre da ottima segnaletica, proseguendo sulla strada per il forte. Ai lati della stradina mazzetti di fiori spuntano da sotto le siepi, bucaneve e campanellini, scille azzurre, rose di Natale bianche e rosate, notiamo anche un masso su cui è scolpito un bel volto di vecchio, “il Saggio” realizzato da un artista vicentino.

Forte Corbin
Forte Corbin © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

A una svolta abbiamo una prima superba vista del complesso del forte che domina la Val D’Astico dall’alto di un roccione dalle pareti verticali, costruito tra il 1906 e il 1914 dagli italiani, è la più grande fortificazione dell’Altopiano di Asiago. Raggiungiamo dopo un’ora circa dall’inizio della camminata il cancello da cui si accede al forte, nella sede del comando e posto di guardia sono stati ricavati un piccolo ristoro dove è anche possibile mangiare, la biglietteria e il museo. L’ingresso è a pagamento (5 euro gli adulti, 3 i bambini) il forte è proprietà privata e questa è stata la sua fortuna: come tante fortificazioni già compromesse dai fatti bellici, fu abbandonato dopo la guerra e smantellato dai recuperanti; messo in vendita oramai in rovina dal demanio fu acquistato nel 1942 da una famiglia del luogo, i Panozzo, che nei decenni successivi lo restaurarono a loro spese, curandone sia l’interno che le aree esterne.

Forte Corbin
Forte Corbin © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Grazie a loro oggi è possibile visitare il complesso che si sviluppa su una vasta area. Iniziamo con la visita al piccolo museo con i cimeli raccolti durante i lavori di recupero, le fotografie e i documenti storici e poi seguiamo il percorso suggerito dal dépliant che ci è fornito, utili sono anche i pannelli con foto e descrizioni che troveremo via via. Usciti all’aperto, cominciamo con il percorso sotto costa di collegamento dove era anche posta la teleferica, non trascurando la magnifica vista sulla valle sottostante. Entriamo nella polveriera sotterranea, è illuminata ma abbiamo anche le pile frontali, che possono rivelarsi utili proseguendo. Lunghi corridoi oramai spogli lasciano intendere la vita del forte e degli artiglieri e alpini qui stanziati, di là del grande solco della valle d’Assa e dell’Astico c’erano gli austroungarici che per un periodo del 1916 conquistarono il forte, poi ritornato in mano italiana.

forte Corbin
Forte Corbin © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Possiamo vedere gli alloggi degli ufficiali e diverse stanze di servizio solo dall’esterno e dall’alto, erano sprovvisti di copertura antiproiettile e adesso sono privi del tetto. Raggiungiamo un angolo di raccordo con alcune gallerie e uno spiazzo con un lungo abbeveratoio in pietra per gli animali da soma. Affacciandoci sullo strapiombo vediamo il sentiero, ripidissimo, che scende a zig zag verso la Val d’Astico e raggiunge Pedescala: un altro percorso che ci piacerebbe fare! Passiamo una lunga galleria, una trincea scoperta e arriviamo all’osservatorio, ora un magnifico balcone panoramico sulla Val d’Astico e i monti. Per la sosta pranzo saliamo su un piccolo prato, pieno di rose d Natale, ci godiamo il sole e il silenzio, ci sembra impossibile che questo luogo così pacifico sia stato un teatro di scontri sanguinosi. Proseguiamo percorrendo il fossato anti-uomo con le alte pareti laterali, viene quasi istintivo guardare in su dove dovevano essere appostate le micidiali mitragliatrici.

Forte Corbin
Forte Corbin © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Torniamo al corpo principale che è composto da due piani, sotto c’erano alloggi, servizi e magazzini, sopra la batteria dei cannoni, percorrendo i corridoi e le gallerie del piano inferiore vediamo i solchi dei binari (tutto il ferro è stato asportato dai recuperanti) che servivano per spostare i carrelli con le munizioni che poi erano portate di sopra con due montacarichi. Saliamo le scale e arriviamo al piano superiore, un lungo corridoio con ai lati i raccordi con le scalette che portavano ai cannoni posti nelle torrette corazzate girevoli, le riserve per le munizioni, le aperture dei montacarichi. Raggiungiamo la copertura del tetto, le torrette sono solo dei larghi fori circolari, depredate da cupole corazzate e cannoni. 

Terminata la visita al forte, durata circa un’ora e mezza, decidiamo di proseguire… il forte è una proprieta privata Fam. Panozzo che gestisce e cura in modo impeccabile questo lugo della memoria. 

Monte Cengio 1354 m.s.l.m. 

Rifacciamo la strada di andata per un paio di chilometri fino a incontrare il bivio e prendiamo a destra il sentiero 639 CAI che risale la Val di Sillà. Questo percorso in tempo di pace era adoperato per raggiungere i pascoli con il bestiame e i boschi per il taglio della legna mentre in tempo di guerra serviva per portare sulla cima del Cengio rifornimenti e armi. Raggiungiamo il Piazzale dei Granatieri a quota 1275, poi saliamo alla vetta, 1354 metri, verso la cima una scalinata ci porta fino alla grande croce e all’altare, questa zona è area sacra. 

Monte Cengio
Monte Cengio © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Il monte Cengio fu teatro della strenua resistenza dei Granatieri di Sardegna contro la “Strafexpedition”, l’offensiva dell’esercito austroungarico durante la primavera del 1916. I granatieri si difesero alla baionetta e molti, in un furioso corpo a corpo, prima di precipitare dai dirupi abbrancarono i nemici portandoli con loro nel vuoto. Quel particolare precipizio è chiamato “Il salto del Granatiere”. Oggi niente qui ricorderebbe la carneficina di migliaia di uomini (di ambo le parti) se non ci fossero i pannelli con le didascalie, la Chiesetta Votiva poco sotto con accanto la statua del Granatiere ricavata con pezzi di granate esplose: il panorama è stupendo, il cielo azzurro, la pianura vicentina è a picco sotto le pareti articolate del monte, dove si snoda la mulattiera in cengia che faremo più avanti. Scendiamo fino al Piazzale Pennella, anche da qui la vista sul fondovalle è vertiginosa, sullo spiazzo possiamo leggere il nome dei monti che vediamo intorno grazie alle tabelle e abbiamo un’ultima vista del Forte Corbin, appena visitato. Da qui imbocchiamo le gallerie, passiamo per le postazioni di artiglieria e le stanze dove erano poste la sede del comando e l’infermeria, anche qui ci è utile la nostra pila frontale. Usciti, aggiriamo il costone del Cengio, il sentiero passa in mezzo a due alti torrioni di roccia e poi prosegue in cengia aerea (protetta) sopra le pareti a strapiombo sulla valle e continua entrando in gallerie scavate nella roccia, dalle aperture si può continuare a vedere il panorama. Sbuchiamo sotto alla Chiesetta, abbiamo impiegato circa un’ora e siamo nuovamente al Piazzale dei Granatieri, ma noi continuiamo lungo la mulattiera di arroccamento in salita, la Granatiera, intagliata nella roccia a strapiombo. 

Monte Cengio
monte Cengio © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Questo percorso fu scavato nella roccia viva dopo la sconfitta della primavera 1916 e poiché situato a sud-ovest del massiccio, non era sotto il tiro dell’artiglieria austriaca, posta a nord. Sia il Monte Cengio sia il Forte Corbin furono riconquistati, a prezzo di enormi sacrifici. Arriviamo a una lunga galleria con una cisterna che poteva contenere 150 metri cubi d’acqua, presa 1150 metri più in basso dal fiume Astico e portata in quota con due stazioni di sollevamento. Poco più avanti dobbiamo accendere le torce e abbassare la testa perché il soffitto delle gallerie si abbassa. Usciamo e seguendo le indicazioni arriviamo alla caverna con l’osservatorio e poi alla cannoniera, sempre in galleria scavata nella roccia. Si è fatto tardi, la mulattiera ci porta a Piazzale Principe m. 1286 e da qui seguendo la segnaletica ritorniamo verso la frazione Chiesa di Treschè Conca per la bella stradina che passa prima per bosco e poi per magnifici pascoli e prati ricoperti di crochi. Giornata meravigliosa. 

Il recupero di Forte Corbin è stato fatto unicamente con fondi privati, nel tempo i proprietari hanno avuto non solo la soddisfazione di ricevere molte visite e molte adesioni ai diversi eventi proposti nel corso degli anni, ma anche alcuni riconoscimenti. Nel 1969 il forte e l’area adiacente sono serviti per girare alcune scene del film di Ermanno Olmi “I recuperanti”. Nel 1997 Alberto Angela vi realizzò un documentario per la trasmissione “Super Quark”. 
La Sopraintendenza di Verona ha riconosciuto il forte come Museo-storico-militare negli anni 90.
Per info www.fortecorbin.it (anche pagina FaceBook

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin 
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

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